Bitetto, Santa Maria la Veterana: quella sorprendente chiesa che conserva affreschi millenari
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martedì 5 ottobre 2021
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di Federica Calabrese - foto Nicola Velluso
L’edificio (anche chiamato l’Annunziata) si trova nella periferia meridionale di Bitetto, paese di cui costituisce il luogo di culto più antico: è infatti sorto tra l’IX e il X secolo sulle spoglie di una chiesa paleocristiana a sua volta costruita su tempio pagano dedicato alla dea Demetra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Grazie all’aiuto della Proloco di Bitetto siamo riusciti a visitare il luogo sacro, chiuso ai fedeli da due anni per via del Covid. (Vedi foto galleria)
Per raggiungere la chiesa da Bari percorriamo la provinciale 206 ed entriamo a Bitetto imboccando corso Garibaldi. Fatti solo pochi metri, in una stretta piazza circondata da basse palazzine, ecco apparire sulla sinistra Santa Maria la Veterana.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La sua facciata, bassa e rettangolare, è veramente minimale. I bianchi conci in pietra che la scandiscono sono interrotti solo da una finestrella centinata su cui si staglia lo stemma del vescovo Marino Scicutella, protagonista di una ristrutturazione avvenuta tra il 1294 e il 1302.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A farci comprendere di essere davanti a un tempio sacro si trova l’adiacente torre campanaria tardoromanica caratterizzata da una porta inquadrata da un fornice a sesto acuto. La parte più alta presenta invece due monofore di dimensioni diverse e una cupola a cipolla di età tardobarocca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non ci resta ora che entrare per andare a scoprire il piccolo gioiello. La struttura a pianta basilicale si apre in tutta la sua preziosità, con le tre navate divise da robusti pilastri quadrangolari sormontati da archi e coperta da volte a botte e a crociera. Ma a catturarci è l’intensa cromaticità delle sue pareti, interamente coperte da raffigurazioni pittoriche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ed è proprio questa la sua particolarità. Nel 700, così come per tutti i templi medievali, anche Santa Maria la Veterana subì infatti dei rifacimenti barocchi, con tele, cornici e altari che andarono a coprire gran parte degli affreschi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma a differenza di altre chiese della terra di Bari, i successivi restauri e lavori novecenteschi riuscirono a salvare le opere celate da duecento anni, evitando nel contempo il posticcio inserimento di nuovi elementi architettonici. E così l’edificio fu riportato al suo antico splendore tardogotico che ancor’oggi lo contraddistingue.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La navata sinistra ad esempio è un tripudio di colori, statue e preziosi manufatti lignei. A catturarci è in controfacciata l’affresco della Madonna in trono col Bambino di XV secolo: qui, ai piedi di Maria avvolta nel suo panneggio azzurro e seduta su un baldacchino, spunta l’immagine di una gentildonna, committente dell’opera. «Si tratta della contessa di Conversano Caterina del Balzo Orsini», ci racconta la storica dell'arte Luisa Palmisano, che ha condotto diverse ricerche sulla chiesa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sulla volta una grande immagine di Dio Giudice sovrasta le nostre teste. Inquadrato in un cerchio su sfondo stellato, con la sua barba folta e i suoi occhi fermi e severi, sembra osservare i fedeli e ammonirli tramite il gesto della mano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella navata destra si trova una scultura in marmo bianco con i rilievi di due leoni affrontati che sorreggono un bucefalo: è un capitello dell’XI secolo che ha perso la sua colonna, andata distrutta durante la ristrutturazione di Scicutella.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Accanto ecco un prezioso paliotto d’altare. Si tratta di uno dei pochi elementi barocchi lasciati qui, oltre alla cantoria lignea del XVIII secolo con balaustra e cassa dell’organo decorate da motivi oro e azzurri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Parliamo di un esemplare rarissimo nel suo genere, realizzato in cuoio dipinto e punzonato con foglie d’argento. Ha una storia particolare: inviato a Firenze per una mostra, si salvò dall’alluvione del 1966, pur subendo ingenti danni. «Dopo una lunga tribolazione ci è ritornato restaurato solo nel 1997», sottolinea Luisa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Addossato a un pilastro giace un trespolo quadrato in ferro, simbolo della ritualità popolare bitettese. «È detta “la passata”– ci racconta la nostra guida -. I bambini vengono fatti gattonare al di sotto di esso come rituale per scongiurare le malattie infantili».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci avviciniamo infine al transetto della Veterana, coperto a capriate lignee, che custodisce anche un altare in legno. Intagliato e indorato su un fondo azzurro, è impreziosito da quattro colonnine tortili e reca al centro una statua lapidea coeva della Vergine col Bambino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’area circostante è interamente affrescata con scene di chiara ispirazione giottesca della vita di Maria a sinistra e della predicazione di Cristo insieme al Giudizio finale a destra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra gli episodi mariani a spiccare è la centrale dormitio virginis (il sonno della vergine). La Madonna distesa nei suoi candidi abiti e con le braccia incrociate è attorniata da uno stuolo di santi nella parte superiore e sorretta da quelli che sembrano paggi inginocchiati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sulla parete opposta si susseguono cornici paradisiache e scenari infernali. Da un lato Abramo, Isacco e Giacobbe con in grembo i beati accolgono le anime tra le palme del Regno dei cieli. Dall’altro un angelo con le mani e la veste color del fuoco sospinge i dannati tra le spire del demonio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Concludiamo il nostro viaggio con l'acquasantiera in pietra che fa bella mostra di sè nei pressi del portone. All’interno della spessa vasca circolare giacciono cinque tartarughe scolpite. «Si tratta di un elemento di continuità con il tempio pagano su cui La Veterana si fonda – spiega la Palmisano –. La presenza di questi carapaci era consuetudine nei luoghi dedicati alla dea Demetra: rappresentano un simbolo di purificazione e rinascita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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