Riemerge dal passato l'uomo di Canosa, vissuto 2.300 anni fa
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mercoledì 30 ottobre 2013
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di Salvatore Schirone
«Un lavoro durato oltre due anni - spiega l'antropologo Sandro Sublimi, coordinatore dell'èquipe - in assoluto il primo esperimento fatto in Puglia di ricostruzione facciale, operata su un cranio umano di oltre 2300 anni fa».
La scoperta archeologica, condotta dal dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Bari, risale all'estate del 2006. All'interno del battistero del Piano di S. Giovanni a Canosa, fu rinvenuto un sito funerario preromano del V secolo a.C. contenente tre scheletri di uomini seppelliti successivamente a una esecuzione giudiziaria o più probabilmente a un rito di sacrificio umano.
È sul cranio dell’uomo indicato come "BSG-1041" che gli studiosi hanno condotto il lavoro. In tre fasi. Dapprima l'analisi antropologica, condotta da Sublimi, ha individuato epoca e caratteristiche anatomiche dell'uomo, nonché la possibile causa del decesso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Successivamente si e proceduto alla ricostruzione in 3D di un prototipo, curata dal paleontologo Marco Petruzzelli. «Questa fase è stata resa possibile grazie ad attrezzatture sofisticate quali il Laser Scanner e la stampante 3D di proprietà dell’Università», ha spiegato Ruggero Francescangeli, direttore del museo di Scienze della Terra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ed infine, grazie al lavoro di alcuni alunni del liceo artistico De Nittis guidati dai loro insegnanti, si è giunti alle ricostruzione facciale, muscolo dopo muscolo, effettuata con materiale plastico e silicone, sulla base del protocollo di Manchester che definisce le caratteristiche antropologiche in base ad altezza, peso e origine degli uomini del passato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Mai chi fu l'uomo di Canusium? Sublimi riassume i dati certi. «Si tratta di un maschio tra i 45 ed i 50 anni – afferma - Un metro e settanta, per circa 80 kg. Robusto, con evidenti segni di intenso e prolungato lavoro nel tempo. Un cavaliere, dalle impronte di stress funzionali sulle ossa del bacino e degli arti inferiori che mostrano le tipiche modificazioni ossee che vanno sotto il nome di "sindrome del cavaliere". Ma anche gran camminatore, come mostrano i segni sulle ossa metatarsali e sulle falangi dei piedi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma quello che più sorprende è la grossa lesione di 4 centimetri presente sull'osso parietale destro del cranio. Il nostro uomo non morì per malattia o per un incidente. La sua fu una morte drammaticamente violenta e rapida. Il fendente di un grosso coltello gli perforò il cranio con un colpo dall'alto verso il basso. Una vera esecuzione capitale. Giustizia o sacrificio che fu, la storia rende però un po' inquietante lo sguardo di questo volto, che oggi, 2.300 anni dopo, appare sorprendentemente sorridente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Alcuni momenti della presentazione nel video di Carlo Gelardi:
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Scritto da
Salvatore Schirone
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