Il progressive rock dei Prometheo: «Cantiamo di fuochi rapiti e di amori insensati»
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martedì 10 dicembre 2019
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di Giulia Mele
Partiamo dagli esordi: la band nasce 11 anni fa…
È stata creata nel 2008 sotto l’impulso di Alessandro Memmi, unico membro superstite della formazione originale e principale compositore e autore dei nostri brani. In questi anni Alessandro si è esibito in vari locali del barese con una formazione che però variava continuamente, fino a quando si è finalmente composto il gruppo “giusto” di persone, quello ha posto le condizioni per mettere su un progetto molto articolato che prevede molti passaggi e tanta collaborazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È nato così “D’un fuoco rapito, d’un giovane uomo, d’un amore insensato”.
Sì. Parliamo di un insieme di canzoni scritte tra il 2008 e il 2009 che hanno dato forma a un spettacolo musicale ispirato alla tragedia del “Prometeo Incatenato” di Eschilo. Un lavoro che abbiamo presentato in diversi locali, teatri e associazioni culturali, fino alla sua pubblicazione avvenuta lo scorso 15 ottobre. In realtà in precedenza avevamo inciso una demo che però non abbiamo mai pubblicato. Poi è arrivata l’occasione: il bando Puglia Sounds Record della Regione Puglia che ha finanziato quaranta progetti musicali da parte di artisti esordienti, tra cui il nostro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’album si ispira a Prometeo, che è anche la figura mitologica che dà il nome alla band…
Il nome del gruppo è venuto dopo aver scritto il nostro primo brano, “Il ratto del fuoco”, nel 2008. Prende spunto proprio dal mito del furto del fuoco da parte del Titano, quello che ha dato il “la” al progresso. Quella canzone ha ispirato tutto, anche il resto dei brani. Il disco parla infatti proprio della società che avanza: un qualcosa che da un lato ci affascina (basti pensare che due dei nostri componenti lavorano nel campo tecnologico e scientifico), ma che dall’altro lato ci preoccupa. Questo perché spesso le nuove scoperte non vengono usate con consapevolezza, ma solo per ambizione e tornaconto personale. Si veda l’atomo usato per la creazione della bomba. Così abbiamo voluto immaginare Prometeo che osserva amareggiato il modo in cui l’umanità ha sfruttato la sua fiamma.
La musica invece prende le mosse dal progressive rock degli anni 70.
Ci ispiriamo al progressive dei King Crimson, degli Area e della Pfm. Per noi quel tipo di rock è un punto di sintesi, fondato sulla contaminazione di stili differenti tra loro. Ognuno di noi ha infatti determinati gusti musicali che ci caratterizzano a livello personale, quali classica, jazz, rap, metal, fino ad arrivare al reggae. Il progressive ci ha permesso di unire tutti nostri generi preferiti, sperimentando sonorità tutte nuove, come una tavolozza di colori infinita in cui nessuna sfumatura è preclusa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il risultato non è però di facile ascolto: non avete paura che il disco risulti poco vendibile?
Ne abbiamo l’assoluta certezza, in realtà. Ma se Prometeo avesse rubato la fiamma e l’avesse donata all’uomo solo per sentirsi amato o ringraziato, probabilmente non avrebbe mai fatto ciò che la mitologia gli attribuisce. E noi come lui non siamo alla ricerca del successo e del favore del pubblico: l’unica cosa che ci interessa è riuscire a trovare un nostro canale di espressione, per suonare poi ciò che più ci piace.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il video di “Il Ratto del fuoco” dei Prometheo:
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Scritto da
Giulia Mele
Giulia Mele