Letto: 2753 volte | Inserita: lunedì 16 maggio 2022
| Visitatore: Diego
Io e mio moglie abbiamo un cane e ci stiamo separando. Il nostro animale con chi rimarrà? Quali sono le leggi a riguardo?
Nell’ordinamento italiano non esiste ancora alcuna legge che fissi i principi sulla base dei quali affidare l’animale domestico in caso di separazione o divorzio. E non si ritiene sufficiente, quale criterio di determinazione del coniuge affidatario, l’intestazione formale del microchip.
Pertanto, nel silenzio del legislatore, la soluzione più appropriata e razionale, nell’ipotesi di frattura familiare, è quella di redigere di comune accordo un’apposita scrittura privata con la quale organizzare tutti gli aspetti relativi al collocamento, ai giorni e orari di visita dell’altro coniuge, nonché la ripartizione delle cure mediche e spese alimentari dell’animale. Questa regolamentazione sulla gestione dell’animale domestico, poi, potrà anche essere inserita come clausola nell’accordo di separazione o divorzio.
Laddove, invece, manchi totalmente l’accordo tra le parti, sarà il Giudice a stabilire “a chi rimarrà” l’animale da compagnia.
In passato, parte della giurisprudenza ha ritenuto che i Tribunali non si dovessero occupare di questa questione, neppure su richiesta delle parti in causa (es. Trib. Milano 2011). Tuttavia, orientamenti più recenti (Trib. Milano 2013, Trib. Sciacca 2019, etc.) tutelano, salvaguardano e valorizzano l’affetto che i padroni provano nei confronti dei propri animali domestici sulla scorta del criterio del “maggior benessere”.
Pertanto, il Giudice, anche mediante il consulto di esperti in comportamento animale, potrà decidere di affidare il nostro amico a quattro zampe, in via esclusiva o condivisa, alla parte che più è in grado di garantirgli il maggior benessere, in considerazione di quante ore viene lasciato da solo in casa, delle cure e spese veterinarie nonché della sua serenità generale.
Il Giudice inoltre valuterà, laddove nella coppia ci siano dei figli, gli interessi dei minori e il relativo legame affettivo con l’animale domestico.
Ovvio è che si rende sempre più necessario e improrogabile introdurre una norma finalizzata a regolamentare l’affidamento degli animali domestici in caso di separazione o divorzio, considerato che nelle case degli italiani si contano circa 62,1 milioni animali domestici, i quali rivestono il ruolo, per i propri padroni, di veri e propri membri della famiglia. Una proposta di legge del resto giace trascurata, già da tempo, sui tavoli parlamentari.