Bari: la storia di Antonio, il signore che ogni mattina spazza via i rifiuti da largo Adua
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venerdì 28 febbraio 2020
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di Marianna Colasanto
Parliamo del signor Antonio (nella foto), 68enne che la mattina prende il treno da Santo Spirito (dove dice di vivere), per recarsi nel Quartiere Umbertino di Bari. La sua meta è largo Adua, quel giardinetto situato sul lungomare Araldo di Crollalanza su cui si affacciano il Kursaal e Palazzo Colonna. Spazio che negli ultimi tempi è diventato uno dei luoghi della “movida” cittadina, con giovanissimi che affollano l’area sino a tarda notte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Le persone che frequentano questa piazza non fanno altro che sporcarla», afferma l’uomo, che incontriamo proprio mentre è alle prese con la sua pulizia quotidiana. Indossa un cappello bianco di lana con il pon pon, una lunga giacca scura e scarpe da ginnastica. E tra le mani tiene stretta la sua inseparabile scopa.
«Io qui trovo di tutto – continua -: bottiglie, cartacce, sigarette. Così non mi resta altro che intervenire, perché questo non è solo uno degli angoli più belli di Bari, ma anche la mia vecchia “casa”. Ho dormito infatti su una delle panchine che si trovano qui dal 1978 al 1996, dopo aver avuto grossi problemi e aver perso la mia famiglia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Antonio, che nasconde la ramazza in un’aiuola del largo, oltre a pulire si intrattiene nei locali situati nelle vicinanze, prima di riprendere il treno che lo riporta a casa in serata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Frequenta questa zona da circa vent’anni: è un habitué – conferma la 51enne Catia, proprietaria del panificio “El focacciaro” situato in via Cognetti -. Quasi tutte le mattine bussa alla vetrina e mi chiede “mi dai un pane?” e io glielo regalo volentieri: è carinissimo. Anche se non credo sia solo, dovrebbe avere infatti una sorella».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ancora più battuti sono i bar, luoghi dove l’uomo è considerato un cliente fisso. «Viene spesso da noi – afferma il 50enne Enzo, gestore dell’ “Amarcord cafè” – paga sempre e a volte qualcuno gli offre anche da bere». «Capita frequentamente da queste parti – conferma il 28enne Nicholas dietro al bancone del “Piccolo bar” –: con i soldi che racimola in giro per strada acquista alcune birre».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Sì è vero – ammette Antonio, che in una tasca del suo cappotto nasconde proprio una Peroni – i residenti mi danno qualcosa per ringraziarmi della mia opera». E mentre gli parliamo saluta un passante con un «ciao Maestro» per poi chiedergli qualche spicciolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Insomma lui è una sorta di vagabondo: passa il suo tempo in giro, raccattando tutto ciò che gli viene offerto. Ma la strada è la sua vita e per questo fa di tutto per preservarla e tenerla in ordine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non ci resta ora che salutarlo. Antonio ci abbraccia e si congeda strappandoci la promessa che rimarremo per sempre amici, mentre si allontana con la sua fedele scopa.
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Scritto da
Marianna Colasanto
Marianna Colasanto
I commenti
- francesco - magari ci fossero persone cosi' dappertutto almeno avremmo una parvenza di citta' più pulita e in ordine visto che il mattino oltre che la sera dinanzi ai cassonetti e non solo si trova di tutto: la sporcizia che si trova a bari e' indescrivibile soprattutto in tanti quartieri cosiddetti fantasma che sono abbandonati a loro stessi visto che ci sono ancora dei vecchi cassonetti di indifferenziata che sono ormai totalmente inagibili e fanno veramente pena