Il pittore Claudio ''Bax'' Barile: «I miei quadri fanno ridere l'anima»
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lunedì 5 gennaio 2015
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di Vito De Tullio
Quindi sei un nipote d’arte…
Sin da quando ero bambino ho avuto la fortuna di vivere in una casa piena di opere d’arte grazie a mio nonno materno, Franco Bux, che durante il secolo scorso ha creato dei dipinti che ancora oggi continuano a rappresentare per me una vera e propria fonte di ispirazione. E’ proprio grazie l’osservazione dell’arte che mi circondava che decisi da subito di dedicarmi alla pittura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quali tecniche utilizzi per dipingere?
La tecnica che prediligo è quella a inchiostro, in particolare il sistema di disegno “in negativo” o “a riempimento”. Lavoro “al contrario”, non disegno nero su giallo ma giallo su nero: dipingo prima lo sfondo, nel senso che creo dapprima un labirinto di sagome, forme e dettagli, poi riempio tutti gli spazi, inserendo il soggetto principale. Un’altra tecnica a me molto cara è quella del collage: spesso vado a inserire un singolo disegno su una tela che ho già dipinto in precedenza, prevalentemente in acrilico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
C’è uno stile pittorico a cui fai riferimento?
Ho sempre ammirato le opere di artisti del 900 come Pablo Echaurren, Maurits Cornelis Escher e Jean-Michel Basquiat e infatti lo stile pittorico che prediligo e a cui mi sono sempre ispirato è il pop/surrealista. Parliamo di una forma di arte contemporanea nata in California alla fine degli anni 70 e che affonda le sue radici nella cultura underground, nell’arte pop, nei graffiti, nell’iconografia gotica, nel linguaggio dei comics e dei cartoon: universi grafici rivisitati e spesso mescolati alle atmosfere del surrealismo e al mondo ludico dell’infanzia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Che cosa vorresti comunicare?
Il tratto, il punto, la linea, pongono un accento metafisico alle opere. Il mio desiderio è quello di riuscire ad abbinare la rappresentazione di un soggetto principale, collocato in uno spazio e in un tempo non ristretti in rigorosi schemi, unita a quella che definisco una cascata di mille dettagli che la circondano. Questa è il mio concetto di pittura. Desidero quindi trasmettere una positività di fondo a chi osserva le mie opere, ossia uno slancio estetico che possa creare tramite un soggetto stilizzato nella mia arte, un collegamento con la vita reale di tutti i giorni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Riesci a vendere i tuoi quadri?
Riesco a rendere acquistabili soprattutto i miei quadri di dimensioni più piccole, vendendoli a prezzi proporzionati al portafoglio della classe sociale media e medio alta di Bari. La soddisfazione più grande l’ho avuta recentemente quando un gestore di un bed & breakfast ha acquistato alcuni miei quadri per arredare la sua struttura. Purtroppo il rammarico più grande che avvertiamo sia io, sia i miei colleghi è più che altro dovuto al fatto che molto spesso coloro che acquistano un quadro o lo rivendono a un prezzo più alto oppure lo utilizzano come oggetto di scambio. Si sta perdendo il concetto di avere un dipinto nel proprio salone di casa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le mostre d’arte aiutano?
A Bari ho sempre avuto difficoltà a far emergere le mie opere all’interno delle mostre d’arte. In provincia, a Polignano a Mare, Giovinazzo, Sannicandro e a Ostuni mi è stata data la possibilità di esporre, però sono sempre io che ho sempre dovuto affrontare la maggior parte delle spese economiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nonostante questo vorresti continuare a fare dell’arte il tuo lavoro?
Una volta rimasi a dir poco basito quando un signore mi disse “Il pittore serve meno dell’aria condizionata a dicembre”. Ma io ogni giorno dipingo, mi impegno e metto tutte le mie energie in ciò che per me è un vero e proprio lavoro. Uno dei miei desideri più grandi è riportare la pittura alla valenza che aveva un tempo, come nel 500, quando in punto di morte i sovrani preferivano, sul punto di morte, avere al proprio fianco il committente pittore che gli dipingesse un’opera, per dare giovamento allo spirito. Una volta una donna mi disse: "Claudio, i tuoi quadri fanno ridere l'anima". Ecco, è questo il mio obiettivo: quello di generare un sorriso, una lacrima o un ricordo in chi osserva un dipinto firmato “Bax”.
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Scritto da
Vito De Tullio
Vito De Tullio