di Giancarlo Di Paola

Il giorno in cui Michelangelo Antonioni raccontò quella storia
Un giorno Michelangelo Antonioni  raccontò questa storia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Era per me un periodo molto difficile. Avevo filmato le città dell’incomunicabilità, i tanti momenti di sconforto del nostro cuore, i deserti della mente nelle sere della domenica, quando tutte le malinconie vengono a trovarci. Iniziavo a sentire il desiderio di quella carezza che da piccoli scioglieva tutte le nostre paure.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Consigliato da una brava persona incominciai a frequentare un monastero vicino Pesaro, dove mi recavo, saltuariamente, a discorrere con una badessa di un ordine di claustrali. Io le parlavo e lei ascoltava, dietro la cortina, come se avesse un ricamo tra le mani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
In poco tempo quell’appuntamento diventò per me il fulcro delle mie giornate, la foce dei torrenti che attraversavano i letti scomposti delle mie curiosità: mi innamorai.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

 
All’inizio ebbi ribrezzo di me,  è facile intuirlo. Poi sempre meno, sempre meno, fin quando un giorno mi parve di cogliere nel tono di voce dietro la grata, quasi un’incertezza, un tremolio: Ella aveva capito...Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Per tre mesi, complice una sceneggiatura da completare a Londra, mi tenni lontano dalla cisterna del mio bene. Poi con l’incoscienza che l’innocenza ingigantisce, una domenica di settembre (uno sterminato campo di girasoli mostrava la sua gialla risata) mi presentai senza appuntamento nella saletta delle confessioni e le parlai di me, del bene che mi aveva reso, del mio amore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Le chiesi di lei. Non mi sembrò turbata; tacque per un attimo lunghissimo,poi mi sussurrò: “Signore, voi avete acceso una candela, ma in un luogo inondato di luce...”


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