''L'eroe'', primo film di Tancredi Di Paola: «Contro l'indifferenza della società»
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lunedì 15 ottobre 2012
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di Rachele Vaccaro
Tancredi, com’è nato questo cortometraggio?
Ho scritto questa storia un paio d’anni fa. Una domenica pomeriggio, passeggiando tra la folla in via Sparano, vidi tre giovani sui diciotto anni che picchiavano un ragazzino molto più piccolo di loro. I passanti li guardavano distrattamente e scuotevano la testa. Due signori si fermarono accanto a me e iniziarono a criticare la società malata in cui viviamo, senza alzare un dito per difendere il ragazzo. Poi andarono via. Avevano assunto lo stesso atteggiamento di omertà che criticavano. Tornato a casa pero' mi resi conto che neanch'io avevo fatto nulla per aiutare quella persona. Da qui è nata l'idea del film, che per me era un modo per fare qualcosa contro l'indifferenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qual è la scena clou dell’Eroe?
La chiave è nella conclusione. Il protagonista, Vittorio, è deciso a rinunciare ai suoi ideali finché non gli sovviene un ricordo: è l’immagine di una ragazza che ha salvato da un tentativo di stupro, che lo ringrazia per averla aiutata. È lì che capisce di essere non un supereroe, ma un eroe. Non ha poteri speciali né doti fuori dal comune, ha solo bontà d’animo e un forte senso civico.
Il messaggio che c'è dietro questi 16 minuti di riprese?
Vittorio non è buono perché vuole farsi grande o perché pensa sia giusto aiutare gli altri, lo è perché segue i modelli di supereroi da fumetto. Gli altri sono il fine, non lo strumento attraverso il quale si realizza il suo desiderio di rendersi utile. Anche se sembra un luogo comune, dovremmo imparare a pensare al bene altrui più spesso di quanto non facciamo e tralasciare la figura del supereroe senza difetti che esiste solo nelle nostre fantasie. Il comportamento di Vittorio però fa riflettere anche su un altro aspetto della nostra società: spesso ci si comporta in una determinata maniera perché si vuole emulare qualcuno e non perché si crede davvero in ciò che si fa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Hai 17 anni: quanto difficile è stato realizzare il film?
È stato divertente. Diversi miei amici e parenti hanno partecipato come attori e mi hanno aiutato con la regia: è stato bello lavorare tutti insieme. Il budget del cortometraggio non ha superato i 300 euro: non abbiamo girato con attrezzature da professionisti, ma abbiamo fatto del nostro meglio per trasmettere il messaggio in maniera chiara e incisiva. Il corto è stato filmato in parte a Parco Perotti, alla Fiera del Levante e a casa mia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La tua passione per il cinema quando nasce?
Ho ricevuto in regalo la mia prima videocamera a otto anni, ma in realtà registravo tutto già da piccolo. Adesso frequento quasi tutti i giorni le lezioni che si tengono presso l’Accademia del Cinema di Enziteto, dopo aver seguito per due anni il corso di regia presso il liceo Scacchi. Per la mia scuola ho anche realizzato un video per un progetto scientifico riguardante l’utilità delle energie rinnovabili e la pubblicità del cineforum scolastico. Ho anche aperto un canale youtube con il mio amico Giorgio, dove carichiamo brevi e divertenti video.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sogno nel cassetto?
Fare esperienza all’estero e diventare un bravo scrittore e regista cinematografico. Emergere in Italia è difficile, specialmente se sei al Sud e hai solo 17 anni come me. Ma se c’è la passione, tutto è possibile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il trailer dell'Eroe:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Rachele Vaccaro
Rachele Vaccaro