di Ilaria Palumbo

Dal mare ai pennelli: alla scoperta di Gianni Comes, pescatore-artista di Monopoli
MONOPOLI – «Passavo in mare più di 18 ore al giorno ma pensavo sempre a quando sarei tornato a terra per dipingere: a volte il desiderio era così forte che creavo direttamente sulla barca». Si presenta con queste parole il 64enne Gianni Comes, pescatore monopolitano (in pensione da pochi mesi) che per più di 50 anni si è diviso fra la durezza del suo mestiere e la vocazione artistica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Lui infatti crea quadri e sculture, il cui tema predominante è naturalmente proprio quella odiata e amata distesa blu dell’Adriatico. «Da bambino il mio sogno non era fare il pescatore – ci racconta -. Avevo un fisico minuto, mi piaceva già disegnare e desideravo continuare a studiare, ma i miei genitori insistettero perché imparassi questo lavoro. All’età di 13 anni quindi salpai per la prima volta verso l’orizzonte, ma in cuor mio deciso a non tralasciare quella che rappresentava la mia vera passione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ogni giorno Gianni passava ore e ore in mare, da mezzanotte fino al tardo pomeriggio, ma una volta a terra si rifugiava nel proprio laboratorio dove, nonostante la stanchezza, era pronto a mettere in pratica la propria arte. A ispirarlo quell’infinito azzurro che lo circondava per tutto il resto del tempo. Perché malgrado le fatiche che comportava il suo mestiere e la perdita di un fratello durante una traversata, il marinaio riusciva a trarre il meglio da quell’attività che gli forniva continuamente nuovi spunti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel corso degli anni Comes è riuscito ad avere un certo seguito come artista, a esporre e a vendere molti dei suoi quadri. Siamo andati a trovarlo nel suo laboratorio che si trova nella zona sud di Monopoli, a due passi dal centro storico e dal porto (vedi foto galleria).

Quando entriamo veniamo accolti dal “pescatore-pittore”, un simpatico signore dai capelli grigi e il volto leggermente abbronzato. Siamo circondati da numerosi dipinti, attentamente disposti sui cavalletti o impilati sugli scaffali, in un tripudio di colori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Monopoli con i suoi alti campanili è ritratta in alcuni quadri, ma il soggetto predominante è chiaramente il blu del mare: tempeste e burrasche vengono raffigurate in immagini che richiamano i pittori impressionisti. «Perché il vero mare non è quello calmo delle cartoline estive - afferma risoluto l’artista -. Non è un caso che in ogni mio dipinto ci sia una piccola firma personale: due barchette a vela. Rappresentano la speranza e l’amore che si lasciano a terra quando si salpa verso l’orizzonte sconosciuto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gianni tra l’altro si serve di una tecnica unica per dipingere: adopera smalti e vernici utili a colorare le barche che diluisce con la nafta. In questo modo dà vita a colori brillanti, che saranno poi spennellati non solo sulla classica tela, ma anche su elementi provenienti dal mondo marinaro: sacchi di juta, stracci di stoffa, incerate, ombrelloni, tronchi raccolti in acqua, reti, corde, cime e funi. «Tutti materiali provenienti dall’Adriatico che ho riciclato dando loro nuova vita», ci confida.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Gli chiediamo come veniva considerato dagli altri marinai uno come lui che, dopo aver pescato polpi, seppie e triglie, spendeva tutto il suo tempo con i pennelli. «Soprattutto quando ho iniziato i miei colleghi mi guardavano con diffidenza e astio – ci risponde - non capivano perché non riuscissi ad accontentarmi del mestiere che condividevamo. Ma io non mi sono fatto fermare e anzi ho continuato a seguire la mia vocazione. Durante il giorno ero alle prese con àncore e reti, la sera invece potevo essere veramente me stesso e mi abbandonavo all’arte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E da qualche mese finalmente, dopo oltre 50 anni di sacrifici, Gianni è andato in pensione e potrà dedicarsi completamente ai propri dipinti. «Ma - ci rivela - il mondo dei pescatori e l’amore per il mare non mi abbandoneranno mai».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Abbiamo incontrato il 64enne Gianni Comes, pescatore monopolitano (in pensione da pochi mesi) che per più di 50 anni si è diviso fra la durezza del suo mestiere e la vocazione artistica
Quando entriamo nel suo laboratorio veniamo accolti dal “pescatore-pittore”, un simpatico signore dai capelli grigi e il volto leggermente abbronzato
Siamo circondati da numerosi dipinti, attentamente disposti sui cavalletti o impilati sugli scaffali, in un tripudio di colori
Monopoli con i suoi alti campanili è ritratta in alcuni quadri...
...ma il soggetto predominante è chiaramente il blu del mare: tempeste e burrasche vengono raffigurate in immagini che richiamano i pittori impressionisti
Gianni tra l’altro si serve di una tecnica unica per dipingere: utilizza smalti e vernici utili a colorare le barche che vengono diluiti con la nafta...
...in questo modo dà vita a colori brillanti, che saranno poi spennellati non solo sulla classica tela, ma su elementi sempre provenienti dal mondo marinaro, come le reti



Ilaria Palumbo
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