REattore, la ''compagnia'' teatrale retta da una sola persona: Fabio Giacobbe
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lunedì 2 dicembre 2013
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di Alessandra Anaclerio
Fabio, la tua compagnia è composta solo da te…
Sì, io scrivo i testi, recito e scelgo la scenografia. Ho voluto creare qualcosa di mio e basta, anche perché ero stanco di chiedere favori. E così ho fondato REattore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il nome dice tutto infatti.
Il nome che ho scelto nasce tanti fa a Bologna, in un pomeriggio uggioso, quando, entrando in un locale, alcuni amici mi dissero che io dovevo essere il "re degli attori".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Riesci a fare tutto da solo?
In realtà mi avvalgo dell’aiuto di persone a me vicine: mia madre, che mi dà una mano nella gestione della posta elettronica e nei conti e la mia fidanzata Giulia, che mi aiuta con la scenografia e i costumi. Diciamo che non mi faccio affiancare da nessuna persona che di cui non possa fidarmi totalmente, come appunto le donne della mia vita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma in scena c’è qualcuno con te…
Certo, all'occorrenza mi faccio spalleggiare da professionisti che però devono avere sempre qualche legame con me. Un esempio è Pietro Genuardi. Lui è un grande attore che io stimo ed è stato il regista dello spettacolo su Califano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Parliamo del tuo spettacolo su Califano. Come mai questa scelta?
Perchè Califano si è rialzato tante volte, dopo vicende incredibili come quella che lo ha visto finire in carcere. Io nello spettacolo lo racconto come se fossi un suo amico. Sinceramente quando ero in difficoltà mi sono ripreso prendendo proprio lui come esempio. Poi lui è stato un grande poeta. Lo spettacolo altro non è che un insieme di diversi monologhi che raccontano Califano, alternati dalle sue canzoni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Che sono interpretate da una donna…
Questa è stata una scelta di Pietro Genuardi. Per l'interpretazione delle canzoni abbiamo selezionato una cantante, una donna, Cristina Siciliano, accompagnata al pianoforte da Alberto Iovene. Il motivo è che Califano ha una voce troppo identificabile perciò, se i suoi brani fossero stati interpretati da un uomo, ne sarebbe derivata solo una “brutta copia”. Da qui l’idea di stravolgere tutto e affidare a una donna le canzoni del Califfo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quando e come hai iniziato a far teatro?
Recito da quando avevo 19 anni. Ho iniziato il primo corso di teatro per terapia. All'epoca feci un incidente con la moto e rimasi sulla sedia a rotelle per due mesi. Ero arrabbiato con il mondo intero, per questo mia madre mi propose di far recitazione, per sfogare in un certo senso quello che era il mio stato d'animo. Poi da una semplice terapia capì di esser portato per questo. Il teatro infatti mi ha aiutato ad uscire da una crisi, facendo però entrare in crisi tutti quelli che mi stavano accanto. Prima dei 30 anni avevo l'obiettivo di apparire in un film e ce l'ho fatta. Ho recitato una parte nel film "Manuale d'Amore" con Carlo Verdone, mio idolo. Poi per due anni e mezzo ho lavorato in radio. E poi sempre teatro, teatro e teatro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un giovane attore può arrivare al successo rimanendo a Bari?
Assolutamente. Dipende dalla misura del successo che vuoi. Se per successo si intende fare il proprio lavoro bene, non è necessario esser riconosciuti da tutti e quindi anche a restando a Bari puoi essere soddisfatto del tuo lavoro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Progetti?
Mi piacerebbe metter su uno spettacolo innanzitutto su Franco Franchi. Anche se non nego che al momento non mi dispiacerebbe continuare a proporre il mio Califano, girando magari per tutti i piccoli comuni italiani.
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Scritto da
Alessandra Anaclerio
Alessandra Anaclerio