I RetròGusto: «Facciamo ballare i baresi a ritmo di swing italiano»
Letto: 10632 volte
martedì 9 settembre 2014
Letto: 10632 volte
di Nicola Paparella
Come avete cominciato?
Ci siamo fatti le ossa con gli standard jazz. Poi ci siamo spostati verso lo swing italiano, genere musicale che adoriamo. Ora siamo in piedi da un anno e mezzo e ci stiamo facendo conoscere sempre più, tra serate, matrimoni, pizzerie, locali, ma anche rassegne musicali. Veniamo tutti da studi classici. Lo swing può apparire in apparenza semplice da suonare, ma non lo è: se suoni questo genere devi avere una preparazione musicale solida. Non dimentichiamoci che lo swing si rifà alle strutture armoniche del jazz, quindi la componente dell’improvvisazione è fondamentale. Spesso ci si trova di fronte ad accordi complessi o al cambio da una tonalità all’altra all’interno di uno stesso brano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Lo swing: traduciamo per i profani?
E’ un genere musicale che nasce dal jazz degli anni Venti fino ad arrivare a diventare un genere a sé stante. Parliamo di un tipo di musica estremamente ballabile, caratterizzato da un andamento ritmico "dondolante", in levare (in inglese “to swing” significa appunto dondolare). Lo swing italiano si rifà a quello americano, come un po’ tutta la musica. E noi ne siamo appassionati a tal punto da aver messo su una band. I testi sono spesso scanzonati e leggeri, ma mai frivoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Chi sono i rappresentanti dello swing italiano?
Lelio Luttazzi, Natalino Otto, Nicola Arigliano, Renzo Arbore e Sergio Caputo. Il brano “In cerca di te” di Gigi Beccaria ne è un grande esempio, ma ne potrei fare molti altri. Noi cerchiamo però sempre di suonare i brani meno commerciali, meno “mainstream” e tutte le cover sono riarrangiate da noi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma componete anche pezzi inediti…
Sì e cogliamo l’occasione per sottolineare che per noi la cosa più importante è svincolarsi dall’etichetta delle cover band, offrendo a chi ci ascolta qualcosa di nostro. Si può tranquillamente affermare che dopo Caputo manca una vera e propria prosecuzione del genere swing italiano. E qui entriamo in gioco noi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il titolo di qualche vostro brano?
“Io mi chiamo Mario”, “Con te è meglio”, “Da quando ti conosco”. Tutti brani in stile swing ovviamente, con contaminazioni bossa, latin, pop o addirittura soul, come avviene spesso nei brani di Caputo o nel primo Pino Daniele. I nostri testi, rigorosamente in italiano, parlano in modo ironico dell’uomo, delle sue abitudine e manie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Bari è capace di ballare a ritmo di swing?
Finora la risposta del pubblico ci è sembrata sempre positiva. Ad essere onesti la difficoltà maggiore è riuscire a definirsi, a spiegare cosa suoni. Spieghiamo: se entri in un locale e dici al proprietario che suoni rock, blues o jazz capisce quasi sempre di cosa stai parlando o comunque nel peggiore dei casi ne ha una vaga idea. Nel nostro caso a volte può essere difficile spiegare al gestore che tipo di musica facciamo. Non avere una “collocazione” precisa rischia di essere un grosso limite.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel video il brano dei RetròGusto “Io mi chiamo Mario”:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Nicola Paparella
Nicola Paparella