Urla e dubbi: il Salento difende i suoi ulivi da xylella e strane ''ombre''
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martedì 31 marzo 2015
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di Eva Signorile
In migliaia di cittadini si sono ritrovati in piazza Sant’Oronzo per gridare forte e chiaro che loro al piano di emergenza progettato dalla Protezione Civile non ci stanno. Gli ulivi non vanno abbattuti, e gli insetticidi non vanno usati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Eppure tutto è già stato stabilito secondo una precisa calendarizzazione. In primavera si parte con l'aratura e la sarchiatura: operazioni che mirano a distruggere le larve delle sputacchine (gli insetti che trasportano la xylella). In estate, si interverrà direttamente sugli insetti, con l'utilizzo dei fitofarmaci e nel frattempo si procederà all’abbattimento della piante infestate, alberi ormai morti per la maggior parte dei casi, ma che per gli esperti potrebbero contagiare quelli ancora sani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma ciò che più fa infuriare la piazza è che nell’operazione si è deciso di espiantare anche quegli alberi non ancora colpiti che si trovano però nei pressi di quelli infestati: in questo modo si ritiene che potrebbe essere interrotta la marcia della sputacchina, che si pensi non voli ma faccia solo lunghi salti.
Ma i salentini, come detto, non ci stanno. Chiedono più trasparenza nelle indagini effettuate per stabilire la causa del male che sta falcidiando gli ulivi del Tacco d'Italia e poi analisi più accurate e maggiore attenzione a quelle pratiche alternative che sembrano aver dato buoni risultati nella cura di ulivi ritenuti affetti da xylella fastidiosa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Quello che sta per accadere qui in Salento è uno sterminio», afferma Angelo Bonelli della Federazione dei Verdi, presente anche lui in piazza. «Uno sterminio non solo di alberi – continua il politico - ma anche di biodiversità e di cultura. E questo avviene nel quadro di un approccio per niente scientifico che ha portato la stessa Unione europea, in queste ultimi giorni, a chiedere nuovi chiarimenti. Deve essere chiarito anche se, dietro questa "ascientificità", ci siano in realtà fini speculativi».
La politica non esce indenne dalle osservazioni di Bonelli: «La Regione Puglia era a conoscenza dell'epidemia già da diversi anni e solo adesso che il fatto è esploso sta avviando un progetto che richiede l'eradicazione di un milione di ulivi, ma questo significa distruggere un territorio. Eppure sappiamo che ci sono organismi scientifici che propongono pratiche alternative non invasive».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
"L'ascientificità" criticata sta principalmente nel fatto che non esiste ancora a tutt'oggi la certezza che il vero responsabile della moria degli ulivi sia proprio questo "batterio-killer". Per molti manifestanti i test effettuati dagli esperti dell'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari sarebbero stati insufficienti. Del resto anche l'Efsa (European food safety authority) a gennaio scorso ha rilevato la non certezza della responsabilità della xylella nel disseccamento degli ulivi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Si rischia quindi di eradicare un milione di ulivi, senza che ci sia la certezza che questo batterio sia la causa della loro morte», sottolinea Antonia Battaglia di Peacelink-Taranto che, dopo aver espresso queste stesse perplessità all'Unione Europea, ha ottenuto da Bruxelles la proroga di un mese prima che si attui il piano progettato dalla Protezione Civile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Del resto su 17mila ulivi seccati solo 200 avevano la xylella – ci dice Nando Popu del gruppo musicale salentino Sud Sound System -. Si ha il sospetto che questo batterio sia stato usata in maniera impropria per altri fini. Quello che ci dicono molti studiosi, non solo in Italia, ma anche in Sud Africa, dove c'è stato lo stesso fenomeno, è che le piante sono afflitte da funghi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per gli attivisti insomma sono tanti gli aspetti da chiarire: “l’affaire Xylella” presenta troppe ombre. «In molti tifano per un abbattimento degli ulivi – aveva affermato Oreste Caroppo, attivista del Forum Ambiente e Salute, in una nostra intervista del novembre 2013 -. Dai signori del cemento, che potrebbero acquistare uliveti ormai inservibili a basso costo, a chi ha interessi economici legati al flusso di fondi europei destinati all’emergenza agricola, fino alle centrali a biomassa e alle multinazionali specializzate in Ogm, diserbanti e pesticidi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Così nel frattempo c’è chi sta cercando di combattere il “male degli ulivi” con altri metodi, per dimostrare al mondo che una via per salvare gli alberi esiste. Come Ivano Gioffreda, dell'associazione Spazi Popolari, fra gli organizzatori dell'evento, che ha condotto alcune sperimentazioni grazie alle quali, a suo dire, ben 500 ulivi ritenuti malati sarebbero "rinati" e a distanza di mesi starebbero ancora bene. Cure agronomiche tradizionali e "poltiglia bordolese" sono alla base della sua "ricetta" alternativa. Basterà questo per convincere le istituzioni a dare un’altra possibilità agli ulivi pugliesi?
Nel video la protesta in piazza Sant'Oronzo a Lecce contro l'eradicazione della Xylella fastidiosa:
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