Bari, addio a giaguari d'argento e quadretti del Papa: oggi la bomboniera è utile e minimal
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martedì 19 ottobre 2021
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di Irene Coropulis - foto Christian Lisco
Doni che hanno subito nel tempo una grande evoluzione. Fino a quindici/vent'anni fa infatti a rappresentare le bomboniere c’erano sempre soprammobili appariscenti e costosi, fatti di materiali diversi a seconda della moda del momento. Oggi invece quei manufatti in alcuni casi un po’ kitsch sono stati sostituiti da cose più piccole e utili.
E così i giaguari in argento, i cristalli, le statuine di porcellana e i quadretti ritraenti il Papa sono stati spazzati via da bottigliette di olio, magneti, vasetti di marmellata, taglieri, posate e bilance da cucina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Complice anche la rivoluzione avvenuta nella scelta dell’arredamento delle case, le quali non prevedono più le classiche credenze da salotto dove venivano posti uno accanto all’altro cornici e ricordi. Negli appartamenti moderni al contrario si punta al “minimal” e alla ricerca costante di spazio. E a essere evitati sono proprio quei soprammobili considerati ormai solo come “ricettacoli di polvere”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La bomboniera, per quanto rinnovata, resta però un must. Nessuno ci rinuncia. Anzi, la tendenza è quella di lasciare un pensiero per ogni genere di ricorrenza: dai pensionamenti ai compleanni, dalle lauree agli anniversari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I negozi specializzati continuano quindi a fare affari, pur essendosi naturalmente adeguati alle novità. A Bari ce ne sono alcuni attivi da più di quarant’anni: siamo andati a trovarli per comprendere la trasformazione della bomboniera. (Vedi foto galleria)
Iniziamo il tour da “Ios” in corso Benedetto Croce, esercizio che discende dal vecchio “Lavopa”, negozio che venne aperto nel 1967 in via Pasubio, sempre nel quartiere Carrassi. Oggi è Vito, il figlio del fondatore Giovanni, a portare avanti il locale assieme alla moglie Sara.
Ci guardiamo intorno e subito all’interno delle varie vetrinette notiamo le bomboniere che oggi vanno per la maggiore: piccole damigiane di olio, contenitori di spezie, salvadanai, bilance. «Questo non è periodo di matrimoni e comunioni, quindi non abbiamo troppa merce esposta – sottolinea Vito –. Ma in primavera avreste trovato anche profumatori d’ambiente, bottigliette di grappa, vasetti di miele e fiaschetti di vino».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il signore conferma infatti come i tempi siano radicalmente cambiati. «I soprammobili che si vendevano prima, come statuette di animali, bambole di porcellana o icone religiose oggi non vengono più smerciati – afferma -. Le bomboniere, come i matrimoni del resto, sono diventati meno “pomposi”: si punta così sull’utile e sull’anticonvenzionale. E c’è qualcuno che sceglie anche prodotti equosolidali, il cui costo contribuisce a finanziare opere di beneficenza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
C’è però chi resta ancora legato a oggetti più tradizionali, anche se rivisitati in chiave moderna. «Spesso – spiega il proprietario – le coppie non vogliono deludere i propri genitori abituati a un certo tipo di dono augurale e scelgono così un compromesso. A loro proponiamo cornetti in ceramica, teste di moro siciliane e pigne in porcellana dai colori vivaci».
