Squalifiche, incidenti e infortuni: il destino maledetto di quel grande Bari Primavera
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giovedģ 5 maggio 2016
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di Vincenzo Drago
Abbiamo cercato di ricostruire la loro storia, prendendo in considerazione quel grande undici titolare che allenato da Arcangelo Sciannimanico l'8 giugno del 2000 battè in finale i pari età del Milan nella finale di Misano Adriatico, con un gol di Carrozzieri nei supplementari (vedi foto di Giuseppe Balenzano). Nella formazione mancavano Luigi Anaclerio per infortunio e Antonio Cassano, che con le sue evidenti qualità aveva già guadagnato a 17 anni un posto fisso in prima squadra. Qualità che però anche lui sprecherà nel corso della sua probabilmente incompiuta carriera.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Antonio Narciso (portiere) - Nato a Trani, l'estremo difensore esordisce in prima squadra a 20 anni nel campionato 2000/2001, collezionando le prime e finora uniche sei presenze in serie A. Tre anni dopo diventa titolare in C1 con il Martina Franca per poi approdare tra i cadetti con le casacche di Modena, Albinoleffe e Grosseto. Il 31 maggio del 2012 viene fermato dalla giustizia sportiva per un anno e tre mesi in seguito al suo coinvolgimento nello scandalo del calcioscommesse scoppiato l'anno precedente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Giuseppe Abbrescia (difensore) - Classe 81, il centrale difensivo lascia la Primavera scudettata e non va oltre una carriera fatta essenzialmente di calcio dilettantistico. Real Altamura, Victoria Locorotondo, Liberty Bari, Atletico Corato, Rutiglianese e San Paolo Bari sono solo alcune delle squadre con cui è riuscito a calcare con una certa costanza i piccoli campi di provincia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nicola Fumai (difensore) - Il capitano dei ragazzi campioni d'Italia coglie con la prima squadra un'unica e traumatica presenza. Fa infatti il suo esordio al 73esimo minuto di Bari - Perugia del 29 aprile 2001, la "celebre" gara in cui i galletti, in vantaggio di tre reti, riuscirono a subirne quattro nell'ultima mezz'ora di gioco e a incassare così una rimonta storica. Anche per lui la discesa nelle categorie inferiori è inevitabile. Nell'ultima annata ha militato nel Molfetta, in Eccellenza, allenato dal fratello Muzio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Moris Carrozzieri (difensore) - Con i suoi 192 centimetri di altezza e il suo fisico imponente è l'unico ad aver frequentato a lungo la massima serie, anche se lontano da Bari, con le divise di Sampdoria, Atalanta, Palermo e Lecce. Su di lui pesano però due squalifiche: la prima nel 2006 per un caso di scommesse illegali, la seconda nel 2009 in seguito a un controllo antidoping risultato positivo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Vito Michele Antonelli (centrocampista) - Nella finale di Misano gioca in difesa ma il suo ruolo naturale è quello di centrocampista centrale. Dopo l'esperienza giovanile in biancorosso tocca il punto più alto della sua parabola calcistica facendo la riserva nella Vis Pesaro in C1 e nel 2009 si toglie la soddisfazione di vincere un campionato di serie D con lo Spezia. Proprio in questa categoria nell'ultima stagione ha allenato il Delta Rovigo, fino all'esonero avvenuto all'inizio di marzo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Antonio La Fortezza (centrocampista) - Si dice sia il più forte del settore giovanile dopo Cassano, si scherza su una sua somiglianza (anche estetica) con l'asso spagnolo Ivan De La Pena, si ipotizza anche che abbia una bella "testa calda". Difficile capire l'affidabilità di queste supposizioni. Sta di fatto che dopo sei partite in serie A le speranze del Bari riposte sul mediano evaporano a causa di un incidente in moto che gli costa la rottura del bacino e probabilmente il passaggio all'Inter: anche lui così ripiega in un'onesta avventura nelle serie minori. Nel giugno del 2015 va in contro a guai con la giustizia ordinaria, subendo una condanna a un anno di reclusione per favoreggiamento personale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Pasquale Berardi (centrocampista) - Tra serie A e serie B scende 17 volte in campo con la prima squadra senza lasciare particolari ricordi: si capisce ben presto che la sua dimensione ideale è prima la C1 con Martina Franca, Sambenedettese e Ivrea e poi la C2 con Catanzaro, Paganese e Cassino. Nel marzo del 2015 viene praticamente cacciato dal Villabiagio, società umbra di serie D che gli rescinde il contratto come "conseguenza di un comportamento nocivo in un spogliatoio bellissimo".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gabriele Davanzante (centrocampista) - Dopo il trionfo con la Primavera viene buttato anche lui per due volte nella mischia della prima squadra che nel 2001 retrocede con soli 20 punti in serie B. Trova una certa continuità nelle presenze soltanto a 25 anni con il Monza in C1 e poi in D con Savona, Imperia e Pro Vercelli. «Con la crisi che c'è, ormai, non si vive di calcio ed io voglio pensare al futuro - dichiara nel 2012 -. D'altronde una scelta di vita l'ho fatta quando ho deciso di abbandonare il calcio che conta per la famiglia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Antonio Chisena (attaccante) - Per la punta materana neanche un assaggio di serie A e una carriera abbastanza anonima: sei anni di C2 tra Gualdo e Andria, poi tanti tornei tra i dilettanti a pochi passi da casa con Francavilla, Matera, Real Metapontino, Sporting Altamura e Laterza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Hugo Enyinnaya (attaccante) - Sulla sua avventura nel mondo del pallone si potrebbe scrivere un libro. È l'11 dicembre 1999: il Bari di Fascetti, momentaneamente senza attaccanti, schiera il nigeriano dal primo minuto contro l'Inter affiancandogli un altro sbarbatello, un certo Antonio Cassano. Una follia? Macchè. Hugo apre le danze scagliando un bolide da 40 metri alle spalle di un Peruzzi impietrito, il compagno di reparto completa l'opera a fine partita con un contropiede da leggenda: per entrambi sembra aprirsi un futuro da campioni. Ma mentre il fantasista di Bari Vecchia rivela al mondo tutto il suo talento (e le sue bravate), Enyinnaya viene stordito da una lunga serie di infortuni che lo costringono prima alla serie C, poi al campionato polacco, dove non viene pagato ed è vittima di episodi di razzismo. Torna nel 2009 in Italia per giocare nei dilettanti ma ormai ha perso il suo scatto fulmineo e lo smalto dei tempi migliori: due anni dopo così rientra mestamente in patria dalla sua famiglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Arcangelo Sciannimanico (allenatore) - Oltre allo scudetto del 2000 nel suo palmares compaiono anche il torneo di Viareggio del 1997 e la Coppa Italia Primavera del 1998. Insomma, quando nel 2001 al mister nativo di Loseto viene affidata la panchina della prima squadra la fama che lo precede è quella di "re Mida" del calcio giovanile. Subentra al posto di Fascetti quando la retrocessione in B è ormai a un passo e da lui ci si aspetta un'immediata risalita nella stagione successiva. E invece no: la maledizione della Primavera campione d'Italia non risparmia neanche lui, colpendolo con un esonero piovuto dopo appena dieci giornate di cadetteria e condannandolo a una carriera nelle serie inferiori.
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