"Aperti tutta la notte": tra alcol, cornetti e panini viaggio tra la Bari che non dorme mai
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giovedì 15 ottobre 2020
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di Gaia Agnelli e Mattia Petrosino - foto Sonia Carrassi
Si tratta di bar, cornetterie e paninoteche che chiudono alle 4, alle 5, persino alle 6 di mattina, offrendo alcol e cibo. Attività senza posti a sedere, pensati per una consumazione “street”, che devono “fronteggiare” ogni giorno diversi tipi di clienti: dal semplice lavoratore che smonta tardi alle comitive chiassose, sino ad arrivare a bevitori solitari e veri e propri delinquenti.
A Bari i luoghi dove si ritrovano coloro che vogliono “una vita che non è mai tardi” sono i bar Demetra, DevilAngel e Mojiteria-Einaudi oltre alle cornetterie Fratelli Fittipaldi e Il Cornettificio e paninoteche ambulanti quali il Drive In Zia Maria e Da Christian&Alessia. Siamo andati a trovarli (vedi foto galleria).
I Bar – La prima tappa del nostro viaggio è nel quartiere Picone: precisamente in via Giovene, quasi ad angolo con via Petrera. Qui, dal 1996, si trova il Demetra, storico american bar fondato dall’oggi 49enne Pietro Caputo che abbassa le sue saracinesche ogni notte alle ore 5. Fino al 2016 in realtà si trovava al civico 1 della strada, poi si è trasferito di fronte, accanto alla vecchia sede degli Ultras. Il nome fa riferimento alla divinità greca protettrice della gioventù.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’interno, molto piccolo, non prevede posti a sedere: gli avventori consumano infatti la loro bevanda sull’ampio marciapiede prospicente il locale. Quest’ultimo è composto da un semplice bancone in legno dietro cui si staglia un vero e proprio “muro” di bottiglie di superalcolici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Quella di servire i clienti fino a tardi è stata una scelta maturata quando Bari era piena di “discotecari” che affollavano i numerosi night club del capoluogo pugliese – ci spiega il titolare –. Il bar si riempiva così di giovani che una volta finita la serata venivano qui per un ultimo drink. Con il tempo però mi sono fatto un nome e, anche se la città è cambiata, questa “cicchetteria” è rimasta un punto di riferimento per tutti i baresi».
Pietro ci parla degli aspetti negativi dello stare aperto “all night”. «Non sempre passa a trovarci il bravo ragazzo che magari stacca dal lavoro e viene a farsi una birra – afferma–. Soprattutto in settimana gira il “peggio”: persone poco raccomandabili che non fanno altro che ubriacarsi. Non bisogna quindi mai abbassare la guardia. Ma d’altronde io non posso che prendere “il pacchetto completo”».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A pochi isolati dal Demetra si trova un secondo american bar: il DevilAngel, fondato nel 2016 dal proprietario Domenico Anemolo. Frequentato maggiormente da giovani “alternativi”, è situato tra via Garrone e via Timavo su un largo marciapiede che funge da spartitraffico per le due strade. Chiude anch’esso alle 5 e a differenza del locale precedente presenta qualche tavolino all’esterno per appoggiarsi, almeno durante l’estate.
Il nome richiama i “rivali” della notte: i diavoli e gli angeli. L’interno è dominato da musica techno ad alto volume, poltrone in pelle, luci soffuse e una parete scura sulla quale si staglia un cupo quadro “infuocato” raffigurante due anime alate, una bianca e l’altra nera.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una volta entrati, dietro al bancone troviamo le due bariste: la 31enne Annarita e la 22enne Alessia. «Per fare questo lavoro bisogna avere un bel po' di carattere, soprattutto se sei una ragazza – afferma la più piccola mentre prepara un cicchetto–. Per questo arrivata una certa ora preferiamo non restare senza la compagnia del nostro titolare, perché la sera tardi arriva sempre qualcuno che non regge bene l’alcol e crea problemi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci spostiamo ora all’inizio di viale Einaudi, da sempre punto di incontro per i giovani “alla moda”. Qui si trovano, uno accanto all’altro, due posti “notturni”: un bar e una cornetteria. Il primo è la“Mojiteria”, aperto fino alle 4.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Oltrepassato il gazebo d’ingresso, lì dove sono posti i pochi tavolini sui quali è possibile poggiarsi per bere cocktail e sfidarsi a chi manda giù più cicchetti, veniamo accolti dal 35enne “capo” barista Michele, situato dietro il variopinto bancone che richiama atmosfere tropicali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Il locale è stato aperto nel 2016 dal proprietario Ferdinando Longobardi – spiega – e unisce il bere alla musica latino-americana che diffondiamo attraverso dei dj set. Per quanto riguarda noi gestori, posso dire che viviamo “al contrario”, proprio come i pipistrelli e i vampiri».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Poi, mentre prepara un drink, ci descrive un suo abituale turno nel bar. «Più si fa tardi più è facile che passino gli “zombie”, individui che nemmeno si reggono in piedi – dice –. Spesso mi capita di assistere a discussioni accese per futili motivi, anche se a volte ti ritrovi davanti a persone che bevono per dimenticare, raccontandoti tutti i loro problemi. E in quei casi ti devi trasformare in una sorta di psicologo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le Cornetterie – Sempre su viale Einaudi si trova come detto una cornetteria aperta tutta la notte: è quella del Fratelli Fittipaldi. Ci eravamo già occupati di questi particolari posti, frequentati da coloro che prima di andare a dormire si concedono qualcosa di dolce. Si tratta dei laboratori che riforniscono i bar diurni e che, “già che ci sono”, vendono anche al dettaglio ai golosi del "popolo della notte".