di Alessandra Anaclerio

Musica, a Bari pochi spazi e iniziative: giovani artisti disillusi
BARI - «Da noi c’è paura di scommettere sui giovani. Ecco perché stiamo pensando di spostarci nel Nord Italia». E’ quanto affermano i Nemophonica, una delle tante band musicali baresi afflitte dal poco interesse che le istituzioni locali, secondo il loro punto di vista, mostrerebbero nei confronti di chi cerca di aprirsi una strada nel mondo della musica. Più spazi per esibirsi, un maggior numero di iniziative e più considerazione da chi amministra la città: è ciò che desidererebbero i giovani artisti baresi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Le istituzioni non ci sono, compaiono solo quando c'è da far interrompere qualche iniziativa- denuncia Ventura Petrosino, batterista del gruppo The People Speak-. In Italia se non "appartieni" a qualcuno non vai da nessuna parte ed è inutile stare ad aspettare il “miracolo”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Noi siamo nati da un anno ed è difficile in questa città è riuscire a trovare qualcuno che decida di investire per la produzione- conferma Vittoria Impedovo, voce dei SweetSour-. Cercheremo investitori fuori dalla Puglia, forse anche all'estero, per esempio in Olanda o in Germania, dove “rischiamo” di essere più ascoltati e compresi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Il problema è la scarsa organizzazione di eventi- sottolinea Pierpaolo Martino, bassista dei The Wilde Club-. Per il genere che facciamo noi, il post-rock, è un grosso guaio».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Le istituzioni pensano a tutto fuorché alla cultura giovanile- sono le parole di Dado, cantante dei dei Cambio di Rotta-. A Bari ci sono tante band che  producono brani inediti, però i locali e le istituzioni sinceramente lasciano poco spazio se non quasi nullo ai giovani che come noi vorrebbero esibirsi. Tutti sembrano preferire le cover band».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Insomma, una situazione che appare sfavorevole per tutti gli artisti baresi che vorrebbero tramutare la passione per la musica in mestiere. Eppure le richieste da parte loro non sembrano essere di impossibile realizzazione. C'è chi sogna una «sala multipalco in cui poter proporre diversi generi ogni giorno, creando una specie di festival infinito» o più semplicemente c'è chi desidererebbe «uno o piu spazi di aggregazione giovanile, come quelli che sono presenti in tante altre città italiane». E chi invece sente la necessità di «un posto in cui anche chi non ha abbastanza soldi da potersi permettere una registrazione possa dare sfogo alla sua creatività».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Abbiamo girato le proteste e i desideri dei musicisti all’amministrazione comunale, che di fatto ha rispedito al mittente le accuse. «Bari è una città che ha diversi contenitori pubblici in cui possono esibirsi gli artisti - dichiara l’assessore Gianluca Paparesta- e noi stiamo lavorando per ottenerne altri: stiamo cercando di individuare degli spazi che possano essere utilizzati dai musicisti locali, luoghi in cui potranno suonare tutta la giornata. L’obiettivo è creare un vero e proprio calendario degli eventi aperti al pubblico».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Chissà, non resta che aspettare. In attesa che si compia il “miracolo” gli artisti baresi non restano con le mani in mano, preferendo ricorrere a soluzioni "fai da te". Parte da questo presupposto l’iniziativa “Adotta un  musicista”, pensata dal chitarrista Roberto Antonacci. L’idea, a detta del musicista, è quella «di colorare le vie centrali dello shopping barese, dando in adozione ad ogni commerciante aderente un artista al costo di un caffè caldo, di un riparo in caso di pioggia e soprattutto di una presa di corrente, per utilizzare, fuori dal negozio, la strumentazione necessaria per far della buona musica tutta made in Bari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)




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