di Gaia Caprini

Tancredi Di Paola, regista barese a Los Angeles: «I miei film? Thriller con un "cuore"»
LOS ANGELES – Lo intervistammo nell’ottobre del 2012 quando presentò al Galleria di Bari il suo primo film: “L’eroe”. Da allora sono passati quasi 8 anni e il 24enne regista barese Tancredi Di Paola (nella foto) ne ha fatta di strada, in tutti i sensi. Lavora infatti negli Stati Uniti, a Los Angeles, ed è arrivato a dirigere e produrre una serie di cortometraggi che hanno raccolto premi e consensi. L’ultimo, un thriller, si intitola  “83rd Street”, ed è stato presentato in numerosi festival europei e americani. Abbiamo parlato con Tancredi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Partiamo dalla tua ultima opera.

Si chiama “83rd street” ed è un cortometraggio che ho finito di realizzare alla fine del 2018. Vede come protagonista un poliziotto che deve accettare il suo destino dopo essere stato accusato di omicidio. Un film che ho deciso di presentare in diversi concorsi cinematografici. Alla fine ne ho girati ben 12: tra questi l’International Itinerant Film NYC dove ho ricevuto il premio “Best short thriller” e il Ferrara Film Festival in cui sono riuscito a conquistare il “Best cinematography”. E, appena terminato il tour, qualche settimana fa, ho avuto il consenso da Vimeo per pubblicare la versione integrale sulla piattaforma online.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da dove nasce la tua passione per il cinema?

Tutto è iniziato a 9 anni: mi cimentavo nel fare parodie del programma televisivo “Super Quark” registrandomi con il telefono di mia madre. La svolta però è avvenuta quando negli anni del liceo mio padre mi regalò una videocamera: decisi così di aprire un canale su YouTube con il mio migliore amico, Giorgio Mondello. Ci chiamavamo “I Parenthesis” e non facevamo altro che video comici, ma ottenemmo un discreto successo. Cominciai a fare le cose sul serio con il mio primo cortometraggio: “L’Eroe”, con cui ruppi il ghiaccio. Decisi così di formarmi all’Accademia del Cinema di Enziteto per poi fare il grande salto, chiedendo l’ammissione alla Loyola Marymount University di Los Angeles. Fui preso e così mi sono laureato in produzione cinematografica e televisiva ed effetti speciali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per te è stato sicuramente un grande salto: cosa ha rappresentato questo lungo viaggio?

Ho scelto di studiare a Los Angeles per essere a due passi da Hollywood, vicino all’industria con la quale vorrei avere a che fare un giorno. Anche se il mio obiettivo è quello di creare un “ponte” tra l’Italia e l’America per lavorare in entrambi i Paesi. Perché se è vero che sono riuscito ad adattarmi a una nuova cultura, continuo a sentire nostalgia delle mie origini e dei miei affetti. Ma questa ambivalenza potrebbe consentirmi di mettere in relazione due diversi approcci e visioni del mondo del cinema.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Negli Stati Uniti hai anche fondato una piccola casa di produzione.

Sì, nel 2016, si chiama “Sailing Pig”. Mi ha permesso di produrre cortometraggi oltre a spot commerciali, ma ora sono in cerca di una casa di distribuzione per fare circolare i miei prodotti nelle sale. Il mio sogno comunque resta quello di cimentarmi nella creazione di serie tv e lungometraggi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In attesa di approdare sul grande schermo ti sei tolto qualche soddisfazione in vari festival…

La prima gratificazione l’ho avuta nel 2015, quando assieme ad alcuni compagni di corso realizzammo il cortometraggio “Powerless” che ci portò alla vittoria del premio “Technical Exellence”, inserito nell’European Film Festival. L’anno dopo feci tutto da solo con “Sparks”: un fantasy che narra la storia di una giovane strega che si trova in un mondo in cui queste creature vengono perseguitate. Tutto era nato come un esercizio scolastico ma con il film riuscii a partecipare a numerosi concorsi ricevendo premi quali  il “Best short fantasy” al Silver Screams Festival, il “Best in festival” al Sierra Canyon Film Festival e il “Best fantasy film” all’Hollywood Verge Festival. Anche il mio successivo lavoro “Mama” è andato molto bene e come detto “83rd Street” ha ricevuto anch’esso diversi riconoscimenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Su quale genere cinematografico si improntano i tuoi film?

Prediligo il fantasy e il thriller: realizzo storie di mistero che però hanno un “cuore”. L’obiettivo è quello di dare una rilevanza sociale ai miei film così che gli spettatori possano immedesimarsi nei miei amati personaggi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui è possibile guardare “83rd Street”, l’ultimo cortometraggio di Tancredi Di Paola


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