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La cornetteria predetta, attiva dal 1999, è aperta al pubblico addirittura sino alle 9. Ad accoglierci all’interno è il 49enne Giovanni Fittipaldi, fratello del “Baffone” di via Mitolo, altro cornettaro che chiude di mattina. «Ormai sono abituato all’idea di vivere quando gli altri sono a letto – ci dice mostrandoci conchiglie e kraphen – e quasi tutte le notti devo “ingoiare la pillola”, perché capita spesso che chi ha bevuto un bicchiere di troppo non voglia pagare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per fortuna però non tutti i suoi clienti sono così poco affidabili. In tanti vanno infatti a trovarlo per una semplice chiacchierata, soprattutto chi smonta dai locali serali o chi sta iniziando il proprio turno di lavoro. «Restando aperto dalle 19 alle 9 conosco a memoria tutte le abitudini dei miei avventori – conclude Giovanni–. E so perfettamente a che ora verrà a trovarmi il ragazzino vivace, il pizzaiolo e il muratore».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Altro “dolce luogo” aperto praticamente sempre è il “Cornettificio” di corso Alcide de Gasperi, situato a due passi dal Carcere. L’esercizio, fondato nel 2007 dal 35enne Tommaso De Nicolò, sforna croissant addirittura sino alle 14 del pomeriggio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
All’interno veniamo accolti dall’assonnato titolare alle prese con muffin e calde ciambelle esposte in una lunga vetrinetta. «Mi sono svegliato da poco – ironizza Tommaso con gli occhi ancora socchiusi –. Con questi turni andiamo a dormire quando il resto della gente pranza: abbiamo il fuso orario spostato di 12 ore. Ma d’altronde ho creato questo cornettificio sette anni fa con lo scopo di farlo diventare un punto di riferimento: sono contento di esserci riuscito».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le Paninoteche ambulanti – Ultima tappa del nostro viaggio sono le paninoteche ambulanti, le cosiddette “pane e merda”, che quietano la fame di avventori di vario tipo, anche di quelli che per reggere l’alcol hanno bisogno di mettere qualcosa sullo stomaco.
Roulotte che vendono per strada panini e patatine un po’ in tutti i quartieri della città, anche se le più famose sono quelle presenti sul lungomare Araldo di Crollalanza. Qui, proprio di fronte a N’dèrr’a la lanze, si trova ad esempio il “Drive In Zia Maria”, attivo sin dal 1980.
Fondato dalla signora Maria e da suo marito Tommaso, è oggi gestito dal loro figlio Stefano, di 39 anni, che incontriamo mentre è intento a servire un hamburger. «La clientela cambia a seconda dell’orario – afferma il giovane –. Se prima vengono a trovarci ragazzi affamati che magari hanno finito di giocare a calcetto, poi andando avanti l’età si alza con l’arrivo dei camerieri e dei baristi dei locali situati qui vicino».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E naturalmente non mancano mai, tra la “gente della notte”, coloro i quali sono alle prese con serate alcoliche, anche se il proprietario dichiara di non aver mai avuto problemi con il proprio lavoro. «Li conosciamo tutti, siamo qui da sempre – ci spiega –: questa roulotte è diventata ormai un punto di riferimento. E poi è vero che rimaniamo aperti sino alle 6, quando sul mare comincia a sorgere il sole, però una cosa è certa: di notte si guadagna bene».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qualche metro più avanti, andando verso Piazza del Ferrarese, è attivo un altro “pane e merda” che chiude alle 6 del mattino: si tratta della “Paninoteca Da Christian&Alessia”, attiva dal 2007. L’insegna rimanda ai nomi dei due figli adolescenti dei 40enni proprietari Michele Laudo e Antonietta Vernone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Abbiamo avuto l’idea di aprire questo esercizio perché il cibo non fallisce mai», afferma la donna, che però a differenza del collega precedente si lamenta per le persone che frequentano il suo “locale”. «C’è sempre chi non vuole pagare – sottolinea – e così arrivate le 4, data l’esperienza, serviamo il panino solo dopo aver ricevuto in mano i contanti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Se ne vedono di tutti i colori – incalza suo figlio Christian -: ladri, alcolizzati, drogati. Nascondiamo addirittura una mazza da baseball per difenderci nel caso in cui qualcuno voglia aggredirci. Ma che ci possiamo fare: questo è il nostro strano lavoro e ce lo teniamo ben stretto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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I commenti
- Giuseppe C. - Bell'articolo che insieme agli altri di questo utile (almeno per me) sito permette di sopperire - almeno in parte - alla mancanza di quelle che un temo erano le Pagine Gialle. Mi ha sorpreso molto l'espression: "pane e merda" che indica un gergo o un cambbiamento che sembra in essere che descrive bene quello che ho sempre pensato su quel tipo di locali. Igienicità degli alimenti, qualità del servizio, prezzi. In genere la baresità non include espressioni così nette e critiche; forse sta cambiando? Spero di sì.