Noicattaro, la bianca Santa Maria Incoronata: teatro della "pasquetta del martedì"
Letto: 12076 volte
mercoledì 8 giugno 2016
Letto: 12076 volte
di Claudio Laforgia
Arrivarci non è difficile: seguiamo le indicazioni forniteci dall’associazione “Work in color” che si occupa della valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico. Provenendo dal capoluogo pugliese è necessario percorrere la tangenziale in direzione sud e imboccare l'uscita Torre a Mare - Noicattaro. Ci si ritrova quindi in via Dogali: l’arteria attraversa subito un passaggio a livello e dopo un centinaio di metri confluisce nella strada provinciale 57 che attraversa la zona residenziale di Parco Scizzo - Parchitello. Dopo un chilometro e mezzo si svolta in strada comunale Incoronata, ben segnalata da una rotonda: da qui bisogna guidare soltanto per altri 1500 metri, circondati dalle campagne, per giungere a destinazione. La cappella appare sulla sinistra, preceduta da un vialetto e "abbracciata" da un rigoglioso vigneto. (Vedi foto galleria)
La costruzione risale al lontano 1123 e subì un primo pesante restauro nel XVII secolo. Nell'800 fu talmente trascurata tanto da essere messa a dura prova dall'azione dei vandali e convertita addirittura per qualche decennio in un deposito di attrezzature agricole. La destinazione d'uso tornò quella di origine quando i nojani più religiosi, poco prima del 900, riuscirono a ottenere dalle autorità locali l'impegno per una maggiore tutela del prezioso luogo di culto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Oggi l'immobile dopo quasi nove secoli di peripezie è curato con dedizione dai Decaro, una famiglia di Noicattaro e funge da teatro per un'antichissima tradizione locale: la "pasquetta nojana". In pratica ogni primo martedì dopo il giorno di Pasqua diversi abitanti del comune barese accorrono nella chiesetta per la messa (peraltro l'unica che si celebra qui in tutto l'anno), dando vita poi a un pranzo nella natura in cui si consumano gli avanzi della domenica precedente. Qualche decennio fa il rito era ancora più sentito: dal paese si arrivava qui rigorosamente a piedi e il sacerdote di turno benediva gli animali portati dai fedeli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L'edificio ha una sola entrata, sormontata da un semplice timpano e una finestrella ovale. L'interno è caratterizzato da un'unica navata con il soffito a volta a botte e un pavimento fatto di lastre di pietra, prelevate probabilmente dalle cave circostanti. Il monopolio del colore bianco è spezzato soltanto dall'abside: sovrastato da una volta a crociera, contiene un altare del 600 e un quadro che ritrae la Madonna con in braccio Gesù. I due soggetti sacri poi sono riprodotti anche attraverso una statuetta posizionata a destra della tavola liturgica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un tempo gli altari erano due. Quello odierno 20 anni fa fu preso di mira dai ladri che lo privarono delle decorazioni in oro e delle colonnine che lo sorreggevano, facendolo cadere rovinosamente a terra: in seguito fu riparato rinunciando purtroppo ai preziosi abbellimenti. L'altro invece, dedicato alla schiodazione di Cristo, cioè al momento in cui venne staccato dalla croce, è stato invece trafugato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sul lato destro del suggestivo ambiente sorgono una piccola sagrestia e una casetta a due piani per ospitare eventuali custodi. Quest'ultima non è comunicante con la chiesa: fa eccezione una curiosa finestra della camera da letto dalla quale è possibile affacciarsi sulle prime panchine occupate dai fedeli. L'abitazione, a parte quel che rimane di vecchi fornelli in disuso, ha un altro ingresso e offre poco all'attenzione dei visitatori che però possono riscattarsi sul terrazzino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una volta saliti sul tetto infatti si apre infatti un panorama fatto di ulivi, campi coltivati e il mare all'orizzonte. Su un muretto si nota anche un campanile a vela momentaneamente privo della campana, quasi certamente smontata per evitarne il furto e pochi metri più in basso è possibile scorgere le tegole della copertura della chiesa arroventate dal primo caldo estivo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un paesaggio da cartolina di un piccolo angolo di Puglia da non perdere: per la storia, per la tranquillità o come buona scusa per una "doppia" pasquetta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Claudio Laforgia
Claudio Laforgia