Bari Vecchia e la sua particolare pavimentazione stradale: ecco perché è bianca e nera
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mercoledì 29 gennaio 2025
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di Giancarlo Liuzzi
La principale diversità sta nel tipo di materiale di cui sono composte. Le bianche sono di pietra calcarea, le nere sono invece fatte di basalto e sono chiamate anche “vesuviane” per via della loro origine vulcanica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci sono però dei miti da sfatare.
Primo. Questa pavimentazione, a differenza dei secolari edifici che compongono la città vecchia, non è poi così antica come si crede. Le pietre più vecchie sono infatti solo ottocentesche, mentre le più recenti hanno appena qualche mese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Secondo. La differente colorazione non è dettata, come leggenda vuole, da motivi religiosi o di difesa. Secondo la narrazione popolare infatti le strisce a due colori furono ideate nel Medioevo per disegnare percorsi utili a fuggire in caso di attacco dei nemici. Le chianche bianche portavano verso il centro della città, le nere invece alle chiese e fuori dall’abitato (o il contrario secondo un’altra variante dell’aneddoto).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
C’è anche chi afferma che la pavimentazione nera sia stata realizzata come percorso ad hoc per condurre i pellegrini alla Basilica di San Nicola, senza sbagliare strada.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La realtà è però ben diversa: le basole scure furono introdotte solo XVIII secolo e l’alternanza cromatica è soltanto il frutto di ristrutturazioni e rifacimenti stradali, spesso frammentari, avvenuti nel tempo.
Facciamo quindi un po’ di chiarezza.
Nel territorio barese si è da sempre utilizzata la locale e chiara pietra calcarea per la pavimentazione stradale. Lo dimostrano i resti della via Traiana, datati al II sec. d.C., visibili in piazza del Ferrarese e nel succorpo della Cattedrale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Simili blocchi poligonali, ma di epoca medievale, sono presenti anche nell’area di San Pietro e di Santa Scolastica. Infine durante alcuni scavi archeologici realizzati in piazza Mercantile alla fine del 900, furono trovati ulteriori tratti di basolato in pietra chiara databili tra il XV e il XVIII secolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quindi dalle origini della città sino al 700, a Bari si sono usati solo ed esclusivamente blocchi di bianca pietra calcarea. Fu soltanto a partire dal XVIII secolo che a Bari si iniziarono a utilizzare le chianche nere per le strade. E neanche con molto successo. Queste infatti, a causa della sporcizia e del continuo via vai di carri e cavalli, si ridussero in poco tempo in pessimo stato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel 1813 infatti, durante la dominazione francese del Meridione, fu proposto il rifacimento dell’intera rete viaria di Bari. L’idea era proprio quella di sostituire le basole di origine vulcanica con lastre estratte a Fesca, la più resistente del territorio barese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La massiccia operazione urbanistica fu però eseguita in maniera frammentaria, a causa dell’eccessivo costo dei lavori. Soltanto nel 1833, durante il dominio borbonico, grazie alla ditta dell’imprenditore Paolo De Angelis, si provvide alla totale ricostruzione stradale di tutta la città. E la pavimentazione di Bari ritornò a essere quasi completamente bianca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma arriviamo al 1892, quando a distanza di sessant’anni dall’ultimo restyling, il Comune decise di attuare un nuovo risanamento. Ma questa volta il progetto previde il solo utilizzo di chianche nere. Una foto di fine 800 ci mostra Corso Cavour quasi ancora privo di costruzioni, dove sono visibili centinaia di grandi blocchi di basalto in attesa di essere posati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il borgo nuovo divenne quindi scuro, ma non il centro storico, il cui rifacimento subì diverse varianti e rallentamenti. Nelle foto di strade e piazze di Bari Vecchia, risalenti ai primi decenni del 900, si possono infatti ancora notare le lastre bianche posate quasi un secolo prima.
Arrivati a questo punto della storia quindi il borgo nuovo presentava perlopiù un pavimento nero (novecentesco), mentre il centro storico uno chiaro (ottocentesco).
Ma durante il Fascismo si ritornò ad agire sulla pavimentazione e furono finalmente posate le famose basole nere anche nel centro storico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In due immagini d’epoca che ritraggono piazza dell’Odegitria possiamo ben vedere il cambiamento che avvenne. Nella prima, del 1909, è visibile una pavimentazione del tutto chiara. La seconda, del 1934, scattata dopo i lavori di sistemazione della Cattedrale, mostra invece al centro dello spiazzo una fascia di chianche scure, tutt’oggi ancora lì.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Via via, coi successivi lavori di realizzazione dell’acquedotto e della fogna, le pietre nere furono posate anche nelle altre strade e piazze. Si crearono così delle specie di lunghi “tappeti” scuri con ai bordi le lastre bianche ottocentesche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un interessante studio urbanistico realizzato tra il 1973 e 1976 dagli architetti Ferrari, Quaroni e Renzulli mostra in una mappa la “geografia” del pavimento della città vecchia. Si nota come le lastre di basalto (nella piantina in colore rosso) ricoprivano buona parte delle vie della città vecchia. Le chianche calcaree erano però ancora presenti soprattutto in alcune piazze (largo Albicocca, piazza Federico II, la zona della Cattedrale) e nell’area compresa tra Santa Scolastica e San Francesco alla Scarpa.
Un quadro che è rimasto, a distanza di anni, pressochè inviariato.
Negli ultimi anni si è provveduto solo alla sostituzione, in alcuni casi, delle chianche vecchie con quelle nuove. È stato ad esempio il caso di piazza del Ferrarese, che tra il 1999 e il 2001 (per il piano Urban) è stata ricoperta di moderni blocchi calcarei riconoscibili dalla loro forma rettangolare più ridotta e squadrata rispetto a quelli antichi.
Altri lavori furono condotti nel 2007 nelle strade della zona nord del centro storico. Risalgono infine allo scorso ottobre gli ultimi lavori di ripristino delle basole rovinate. La sostituzione è stata fatta con chianche della stessa dimensione, finitura e colorazione delle precedenti: bianche o nere che fossero.
(Vedi galleria fotografica)
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