Sanremo Giovani, in finale c'è la barese ''Una'': «Temi delicati per brani orecchiabili»
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mercoledì 25 novembre 2015
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di Mina Barcone
Quando inizia il tuo percorso musicale?
Ho studiato pianoforte ma poi ho abbandonato, perchè per me la musica è un atto istintivo, puro e viscerale, ma soprattutto collettivo. Quindi mi circondo di persone competenti che hanno le capacità tecniche in grado di compensare i miei limiti. Non ho mai frequentato accademie musicali, non suono uno strumento, ho solo ascoltato tanta musica sin da piccina e ho sempre cantato da che ho memoria. Il mio primo disco da solista, “Una, nessuna, centomila”, è stato pubblicato nel 2013, ma è dal 2005 che compongo e ho suonato anche all’estero. Non potrò mai dimenticare la mia prima esibizione negli Stati Uniti: quella è stata la prima volta che ho cantato di fronte a un pubblico straniero e vederlo danzare e battere le mani è stato incredibilmente emozionante, la conferma che la musica supera ogni barriera linguistica ed etnica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Che tipo di musica fai e a chi ti ispiri?
In generale mi ispiro a tutto ciò che mi trasmette emozioni, che sia un brano classico, folk o addirittura sperimentale. Ma in particolare cerco sempre di restare fedele a me stessa, di adottare un linguaggio musicale e poetico semplice e personale. Il genere musicale che faccio è contaminato dal folk e dal rock, lo definirei (azzardando) “pop d'autore”.
Componi tu?
Sì, melodie, parole e musica sono quasi sempre scritte da me, mentre l'arrangiamento è di solito affidato ad altre figure, come Gianni Masci, il mio chitarrista.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I tuoi testi parlano di amore spesso anche in modo irriverente, è il caso di “# Scopamici”, brano del tuo secondo album “Come in cielo così in terra”....
Mi piace parlare d'amore in maniera realistica e non romanzata: #Scopamici è una fotografia di come molti di giovani vivono l'amore oggi. E' la storia di un'amicizia colorata dal sesso, una relazione dove i progetti e i momenti condivisi insieme non superano la settimana. Ma ci sono anche testi come "Stiamo bruciando" dove il tema dell'amore è trattato in modo estremamente intenso. Anche se la forma delle mie canzoni è spesso semplice e orecchiabile, per i testi ho sempre scelto temi delicati come ad esempio l’amore di un’adolescente per una donna molto più adulta (“Professoressa”), o argomenti quali l’emigrazione, l’amore per la propria terra (“Sotto il cielo dell’Ilva”) e l'omofobia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Questo “impegno” nella scrittura non cozza un po’ con la volontà di partecipare a un festival così “conformista” com’è quello di Sanremo?
Sanremo è tradizione. E' vero ci sono state edizioni di qualità e altre meno belle, ma sono italiana, scrivo in italiano, faccio pop e francamente sarei bugiarda se dicessi che non sogno di arrivare sul palco dell' Ariston.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Alla gara per accedere al festival hai portato “Amare stanca”: è un brano nuovo?
No, l'ho scritto più di tre anni fa e presentato al festival altre due volte: la prima volta è stato escluso in semifinale, la seconda non è nemmeno rientrato tra i primi 60. Probabilmente i tempi non erano ancora maturi, speriamo lo siano diventati. E’ un brano sincero e molto schietto che comunque vada avrò la possibilità di cantare il 27 novembre in diretta su Rai Uno, visto che la finale per accedere a Sanremo Giovani sarà trasmessa in tv. Per me si tratta di un’occasione unica che non voglio fallire.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il video di “# Scopamici”:
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Mina Barcone
Mina Barcone