Bari, le vecchie ricevitorie nate con il Totocalcio: «Ma tecnologia e azzardo hanno cambiato tutto»
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venerdì 10 febbraio 2023
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di Gaia Agnelli
Oggi però di quel romantico mondo fatto di domeniche passate alla radiolina, di discussioni al bar, di concorsi in cui si poteva vincere spendendo anche poche lire, non è rimasto praticamente nulla. Alla porta delle ricevitorie hanno infatti nel frattempo bussato il gioco d’azzardo (tra slot machine e gratta e vinci) e la tecnologia, che ha reso tutto più automatizzato e “alienante”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il Totip del resto è morto nel 2007 e il vecchio Totocalcio ha perso tutto il suo fascino per colpa di un campionato “spezzatino” e soprattutto a causa del boom dei siti di scommesse che permettono di puntare su qualsiasi cosa online.
E così i piccoli botteghini si sono pian piano estinti o si sono adeguati al cambiamento dei tempi. A Bari di vecchie ricevitorie del Totocalcio (che si distinguono da sempre da quelle del Lotto) ne sono sopravvissute tre, di cui due hanno cambiato gestione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una però è portata avanti da decenni dalla stessa famiglia e si trova ancora oggi in via Ravanas, strada del quartiere Libertà in cui è nata nel lontano 1948. È quella dei Magrone. Un locale che siamo andati a visitare per rivivere, attraverso cimeli e foto d’epoca, un pezzo dell’Italia di un tempo. (Vedi foto galleria)
Giunti in via Ravanas (di fronte a Palazzo Rava), entriamo in un ambiente praticamente diviso in due. Se sulla sinistra ci sono schermi e teche con gadget sportivi, dall’altra sono esposti riconoscimenti e premi vinti dai Magrone, tra cui quello “Al servizio dello sport” ricevuto nel 1958 dalla signora Francesca Cellamare per i 10 anni di collaborazione con il Totocalcio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Francesca era mia madre – esordisce il 61enne titolare Daniele –. Fu lei, assieme a mio padre Angelo, ad aprire la ricevitoria nel 1948, due anni dopo l’invenzione del Totocalcio. La cosa bella è che decisero di accostarla alla latteria che gestivano, unendo la vendita di latticini alla diffusione di schedine».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il signore ci mostra infatti delle foto d’epoca che ritraggono il vecchio negozio con tanto di insegna che reca la parola “Gelateria” con quella di “Totocalcio” e con le vetrine che da un lato pubblicizzavano il gioco e dall’altro esponevano scamorze e uova. In un’altra immagine si vede l’interno dell’esercizio con scaffali pieni di biscotti, cioccolatini e patatine, affiancati dal logo del Totocalcio, il tutto posto sotto un vecchio pendolo ancora presente all’interno del locale.
«Negli anni 80 però la latteria cessò la sua attività e la ricevitoria divenne “pura”», afferma il titolare indicandoci uno scatto di quegli anni in cui compare con il fratello Michele, purtroppo scomparso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sulle pareti notiamo anche un quadro che riporta le vincite più grosse avvenute all’interno del botteghino, che tra il 1992 e il 1993 riuscì a “distribuire” più di un miliardo di lire tra gli scommettitori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Di sorrisi sui volti delle persone, in 75 anni di attività, ne abbiamo visti tanti – rammenta nostalgicamente Daniele mentre ci fa vedere delle vecchie schedine del Totocalcio e del Totip –. Ricordo ancora la lunga fila dei giocatori qui fuori, il sabato, in attesa di scommettere su un 1, un X o un 2. Molti provavano i sistemi, avvalendosi di studi di statistica “fatti in casa”. Noi stessi proponevamo delle schedine “pensate” e già prestampate con un apposito macchinario che avevamo qui in sede. E in molti ci chiedevano consigli, così questo posto diveniva un punto di incontro animato, dove si scambiavano chiacchiere e si passava allegramente la giornata».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da allora però di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e posti come questo si sono radicalmente trasformati. «Purtroppo direi – confessa Magrone –. Del resto al Totocalcio non gioca più nessuno: subisce la concorrenza di mille concorsi e poi non è considerato competitivo. Ormai il campionato è spezzettato in tanti giorni e non c’è più il fascino di un tempo, quando nel giro di 90 minuti era possibile conoscere tutti i risultati, sapendo subito se si era vinto o perso».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E poi c’è dell’altro. «Lo Stato ha imposto alle ricevitorie di vendere prodotti differenti oltre alle schedine – spiega Magrone –. Noi abbiamo virato sui gadget sportivi, come cappellini e magliette. E poi pur di campare siamo stati costretti ad adottare anche le tristi slot machine».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Vorremmo però non essere confusi con il gioco d’azzardo: per quanto ci riguarda si tratta di due mondi ben distinti», interviene decisa Gabriella, la moglie di Daniele.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Infine la coppia tiene a sottolineare il ruolo che ha avuto la tecnologia nella trasformazione della loro occupazione. «I computer hanno “alienato” il nostro lavoro rendendolo automatico – esclamano i due all’unisono –. Adesso i clienti entrano, vanno direttamente davanti allo schermo, compilano la schedina da soli in una manciata di secondi ed escono: il nostro compito rimane solo quello di accettare la giocata. Non è rimasto nulla della “poesia” di una volta. Ma noi non demordiamo e continuiamo ad andare avanti: lo facciamo per rendere omaggio ai nostri 75 anni di vita, seppur consapevoli che i tempi che abbiamo vissuto non torneranno mai più».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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