Mola, quella chiesetta dalla rara forma circolare che giace a due passi dal porto
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martedì 7 giugno 2016
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di Ilaria Palumbo
Il tempietto “cilindrico” si trova sull’ex strada statale 16 Adriatica, la via che collega Mola alla frazione di Cozze, a due passi dal porto e di fronte al viale che porta al cimitero del paese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il prospetto presenta una tipica muratura in tufo e mostra pochi ma essenziali elementi: il portale, semplice ed elegante, è delimitato da due colonne tuscaniche, un ordine proprio dell’architettura romana e successivamente rinascimentale, le quali sorreggono un timpano a sua volta sormontato da un oculo che serviva a illuminare l’intera chiesa. L’edificio si chiude con un campanile a vela, ormai privo di campane. (Vedi foto galleria)
Quella che noi oggi vediamo è la ricostruzione ottocentesca, fedele all’originale, della cappella eretta nel 1586 su disposizione testamentaria del signore di Mola Giovanni de Florio e demolita in occasione della realizzazione negli anni 30 dell’800 della strada consolare voluta dal re Ferdinando II di Borbone, che dal paese avrebbe portato direttamente a Brindisi. Furono i contadini che lavoravano le terre nelle vicinanze a volere intorno alle metà dell’800 l’edificazione della “nuova” struttura, che finanziarono con le loro offerte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da allora la chiesetta divenne un luogo di sosta dei cortei funebri provenienti dal vicino cimitero, ma soprattutto rappresentò posto di accoglienza per tutti quei pellegrini che qui si fermavano prima di proseguire il cammino verso il santuario di Santa Maria di Leuca. Il 21 novembre di ogni anno veniva inoltre officiata una solenne celebrazione in occasione della festa della Presentazione della Beata Vergine Maria, con tanto di messa, canti e musiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Eppure questa piccola ma preziosa chiesa, dalla forma così inusuale e affascinante, giace oggi abbandonata e in evidente stato di degrado. «La cappella è pericolante ed è impossibile entrarci – spiega don Vincenzo, il parroco della Chiesa di Santa Maria di Loreto a cui la Madonna delle Grazie è annessa –. E’ anche il motivo per cui tutti gli oggetti sacri usati un tempo per il culto sono stati trasferiti e archiviati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Al suo interno si potevano infatti trovare alcuni manufatti sacri: la “statua della Morte” (che rappresentava uno scheletro), l’altare in pietra, tele che ritraevano la Sacra Famiglia, statuette in gesso e l’importante quadro raffigurante la Madonna delle Grazie, a cui è dedicata (nelle immagini di Mimmo Varrese).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dopo la chiusura definitiva, avvenuta circa 50 anni fa, la chiesa è stata completamente trascurata. Oggi sono evidenti i segni dell’usura, soprattutto sulle colonne del portale, corrose dal tempo e dalla salsedine e sul campanile che sembra poter crollare da un momento all’altro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel 2011 è stato presentato un progetto di restauro che però non è mai andato in porto. Questo edificio unico dalla storia travagliata, demolito in passato, se non salvato in tempo potrebbe questa volta andare in frantumi da solo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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