L'apnea sportiva: in mare o in piscina senza fiato, superando i limiti umani
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lunedì 13 gennaio 2014
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di Vincenzo Drago
«In media ci si allena tre ore al giorno per tre volte a settimana», spiega Zacheo, attualmente quattordicesimo nel ranking italiano di apnea dinamica e primo in Puglia. «La preparazione – dichiara - si divide in due parti. La prima è quella a secco, cioè fuori dall'acqua, con stretching, palestra (soprattutto per gli arti inferiori) e yoga, per migliorare la respirazione. Con la seconda fase ci si tuffa e si perfezionano le tecniche di nuoto, di solito effettuate con la monopinna».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In piscina le specialità di apnea sono tre: dinamica con attrezzi, dinamica senza attrezzi e statica. «Le prime due – dice Zacheo - consistono nel fare più vasche possibili con un unico atto respiratorio». Gli attrezzi sono le pinne, rimpiazzate quasi sempre dalla monopinna, che garantisce prestazioni migliori. Quella statica si realizza stando fermi a testa in giù poco sotto il livello dell'acqua: una posizione da mantenere il più tempo possibile. Il record mondiale di questa tecnica è di 12 minuti e 11 secondi, fissato dal serbo Branko Petrovic.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L'apnea offre altre possibilità spostandosi in mare. «Di solito la pratichiamo a Polignano - evidenzia l'atleta barese - dove sviluppiamo soprattutto le tipologie dell'assetto costante e dell'assetto variabile. In entrambe le specialità lo scopo è andare il più possibile in profondità, ma mentre nella prima si scende e si risale solo con le proprie forze, nella seconda la discesa prevede l’aiuto di una zavorra». Ci sarebbe anche una terza tipologia, quella che prevede la discesa con un zavorra e la risalita con pallone, il tutto senza nuotare: in questo caso si parla di "No limits", la specialità più estrema. Nel 2012 la leggenda austriaca dell'apnea Herbert Nitsch usò questa tecnica in Grecia andando sotto di 253 metri, un record che però gli procurò problemi di salute a causa dell'elevata pressione sopportata in profondità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ai ragazzi però insegniamo che la sicurezza viene prima della prestazione - rassicura Zacheo - e da parte nostra prendiamo tutte le cautele necessarie. Finora non è mai capitato nulla di grave». Ad ogni modo l'attività agonistica comincia in un età decisamente più alta rispetto agli altri sport: si inizia a 16 anni con la categoria esordienti, ma per essere ammessi a livelli superiori bisogna essere maggiorenni. Il top è rappresentato dalla categoria élite.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La 32enne Roberta De Tullio è stata la prima donna pugliese ad approdare in questa categoria, lo scorso dicembre. Ed è proprio la new entry femminile a "sponsorizzare" l'universo delle competizioni subacquee. «L'apnea ti consente di andare oltre la sofferenza fisica - sottolinea Roberta - domando le paure e imparando a gestire le tue sensazioni negative. E’ una disciplina che però richiede impegno, costanza e sacrificio, qui si tratta di superare i limiti imposti dalla natura: una palestra per la vita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma i costi sono alla portata di tutti? «Noi di solito richiediamo 50 euro al mese - conclude Zacheo - con riduzioni per gli studenti, mentre la monopinna e lo snorkel sono forniti dalla società. A prescindere dalla società a cui ci si rivolge, la spesa è simile a quella sostenibile per un normale corso di nuoto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’apnea "No limits" di Herbert Nitsch:
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