Scalo, Policlinico, Zona Industriale: ecco le mini stazioni delle Fal
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martedì 11 giugno 2013
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di Sabrina Raeli
Bari Policlinico– Attiva dal 1992 è la più vicina alla stazione Centrale. Si trova nei pressi del reparto di Cardiologia del Policlinico e per raggiungerla bisogna attraversare l’ingresso dell’autosilo presente nell’ospedale. Dopo aver percorso un vialetto si arriva a un cartello giallo avvolto in fiori e piante con su scritto “Bari Policlinico”. Per accedervi bisogna salire le scale di un ponte pedonale che conduce a uno spazio cementato su cui sono poste diverse panchine per i passeggeri in attesa.
Per facilitare la salita sul ponte sono state installate due scale mobili. Le scale normali sono munite di sedia-mobile per permettere ai disabili il raggiungimento dei binari.
La stazione è frequentata soprattutto da coloro che lavorano al Policlinico, pendolari che arrivano dalla provincia. «I treni passano più o meno ogni ora – ci dice un’infermiera – c’è solo un buco tra le 10 e le 12. Anche se dobbiamo sempre combattere con cancellazioni continue, scioperi e ritardi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Bari Scalo- Situata nei pressi di una rotonda e di un ristorante, ai margini del “Quartierino” (zona di Bari che si estende tra l’estramurale Capruzzi e viale Pasteur) questa stazione è grande e spaziosa, ma solo perché la sua funzione principale è quella di essere un deposito per i treni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La prima cosa che vediamo appena entrati è infatti un binario chiuso che prosegue fino al muretto dell’ingresso. Depositato sul binario in prossimità di un piccolo edificio giallo c’è il primo dei dieci treni fermi che riusciamo a scorgere: treni piccoli da uno o due vagoni che invadono buona parte della stazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Seguiamo i binari e giriamo subito a sinistra in cerca della stazione. Dopo aver superato una grande palazzina dove sono ubicati tutti gli uffici, finalmente la troviamo. Un corridoio stretto, un paio di panchine all’aperto e una saletta d’aspetto interna dove ci sono delle macchinette per prendere da bere e da mangiare. “Bari Scalo” è questa. Aspettiamo, ma la stazione è deserta. In mancanza di passeggeri chiediamo a un funzionario che lavora nel piccolo banco aperto al pubblico informazioni sulla stazione e sui passeggeri che la frequentano.
«La stazione è un deposito – dichiara. Inoltre, essendo uno scalo e quindi una piccola stazione periferica l’affluenza di passeggeri è minima. I treni passano regolarmente ma chi li prende solitamente risiede nelle vicinanze. Parliamo di massimo due o tre persone per treno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Bari Zona Industriale - Riuscire a trovare la stazione non è stato facile. Per raggiungerla avevamo chiesto inizialmente indicazioni a un impiegato delle ferrovie FAL che ci aveva risposto che, quella a cui alludevamo, non era una vera stazione ma una “fermata su richiesta”. Il passeggero che desidera salire o scendere a Bari Zona Industriale deve preventivamente avvisare il capotreno che deve riferire ed essere autorizzato da Bari Centrale.
L'impiegato ci aveva detto che, per quanto ne sapeva lui, la stazione era situata nella zona industriale di Modugno, vicino al “Nuovo Pignone” e nei pressi di una azienda di cui ricordava il nome solo per metà: “Graziano”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo andati quindi alla ricerca dell’impresa ma, una volta trovata, della stazione non c’è traccia: nessun cartello o indicazione indica la presenza di una stazione ferroviaria. Così domandiamo ulteriori informazioni all’usciere di un’azienda lì vicino, che finalmente ci indica dove è possibile trovare “Bari Zona Industriale”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’ingresso della “stazione” che ci viene indicato altro non è che un piccolo sottopassaggio chiuso da un cancello arrugginito con accanto delle ruote e dell’immondizia abbandonati. A questo punto torniamo indietro girando intorno al binario e imboccando la strada nel senso opposto: in questo modo riusciamo a vedere meglio la stazione. Priva di qualsiasi insegna o cartello che la identifichi, non dissimile a una fermata dell’autobus, si tratta di un piazzola di cemento con una panchina coperta da un tettuccio prefabbricato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Cerchiamo tracce di una seconda entrata/uscita e scopriamo che c’è una stradina sterrata che porta direttamente sulla strada statale 96. Tutta la zona di totale abbandono.
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Sabrina Raeli
Sabrina Raeli