Puglia, terra di drag queen: «A Bari le più preparate»
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giovedì 11 luglio 2013
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di Maria Carmen Cafarella
Innanzitutto, cos’è una drag queen?
Le drag queen sono uomini che si trasformano in “specialiste dell’intrattenimento”. Devono avere la capacità di catturare l’attenzione del pubblico sfruttando diversi fattori. C’è chi punta maggiormente sul look con acconciature e un trucco estroso, abiti fuori dal comune, spesso, ma non necessariamente, da donna. Alcuni lavorano soltanto come immagine per dei locali, molti altri si occupano del coinvolgimento dello spettatore, facendo i presentatori o ballando e cantando, proprio come faccio io, in spettacoli live. È frequente vederli imitare personaggi famosi, soprattutto icone gay storiche. Qualche drag ha un suo genere prediletto ma non accade sempre. Io eseguo brani anche di cantanti italiani famosi, uomini o donne e se me lo richiedono anche must di artisti gay.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il mestiere di una drag queen è legato alla sua identità sessuale?
Io sono omosessuale. Ma quello della drag queen è un vero e proprio lavoro che non ha a che fare con le tendenze sessuali dell’individuo che si accinge a questa professione. Molti luoghi comuni portano a ritenere che una drag queen sia gay o transgender, in realtà non è sempre così: esistono anche eterosessuali che fanno questo mestiere. Molti non sanno che esistono anche le “drag king” ovvero ragazze che si esibiscono in spettacoli vestite da uomo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E’ un lavoro impegnativo?
Certo. Non si è al corrente di quanta fatica si racchiuda in ogni singolo spettacolo o quanto tempo richieda un travestimento o un particolare trucco. Non esistono “orari di lavoro”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Come si diventa drag queen?
Per quanto mi riguarda, sono sempre stato attratto dal mondo dell’arte, della moda e dei costumi e ho iniziato a realizzare degli abiti per un mio amico che già lavorava come drag queen. Io sono anche costumista teatrale ma all’inizio non avrei mai pensato di esibirmi in degli spettacoli con “queste vesti”. Diciamo che tutto è nato quasi per gioco: nel mio gruppo ero il più estroverso e mi divertivo a intrattenere gli amici, così alla fine ci ho provato. Ho scoperto che esibirmi come drag queen era ciò che riusciva più di tutto a far emergere la mia personalità. Questo lavoro mi ha anche cambiato: nonostante la mia verve, ero insicuro e timido. Adesso non più.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Parliamo del panorama pugliese legato a questo genere di spettacoli.
Bari è la provincia che offre più opportunità di esibizione alle drag queen. I miei primi passi nel capoluogo li ho mossi presso il “Narciso – El Merendero” un night club di Casamassima che adesso ha chiuso. E ora, il 28 luglio, sarò a Giovinazzo in veste di giurato. “Miss Drag Sud” è un trampolino di lancio per tutti gli artisti del trasformismo come me.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Differenze tra Bari e Lecce?
Posso dire con certezza che a Bari, a differenza di Lecce, ci sono molte più colleghe in gamba e professionalmente più preparate. Anche quando mi esibisco in Salento, lavoro spesso con drag baresi. In Salento però ho notato una maggior apertura e predisposizione ai nostri spettacoli anche da parte di persone più adulte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I locali quanto vi pagano una serata?
Il cachet varia a seconda se si tratti di date fisse o se si viene chiamati solo come ospiti per uno spettacolo. Chiaramente sul compenso influisce il target del locale e lo spettacolo richiesto. In media si lavora quattro o cinque ore a serata, anche se spesso ti richiedono di esibirti per più tempo. Ho lavorato anche in Svizzera e in Germania: all’estero i compensi per una serata tendono ad essere superiori. E poi ci sono le feste private, i compleanni, le cerimonie e qualsiasi tipo di ricorrenza con cui si “arrotonda”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per concludere, perché ti fai chiamare “Tekemaya”?
Ho scelto questo nome d’arte ispirandomi a un manga giapponese degli anni Ottanta, arrivato anche come cartone animato in Italia con il nome di “Stilly e lo specchio magico”. La protagonista è una ragazzina che, grazie a uno specchio incantato, riesce a trasformarsi in qualsiasi cosa, pronunciando la formula magica “tekemaia maiacon”. In fondo è quello che faccio io quando mi preparo per le mie esibizioni.
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Scritto da
Maria Carmen Cafarella
Maria Carmen Cafarella
I commenti
- Donato D'Ambruoso - Chi posso contattare per una serata di addio al celibato e nubilato con drag queen show?