Spensierato, genuino e vincente: il campionato di serie D visto dai tifosi baresi
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mercoledì 2 gennaio 2019
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di Marco Gay
È ora di pranzo quando arriviamo nel parcheggio dello stadio. E si vede: ovunque spuntano panzerotti e altre squisitezze portate da casa. Del resto è dal 2011, cioè dall'ultima stagione disputata in serie A, che il team biancorosso non scende in campo di domenica pomeriggio con una certa regolarità. «Ogni volta che c'è la partita mi tocca saltare la tradizionale mangiata in famiglia - ci spiega Michele, uno dei tanti fan che gironzolano attorno all'impianto -. Ho con me solo un panino, ma per la squadra del cuore si fa questo e altro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il clima è rilassato. Il tiepido sole di dicembre scalda una famigliola che ha appena comprato una sciarpa da una bancarella, mentre a poca distanza si aggira Michele, detto "delle riviste", proprio perchè distribuisce ai supporter in coda un giornalino dedicato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ovviamente ad alimentare questa atmosfera di tranquillità c'è il fatto che l'undici guidato da capitan Brienza sta vincendo quasi tutti i match in palio. «L'attesa per il fischio d'inizio è la stessa degli anni passati - evidenzia Augusto, abbonato da più di 30 anni in curva -. È una "malattia" inguaribile. Ma ammetto di non aver mai visto un campionato in cui i nostri beniamini si piazzano stabilmente in vetta sin dalla prima giornata».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Davanti ai cancelli incontriamo pure due amici di nome Giuseppe, soprannominati simpaticamente "i Giuseppe al quadrato". Con le loro birre brindano alla cavalcata del Bari, storcendo però il naso quando si parla della doppio impegno dei De Laurentiis, proprietari allo stesso tempo dei rivali del Napoli. «Li ringraziamo per aver allestito una rosa così forte - sottolineano i ragazzi - anche se è difficile accettare l'idea che gestiscano anche la società partenopea. Abbiamo il medesimo "padre", ma noi e i napoletani non saremo mai fratelli».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Manca poco alla partita e decidiamo così di entrare nell'"astronave" di Renzo Piano, in tribuna est. Tra le colonne alcuni bambini giocano a nascondino, mentre i più grandicelli sfoderano la loro inseparabile sciarpa cantando l'inno diffuso dagli altoparlanti. Diamo un occhio al settore ospiti, completamente vuoto: d'altronde Roccella Ionica, il paese da cui provengono gli avversari di turno, conta solo seimila abitanti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La mancanza di grosse tifoserie avversarie fa sì che l'ambiente sia più disteso - afferma il signor Lorusso, presente con moglie e figli al seguito -. Ed è per questo che dopo diversi anni ho deciso di riportare l'intera famiglia allo stadio. Senza contare che si vince sempre e i piccoli tornano a casa contenti». I fatti sembrano dargli ragione: poco prima dell'intervallo gli atleti di Cornacchini vanno due volte in rete, prima con con Floriano e poi su rigore con Simeri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si va al riposo con un risultato che sembra ormai scontato. Una ventina di spettatori vestiti da Babbo Natale si mettono in posa per una foto di gruppo, mentre gli ultras della curva nord, settore che offre sempre un bel colpo d'occhio a prescindere dalla categoria, dedica uno striscione a un sostenitore scomparso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quanto accade sul campo, almeno per un po', sembra passare in secondo piano. «È un'annata spensierata - dice Giuseppe, altro habitué del San Nicola -. Si ha la sensazione che il Bari possa segnare da un momento all'altro e abbia ogni incontro in pugno. C'è il tempo per distrarsi tra un'azione e l'altra e fare una chiacchierata con gli amici».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Con la serenità che si respira credo sia arrivato il momento giusto per portare per la prima volta mio figlio di 3 anni allo stadio - confessa invece il suo "collega" Marco -. E poi un ripasso di geografia non fa male: andare in trasferta in paesini come Troina, Rotonda e Palmi ti fa scoprire posti altrimenti sconosciuti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A pochi sedili di distanza avvistiamo infine un anziano che ha gli occhi rivolti verso il campo e le orecchie alla radiolina, per ascoltare la cronaca di Michele Salomone: una scena che nell'era degli smartphone sembra quasi d'altri tempi. L’uomo è ben più attento di chi gli sta attorno, quasi abbia già fiutato il pericolo. Il Roccella, che nel frattempo ha accorciato le distanze con Colaianni, decide infatti di farsi un regalo natalizio in anticipo: nello stupore generale pareggia nel recupero, grazie a un gran tiro da fuori area del capitano Amelio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per un attimo l'allegria generale viene meno, con parole poco gentili che piovono nei confronti dell'allenatore e della difesa, quasi incredula per l'accaduto: le gasteme insomma sono le stesse, a prescindere dalla categoria. Ma il sorriso torna scorrendo la classifica: la Turris, seconda, è sotto di ben nove punti e non sarà una gara storta a rovinare questo campionato strano, spensierato e decisamente “genuino”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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