Michele Tataranni, regista barese candidato ai David: «Ho il privilegio di poter sognare»
Letto: 8888 volte
venerdì 6 aprile 2018
Letto: 8888 volte
di Raffaele Caruso
Come è sbocciato il tuo amore per il cinema?
Già da quando ero piccolo. Inventavo un qualsiasi malore per saltare la scuola e poter vedere un film. Questa passione per la settima arte mi è stato trasmesso soprattutto da mio padre che vantava una cospicua collezione di vhs: ogni sabato potevamo viaggiare e sognare grazie a un lungometraggio diverso. Dopo aver terminato la scuola superiore ho deciso così di studiare regia all’Accademia di belle arti di Bari dove mi sono laureato in scenografia, per poi trasferirmi a Roma dove ho frequentato l’Accademia di cinema e televisione Griffith.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E dopo gli studi hai cominciato a girare…
Sì. Il mio primo corto, “Margini”, l’ho realizzato nel 2016. I protagonisti sono degli emarginati della società volutamente messi, appunto, ai margini dell’inquadratura e mai ripresi centralmente: insomma così come sono visti e giudicati con gli occhi degli “altri”. Con questo film sono riuscito a vincere il premio come miglior regista ai festival Chandler International e Barcelona Planet.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’anno scorso è stata invece la volta di “Atestalta”, candidato tra l’altro ai David di Donatello…
Atestalta è un cortometraggio che nasce dall'idea di un mio amico sceneggiatore, Andrea Corbo, anche lui di Bari. Nel film si parla di quanto i luoghi comuni e gli stereotipi ci spingano a percepire e credere che le cose vadano in un determinato modo, quando magari la realtà è tutta un’altra. E’ ambientato interamente a Roma e vanta la collaborazione di promettenti attori quali Antonella Attili, Illir Jacellari e Luca Filippi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I tuoi registi preferiti?
Amo i più grandi, quelli che hanno fatto la storia: Kubrick, Leone, Hitchcock, Fellini, Lynch. Tra tutti però il mio prediletto è Steven Spielberg. Penso che abbia cambiato e rivoluzionato il mondo del cinema, lasciando un’impronta con tanti film di culto. Basti pensare a “E.T.”, “Incontri ravvicinati del terzo tipo” o “Lo squalo”: lungometraggi che hanno lanciato mode e manie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E dal punto di vista tecnico a quali di questi maestri ti ispiri?
Non ho un vero e proprio modello: cerco di essere me stesso e di non imitare nessuno. In fin dei conti ai registi è concesso sognare per proporre il loro modo di vedere le cose. È un grande privilegio e allora perché si dovrebbe emulare qualcun altro?
Il trailer di “Atestalta”:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Raffaele Caruso
Raffaele Caruso