Colori, profumi e delicatezza, è il mondo dei fioristi: «Siamo gli artisti dei petali»
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venerdì 21 luglio 2017
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di Mina Barcone
Merito anche dell’attivismo dell’associazione fioristi di Puglia e Basilicata, che ad oggi conta 400 membri tutti desiderosi di valorizzare il proprio mestiere, spesso confuso con quello del “normale” fioraio. Abbiamo incontrato Emilio Lorusso, presidente dell’associazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qual è la differenza tra fioraio e fiorista?
Il fioraio si limita semplicemente a vendere, il fiorista invece crea. Noi trasformiamo i fiori in qualcos’altro, assecondando il nostro estro e combinandolo con le richieste del cliente. Ad esempio il bouquet: non deve essere un’accozzaglia di fiori, ma deve sorprendere da qualsiasi angolazione lo si guardi, curando i minimi dettagli e soprattutto scegliendo le giuste tonalità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Invece il floral design?
E’ una figura ancora più qualificata rispetto al fiorista: in Puglia ce ne sono 7. Un floral designer riesce a inventarsi vere e propre scenografie (per feste o matrimoni) utilizzando fiori e piante e sfruttando conoscenze artistiche e architettoniche. Questi professionisti riescono a realizzare anche elementi d’arredo quali sedie, poltrone o divani. E attenzione: non si limitano a decorare gli oggetti, ma a costruirli tout court, con fil di ferro, legno o cartapesta, per poi impreziosirli con elementi vegetali di piccole o grandi dimensioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Come si acquisiscono tali competenze?
Attraverso dei corsi organizzati da apposite scuole e accademie private, durante i quali si apprendono i diversi caratteri dei fiori e dei colori, imparando ad assemblarli tra loro utilizzando anche altri materiali. Poi una volta acquisito il titolo di fiorista si può proseguire con gli studi e dopo un percorso di due anni acquisire la qualifica di floral designer, riconosciuta a livello europeo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qualifica che ora ha ancora più importanza vista la creazione nel giugno scorso di un albo regionale…
Si, grazie all’associazione siamo riusciti di fatto a far riconoscere la nostra figura a livello regionale, cosa che era avvenuta prima solo in Liguria. Anche se manca ancora un albo nazionale e una normativa che regoli questo mestiere come già accade in altri Stati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Perché è importante vedersi riconoscere il proprio titolo?
Perché il rischio è quello di essere confusi con chi si improvvisa, senza aver studiato. In questo modo viene penalizzato chi ha investito soldi e tempo per la propria crescita professionale. Posso affermare che con la nascita e il riconoscimento di nuove figure professionali i giovani avranno più voglia di lavorare in questo settore e si creerà lavoro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Perché c’è molta richiesta di floral designer?
Certamente: non ci si accontenta più del semplice mazzo di fiori o della piantina per ravvivare un ambiente. Che si tratti di un bouquet da sposa, dell’allestimento di un banchetto nuziale o della realizzazione di una scenografia, quella che fino a poco tempo fa era una figura del tutto sconosciuta sta diventando un elemento indispensabile per la riuscita di un qualsiasi evento.
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