Quando ci si riuniva attorno al braciere: «Per addormentarsi raccontandoci storie»
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giovedì 10 novembre 2016
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di Claudio Laforgia
Il contenitore, realizzato in rame, ferro o ottone, era spesso dotato di due maniglie laterali che ne facilitavano lo spostamento. A volte era inserito in una base in legno che lo sollevava dal pavimento che veniva sfruttata dalle persone più freddolose per poggiarci i piedi. Frequentemente poi sulla brace venivano gettate scorze di agrumi che così profumavano l'ambiente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tutti dettagli che gli anziani ricordano benissimo. «Ho vissuto la mia infanzia negli anni 30 quando i moderni impianti di riscaldamento erano sconosciuti - racconta Giuseppina, arzilla 82enne di Rutigliano -. Il braciere, assieme al caminetto, era uno strumento fondamentale per proteggersi dal freddo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il suo utilizzo veniva predisposto già parecchi mesi prima dell'arrivo dell'inverno. «D'estate bruciavamo una grande quantità di ramoscelli tagliati dalle vigne - prosegue la signora -. Si sviluppava quindi un falò che veniva spento non appena il legname era prossimo alla trasformazione in carbone. Il materiale così ottenuto veniva stipato per essere poi pronto ad essere arso nel catino con l'arrivo del clima rigido, un po' come la famosa formica di Esopo che nella stagione calda faceva provviste di cibo in vista del gelo imminente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E il caldano a quel punto diventava il fulcro della vita familiare. «Di sera - continua la vecchietta - ci disponevamo tutti attorno alla fonte di calore per fare due chiacchiere e raccontarci come avevamo passato la giornata: la tv e il telecomando erano oggetti ancora ignoti. Spesso sfruttavamo l'illuminazione di una lampada a olio per compiere piccoli lavori domestici come la cucitura dei vestiti: per esempio io e mia sorella creavamo dei maglioni partendo dalla lana bianca delle pecore. Quest'ultima a volte veniva posta assieme alle bucce di noci in un tegame da poggiare sui carboni ardenti: in questo modo assumeva un colore verdastro, diverso dal solito».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le fa eco Mario, 56enne cresciuto quando il piccolo schermo era da poco sbarcato in Italia e non aveva ancora "rimpiazzato" lo scaldino. «Bei tempi quando la sera, a poca distanza dal braciere appoggiavo il capo sul grembo di mia madre che mi parlava di quando lei era giovane, prima di raccontarmi tutte le favole per bambini di cui era a conoscenza per farmi dormire», sottolinea il signore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un filo di malinconia si nota anche nelle parole della 53enne Maria. «La "stufetta" era posizionata nel salotto - rammenta la donna -. Era stupendo quando la mia mamma preparava sui carboni i suoi genuini spuntini: tarallini fatti in casa, semi di zucca, peperoni, pane abbrustolito con il pomodoro. D'altronde negli anni 60 non avevamo mica le merendine».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tanti tuffi nel passato, piccoli flashback di momenti che non torneranno più. E se andare indietro nel tempo è il vostro chiodo fisso, potete ordinare uno dei tanti bracieri antichi in vendita online: con un centinaio di euro si possono acquistare addirittura quelli dotati di “campana”, copertura che preservava le lunghe gonne delle donne dal contatto col fuoco. Ma con la tv perennemente accesa e gli smartphone a portata di mano sarà comunque difficile ricreare l'atmosfera dei tempi andati.
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Scritto da
Claudio Laforgia
Claudio Laforgia
I commenti
- Pino - Bravo Claudio ben scritto questo articolo, che rimanda alla memoria di quando eravamo bambini e la società era più umana e la gente più genuina....Ora il progresso mi sa tanto di "regresso", speriamo di avere meno "benessere" e più "felicità".