Nel Museo Civico il primo libro stampato a Bari, ricordo di un'avventura finita presto
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lunedì 4 luglio 2016
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di Laura Villani
Il volume, dal titolo lunghissimo (“Operette del Partenopeo Suavio in varji tempi et per diversi subietti composte et da Silvan Flammineo insiemi raccolte et alla amorosa et moral sua Calamita intitolate”), testimonia il tentativo di Bari di mettersi al passo con le maggiori città italiane, che avevano fatto della stampa un mercato fiorente e attivo e da quasi sessant’anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una storia che però ebbe breve vita, visto che la tipografia aperta dal francese Gilbert Néhou nei pressi della Basilica di San Nicola, chiuse dopo poco tempo. Lo stampatore trasferì presto i suoi torchi a Venezia, ponendo così fine alla prima avventura editoriale della città di Bari. Bisognerà aspettare il 1603 per rivedere un volume stampato nel capoluogo pugliese: uno scritto giuridico di Sempronio Ascia, edito da Giulio Cesare Ventura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma veniamo alle “Operette”. La copia esposta al Museo Civico (nella foto) è aperta a mostrare il frontespizio, su cui sono illustrati un suonatore di liuto e un Cupido sul punto di scoccare una freccia. Il suo aspetto generale tradisce i segni del tempo: le pagine appaiono fragili e ingiallite e ricoperte da una protezione. Il formato è quello dei “tascabili”, che all’epoca rappresentavano una grande novità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I temi del libro sono eterogenei: vi si trovano infatti sonetti amorosi e rime encomiastiche, morali e spirituali, egloghe pastorali e testi in prosa. Tra i nuovi contenuti che caratterizzano le “Operette” rispetto a un’altra e precedente edizione veneziana, si trova un resoconto del viaggio della duchessa di Bari Bona Sforza per la Polonia: un reportage in versi di una difficile traversata invernale a cui partecipò lo stesso Carmignano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Fu forse proprio il rapporto tra l’autore e la sua signora a far sì che questo volume fosse stampato proprio a Bari, città che Bona Sforza reggeva dal 1524.
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