Bari, le palestre chiudono per il Covid? Niente paura: c'è chi sposta le lezioni nei parchi
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mercoledì 4 novembre 2020
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di Eloisa Diomede
Il motivo? La chiusura delle palestre disposta dal Dpcm del 18 ottobre, emanato dal Governo per far fronte all’emergenza legata al Covid-19. Anche se in realtà Sunny, “vista l’aria che tirava”, aveva anticipato la norma provvedendo già qualche giorno prima (il 5) di trasferire i suoi corsisti tra la natura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La mia scelta è stata molto sofferta - confessa l’istruttore –: ho insegnato tanti anni al PalaCarrassi che per me era diventata una seconda casa. Ma ormai avevo capito che con questa pandemia bisogna inventarsi qualcosa di diverso, perché il rischio che chiuda tutto è sempre dietro l’angolo. Così dopo averci provato già durante la prima ondata, ho deciso di ritentarci, portando tutti i miei allievi in uno spazio esterno, lì dove con le giuste precauzioni è possibile svolgere attività fisica».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A febbraio infatti, con la prima chiusura delle palestre dovuta al Coronavirus, Sunny aveva già svolto un corso all’aperto, ma dopo tre lezioni si era dovuto fermare a causa del lockdown. «In realtà – specifica - non ho abbandonato i miei ginnici nemmeno allora: per non fargli perdere la lena abbiamo continuato a distanza, via Zoom».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma qualcuno potrebbe chiedersi: perché insistere nel fare moto? Non si tratta certo di una di quelle “attività necessarie”. Ma su questo Nicola non è assolutamente d’accordo. «Fare movimento durante questo periodo è molto importante – dichiara -, non solo per il corpo che rischia nel frattempo di “addormentarsi”, ma anche per la mente. Possiamo considerarla un’evasione da questa situazione di incertezza e paura che ci sta avvolgendo ormai da parecchi mesi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E così assieme a una ventina di fedelissimi Sunny si è trasferito nel Giardino Princigalli, dove propone lezioni (con adeguato distanziamento) sia all’ora di pranzo che di sera.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Del resto lui aveva già sperimentato in tempi non sospetti lo sport all’aria aperta, allenando gli atleti al Parco Perotti durante i mesi estivi, quando il PalaCarrassi chiudeva. Solo che ora le condizioni sono ben diverse, visto che stiamo andando incontro al rigido inverno. «Naturalmente occorre prendere le giuste precauzioni – spiega Massari -, adattando l’allenamento al meteo e vestendosi adeguatamente. E in caso di pioggia o vento eccessivo non resta che spostare le sessioni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E i corsisti che cosa dicono rispetto a questo radicale cambio di sede? «Inizialmente ho nutrito qualche dubbio – ammette la 49enne Floriana -, sia per gli inconvenienti legati al freddo che per il timore di creare “assembramenti”. Ma il senso di profonda libertà che proviamo è impagabile, soprattutto in questo momento in cui la nostra vita appare limitata».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Finché le condizioni lo permettono ci guadagneremo in salute - continua la 51enne Monica -: perché il movimento aumenta le difese immunitarie e in questo periodo bisogna aiutare il corpo a proteggersi, anche dal temibile virus. In più guardare il cielo e le stelle, avvertendo l’odore del verde circostante, produce percezioni sensoriali che influiscono positivamente sullo stress e sull’umore».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Insomma gli allievi di Sunny sono ben felici di continuare a fare sport en plein air. «E per questo motivo colgo l’occasione per lanciare un appello ai miei colleghi – conclude il preparatore -. Continuate a proporre le vostre discipline, magari in modo diverso, sfruttando il clima mite e gli spazi aperti di una città come Bari».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Nick - Condivido con grande entusiasmo , bravissima Eloisa