Cisky, pittore ''pop'': «Per me violare significa dipingere con il viola»
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giovedì 27 settembre 2012
di Roberta Lisco
BARI - Francesco Gabriele, classe 1981, più noto con il soprannome di "Cisky", è un pittore barese che, caso più unico che raro, è riuscito a trasformare la sua passione in una professione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quando hai scoperto la passione per la pittura?
Probabilmente all’età di 5 anni, quando ho iniziato a dipingere Topolino sui supporti di cartone dei collant. Aneddoti a parte, la propensione all’arte scorre nel sangue della mia famiglia e non escludo che ci sia qualcosa di ereditario, dato che mio nonno Francesco era un meraviglioso artista naif.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Guardando le tue opere (disegni su tela e complementi d’arredo) emerge una caratterizzante impronta pop. Una corrente artistica che va per la maggiore...
In effetti molti si avvicinano alla pop art perché è di facile accesso e "funziona" economicamente. Io pero' non potrei esprimermi diversamente se non attraverso questa corrente artistica. In fondo, sono figlio dei miei tempi: magari se fossi nato a Parigi in un’altra epoca avrei dipinto i vicoletti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E’ difficile emergere in una città come Bari?
Bari ha tante potenzialità, non è dispersiva e di conseguenza è più facile essere notati. Purtroppo, a differenza di altri luoghi, c’è una sensibilità inferiore per l’arte. Se qui ti chiedono che lavoro fai e tu rispondi il pittore, non bisogna rimanere stupiti nel sentirsi dire: “Dai, sul serio, quale lavoro fai?”. Cosa che non accadrebbe a Milano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Se ne avessi la possibilità andresti via?
In questo momento direi di no: qui lavoro, questa è la mia terra, ci sono le mie radici e nei luoghi della mia città traggo ispirazione. Mai dire mai, però, io non vivo alla giornata ma al "quarto d’ora"
Pero' hai girato un po' per l'Italia prima di decidere di tornare in Puglia
Sì. Durante una vacanza un’amica mi propose di fare una mostra a Bologna, idea subito accolta e realizzata. Poi sono andato a Milano. Qui, complice una t-shirt dipinta da me a mano che colpì l'attenzione della presentatrice Paola Barale, ho cominciato a lavorare per l'azienda di Raz Degan. Ma il lavoro era saltuario, a differenza dell’affitto che dovevo pagare. Così sono tornato qui.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Oggi tra i tuoi clienti puoi vantare qualche nome famoso?
Leonardo Bonucci, difensore della Juventus e della Nazionale e alcuni nomi di spicco del panorama politico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I protagonisti indiscussi del tuo lavoro sono i colori: quali sono le tonalità che più ti rappresentano?
Il viola, perché per me violare significa dipingere con il viola. Il verde, perché lo associo ai viaggi e alla natura, ma anche il fucsia e l’arancio. Scelgo i colori forti, che non passano inosservati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per informazioni su Cisky: www.facebook.com/pages/Cisky/124186467601