Prima di andarcene la nostra attenzione ricade su una commessa intenta impacchettare con minuzia alcuni magneti che verranno regalati a una cresima. «È un’operazione che va fatta con grande cura – conclude Sara –. Perché il packaging, ovvero il confezionamento e la presentazione, ormai conta più dello stesso oggetto. Le trasmissioni televisive incentrate sulle cerimonie hanno infatti influenzato le mode: tutto ora deve essere intonato con il tema della festa, dai fiocchi ai confetti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci spostiamo in via Melo, dove è attivo “Tania Insalata”, negozio che prende il nome dalla sua attuale proprietaria, ma che fu fondato dal padre Pasquale nel 1971.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qui siamo accolti da un ambiente coloratissimo: sulle mensole troviamo tessuti di ogni forma e sfumatura, nastri, strass e portaconfetti. Siamo in una delle più antiche mercerie del capoluogo pugliese, specializzata però anche nella vendita di bomboniere abbellite con pizzi, sete e merletti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Abbiamo iniziato occupandoci di tutto quello che riguardava le classiche celebrazioni religiose – racconta la donna -, ma con il tempo le richieste si sono estese a ogni tipo di occasione: pensionamenti, nascite, compleanni, lauree e anniversari di qualsiasi genere. Ora si festeggia tutto e ogni evento richiede un suo “ricordo”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche Tania sottolinea come oggi sia fondamentale la confezione. «Deve essere sofisticata – ci dice mostrandoci le sue creazioni -. E c’è anche chi, al posto di offrire ai presenti degli oggettini, preferisce donare i soli sacchettini portaconfetti. Permettono di spendere qualsiasi cifra, a seconda del materiale che si utilizza: si va dai più economici in semplice stoffa sino a quelli più costosi in pizzo francese o seta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non è quindi più l’opulenza a fare tendenza. «No – afferma la titolare salutandoci –: al contrario si è sempre alla ricerca della fantasia e di oggetti diversi e personalizzati, come questi nastrini arcobaleno usati per le nozze gay».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Terminiamo il nostro viaggio in via della Resistenza, dove si trova “L’Élite”, attività fondata nel 1978 a Modugno e portata a Bari nel 1980 dai coniugi Casamassima: il 68enne Gianni e la 66enne Marisa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Quando abbiamo aperto quarant’anni fa veniva dato un valore diverso alle bomboniere, per le quali si spendevano parecchi soldi – spiega Gianni -. In media si pagava sulle 50mila lire a pezzo e per il testimone di nozze poi c’era sempre un manufatto più grande e costoso. Oggi invece quest’ultimo si preferisce omaggiarlo con un regalo completamente diverso e agli invitati vengono offerti oggetti che non arrivano ai 15 euro. Anzi, per battesimi e occasioni “minori” c’è chi non vuole superare i 2 euro. Ovviamente con questa cifra si acquista solo un magnete per decorare il portaconfetti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il negozio è comunque un tripudio di “cose” di ogni tipo: dai gufetti alle chiavi, dai gessetti ai profumatori. Marisa e Gianni ci mostrano però con orgoglio anche qualche bomboniera “vecchio stampo” come piatti decorati, vasi in ceramica e palette da cucina in argento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Articoli che ormai non compra quasi più nessuno – ammettono i signori –: i soprammobili sono ormai superati, considerati solo come ricettacoli di polvere. Anche se a nostro parere conservano un loro fascino e rendono le case meno vuote, più raccolte e famigliari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Irene Coropulis
Irene Coropulis
Foto di
Christian Lisco
Christian Lisco
I commenti
- Stefano - Ho letto con interesse il Vostro articolo e non nascondo che mi sia venuto un momento di nostalgia molto profonda. Io vivo al Nord da circa 40 anni ne ho 75. Ma la proposta della bomboniera nacque a Bari a fine anni 50 quando mio papà e mia mamma avviarono, in via Davanzati, il primo negozio dedicato solamente a tale articolo seguiti nel tempo dalla Tipografia Danisi (che esiste ancora in via Davanzati )e dal negozio di Laura che nel tempo si spostò in due/tre sedi del centro città; oggi credo che il negozio di Laura non esista più come pure non esiste più il negozio di mio papà e mia mamma che fu ceduto (per limiti di età) ad altro acquirente il quale mi risulta abbia cessato l'attività. Negli anni 50/60/70 la bomboniera, quella bella, era ambita durante i matrimoni e ricordo bene quanta gente venisse ad acquistare nel negozio dei miei genitori. Mio papà, rimasto vedovo, aprì anche una fabbrica di bomboniere di ceramica a Bassano del Grappa. Produceva solo bomboniere a titolo esclusivo ed io per i primi due anni da tale apertura sono stato il responsabile di tale fabbrica sino a quando ho dovuto partire per il servizio militare. Quei nominativi da Voi citati, senza nulla loro togliere, sono nati ben dopo e forse non hanno avuto modo di conoscere le vere bomboniere. A proposito i confetti usati dai miei genitori erano prettamente made in Triggiano dalla ditta Ciccinelli (spero di non ricordare male il nome). Il contenuto dei loro confetti era solo di vera mandorla pelata made in Puglia.