Bari, nella biblioteca nicolaiana giace un'antica costola di balena: la storia del particolare "dono"
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martedì 12 marzo 2024
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di Francesco Sblendorio
La sua storia è menzionata in pochissime fonti scritte. Quella più esaustiva è il diario di viaggio di un pellegrino russo, Vasilij Grigorovic Barskij, che giunse a Bari nella serata di venerdì 28 luglio 1724.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’uomo arrivato in città notò subito la particolare costola di balena, all’epoca appesa in bella mostra su una parete interna della Basilica. «Vedemmo sul muro un grande osso retto da una catena di ferro dello spessore di una gamba umana e della lunghezza di due sazen», si legge nella sua testimonianza scritta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non capendo di che cosa si trattasse e del motivo per cui si trovasse in chiesa, il pellegrino domandò informazioni a un prelato. «Uno dei pescatori del luogo aveva gettato le reti invocando San Nicola, convinto che così i suoi sforzi non sarebbero stati vani - spiegò il religioso -. Subito prese un pesce molto grande, veramente enorme, tanto che non riuscì in alcun modo a issarlo sulla barca. Pregò allora lo stesso santo di aiutarlo a tirarlo su, altrimenti correva pericolo di finire egli stesso in mare e di annegare. E solo dopo grandi sforzi, facendo anche uso di un’arma da fuoco, riuscì a ucciderlo e a issarlo. Al ritorno prese un osso del costato e lo portò in Basilica, parlando dinanzi a tutti del glorioso miracolo. E così i sacerdoti presero quell’osso, lo avvolsero in una catena di ferro e lo appesero alla parete destra del tempio».
Nei secoli la costola ha cambiato posizione più volte. Rimossa dall’interno della chiesa, fu ad esempio posta nel vestibolo del Portico dei Pellegrini, di fronte alla facciata della Basilica, agganciata in orizzontale alle pareti della struttura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qui rimase almeno fino alla fine degli anni 70 del 900, per fare poi ritorno in chiesa nella Cappella delle reliquie: la stanza in cui è attualmente allestita un’esposizione degli ex voto di San Nicola. Ma tra il 2009 e il 2010, durante una fase di riordino dei beni della Basilica, l’osso fu nuovamente spostato e questa volta in un luogo “di fortuna”, ovvero all’interno della biblioteca del complesso religioso.
Ed è lì che si trova ancora oggi, posato mestamente sul pavimento di un corridoio. D’altronde si tratta di un ex voto troppo grande e troppo diverso dalle altre preziose donazioni per essere esposto nella Cappella delle reliquie o nel Museo Nicolaiano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per scovarlo partiamo dal piazzale dominato dalla facciata romanica della Basilica. Sulla destra vi è l’accesso all’ampio cortile interno al complesso monastico: lo attraversiamo, per giungere davanti a un arco sotto il quale si cela la porticina di ingresso alla biblioteca. Entriamo e siamo accolti da una sala lettura le cui pareti sono scandite da scaffali colmi di volumi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dalla parte opposta una porta dà accesso a un corridoio in cui sono conservati altri libri. Ed è qui che troviamo finalmente la costola di balena: lunga due metri, si mostra di un colore bianco sporco e perfettamente liscia, solo leggermente consumata dal tempo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si trova però posata sul pavimento, tra uno scaffale metallico, un condizionatore e un estintore. Dimenticata da tutti, ma con tanta voglia di raccontare di storie di mare, di pesche miracolose e di grande devozione a San Nicola.
(Vedi galleria fotografica)
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I commenti
- Vito Petino - Il vero miracolo è che il pescatore, invece di fare la fine di Pinocchio mangiato dalla balena, è stato lui a spolparsi la balena !!!...