di Cosmo Cataldi

Conversano, gli irrisolti e terribili delitti della masseria e del laghetto
CONVERSANO – Un’antica masseria e un piccolo laghetto popolato da pesci e papere. All’apparenza questi due siti immersi nel verde della periferia di Conversano non hanno nulla di speciale, ma basta ascoltare i racconti dei più anziani cittadini del paese a sud-est di Bari per capire come dietro la loro apparente tranquillità i due luoghi nascondano in realtà storie di terribili delitti. (Vedi foto galleria)

La masseria, detta di “Don Camillo”, è raggiungibile prendendo inizialmente la via che porta a Casamassima per poi immergersi in un intricato labirinto di stradine di campagna.  Funge attualmente da deposito di attrezzature di un’impresa agricola che produce prati in zolla. L’intero stabile appare fortemente compromesso dal trascorrere del tempo: alla scala che si estende lungo tutta la facciata mancano parte dei gradini, mentre quasi tutti gli affacci e gli ingressi sono murati con enormi mattoni in tufo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Bene qui, nel 1946, furono bruciate vive due persone. Sentite la macabra storia che circola ancora oggi tra le vie di Conversano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Era appena finita la Guerra e la macchina dello Stato tardava ad oliare i propri ingranaggi. C’era caos e di questa instabilità ne approfittavano piccoli gruppi di banditi che operavano praticamente indisturbati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

È notte quando una banda composta da 4 o 5 persone tutte con il volto coperto fa irruzione nella masseria con lo scopo di derubare il suo proprietario, "Don Camillo" appunto, un facoltoso e rinomato medico di Conversano che vive lì assieme alla sua governante. I ladri riescono facilmente a superare le mura di recinzione interna e ad entrare in casa. Ma qualcosa va storto: il dottore si sveglia e reagisce, aggredendo uno degli intrusi. Nella colluttazione riesce a strappargli il cappuccio dalla testa e a riconoscere in quel volto scoperto uno dei suoi clienti al quale sembra avesse in passato salvato la vita. 


A quel punto il medico viene immobilizzato e lagato a una sedia assieme alla governante. Per loro non ci può essere che una possibilità: essere uccisi, per evitare che possano denunciare i malviventi alle forze dell’ordine. Vengono così bruciati vivi e lasciati a morire nelle fiamme. Nessuno sentirà le loro urla, che si propagheranno attraverso tutta la campagna circostante, purtroppo disabitata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gli assassini non furono trovati, probabilmente proprio a causa del delicato momento storico, in cui c’era da ricostruire un’intera Nazione e non c’era tempo per “pensare ad altro”. Ma due anni dopo, nel 1948, avvenne un nuovo omicidio: a pochi chilometri dalla masseria, nelle acque del lago di Sassano, fu rinvenuto il corpo di un uomo trafitto a più riprese da colpi di pugnale.  

Per gli inquirenti si trattava proprio di uno dei complici coinvolti nel “rogo” della Don Camillo. Sembra infatti che dopo quella rapina ci fossero stati dissapori tra i componenti della banda a causa di una “mal gestita” ripartizione del bottino. Un clima di tensione che sfociò nell’assassinio del lago. Furono così arrestate diverse persone, accusate tutte di omicidio. Ma dopo la condanna in primo grado gli imputati vennero assolti nelle successive fasi del procedimento. 

E così i delitti della masseria e del lago rimasero irrisolti: nessuno fu giudicato colpevole per quei fatti di sangue. D’altronde gli unici testimoni degli assassinii furono gli uccelli e le papere, che nonostante la fama di chiacchierone hanno tenuto il becco sempre ben chiuso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Nel Masseria "Don Camillo" di Conversano nel 1946 furono bruciate vive due persone
La masseria è raggiungibile prendendo inizialmente la via che porta a Casamassima per poi immergersi in un’intricato labirinto di stradine di campagna
L’intero stabile appare fortemente compromesso dal trascorrere del tempo: alla scala che si estende lungo tutta la facciata mancano parte dei gradini, mentre quasi tutti gli affacci e gli ingressi sono murati con enormi mattoni in tufo
Nel 1948 nelle acque del lago di Sassano viene rinvenuto il corpo di un uomo trafitto a più riprese da colpi di pugnale.  Per gli inquirenti potrebbe trattarsi proprio di uno dei complici coinvolti nel duplice omicidio della Don Camillo
Per i delitti della masseria e del lago non fu condannato nessuno, d’altronde gli unici testimoni degli omicidi furono gli uccelli e le papere, che nonostante la fama di chiacchierone hanno tenuto il becco sempre ben chiuso



Lascia un commento
  • Doriano Manzalini - Papere omertose maledette! Dimissioni e tutti a casa!


Powered by Netboom
BARIREPORT s.a.s., Partita IVA 07355350724
Copyright BARIREPORT s.a.s. All rights reserved - Tutte le fotografie recanti il logo di Barinedita sono state commissionate da BARIREPORT s.a.s. che ne detiene i Diritti d'Autore e sono state prodotte nell'anno 2012 e seguenti (tranne che non vi sia uno specifico anno di scatto riportato)