Alla scoperta di Cozzana, la contrada dominata da antiche ville patrizie
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venerdì 18 novembre 2016
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di Ilaria Palumbo
Per raggiungere il borgo da Bari, bisogna percorrere la statale 16 fino all’uscita Monopoli–Conversano e da qui imboccare la provinciale 114, una pittoresca strada delimitata da muretti a secco e costeggiata da pini marittimi e ulivi. Dopo cinque chilometri di cammino, pochi metri dopo aver superato il cartello che dà il benvenuto in contrada Cozzana, ci imbattiamo sul ciglio della strada nelle prime due ville, una di fronte all’altra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sulla destra troviamo villa Meo Evoli, finita di costruire nel 1792 da Vito Giuseppe Martinelli, un ricco proprietario della nuova borghesia emergente monopolitana la cui famiglia, tramite strategici matrimoni, riuscì a imparentarsi con i ceti nobiliari della città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Troviamo il cancello chiuso, ma riusciamo comunque ad ammirare l’ampia estensione della struttura: il viale centrale, che termina davanti alla maestosa facciata formata da due portici sovrapposti, è costeggiato da minute colonnine greco-romane e da alti alberi ormai spogli che filtrando i raggi solari coprono il sentiero con particolari giochi di ombre. Ai lati del vialetto si apre una grande distesa di prato inglese di un intenso color verde.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un guardiano ci accompagna vicino un cancelletto laterale da dove riusciamo a vedere meglio il prospetto dell’edificio, di evidente impianto neoclassico: è di colore rosso, costituito da un colonnato centrale in marmo posto dinnanzi a un’ampia vetrata e da due colonnati simmetrici che incorniciano i loggioni laterali, estesi in spaziose terrazze. In totale l’intera villa, che ospita anche il museo archeologico della collezione privata Meo Evoli, ricopre circa 1400 metri quadri di superficie e viene aperta occasionalmente come casa vacanza o per ospitare cerimonie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Di fronte si trova come detto un’altra antica struttura: si tratta dell’ottocentesca villa Siciliani, appartenuta a un altro ramo della famiglia Meo Evoli. Anche in questo caso la residenza è chiusa, ma attraverso il cancello riusciamo a scorgere sia l’ampio giardino, ricco di pini e palme, sia il prospetto dell’edificio. Si tratta di una costruzione merlata: ricorda quella di un castello, in pietra color ocra e costellata da ampie finestre strutturate ad archi, che si affacciano su piccoli balconi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Attraverso una stradina secondaria, alle spalle di Meo Evoli, scopriamo una terza villa signorile che non è possibile vedere dalla via principale, celata com’è da alti arbusti. Si tratta di Villa Brescia–Simone Veneziani, dai cognomi delle famiglie che l’hanno precedentemente posseduta. Proviamo a citofonare come abbiamo fatto per le due precedenti ville e questa volta finalmente ci risponde qualcuno. È il 50enne proprietario Ignazio Grattagliano, che ci invita a entrare per mostrarci il cortile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Villa Brescia – ci spiega l'uomo - si distingue dalle altre presenti nella contrada perchè nasce nel 1500 come torre d’osservazione militare. Solo dopo si è trasformata in masseria fortificata per essere poi ampliata e destinata nell’800 a villa signorile. È più piccola rispetto alle altre, raggiunge i 600 metri quadri, ma per me che ci vivo da solo è perfetta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
All’esterno si presenta molto sobria, di un colore rosso che, sbiaditosi col tempo, è finito con l’avvicinarsi sempre più all’arancione. Un viottolo, immerso nel giardino con alberi ad alto fusto, ci accompagna nell’atrio dell’abitazione dove spiccano i vivaci colori di fiori, piante e vasi in terracotta disposti sulla scala che conduce agli interni. Attraverso un piccolo passaggio si accede all’agrumeto, ricco di alberi di limoni e arance ancora acerbi, piccole colonne ornamentali e anche un particolare pozzo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ritorniamo sulla via principale e proseguiamo il nostro viaggio immersi nel silenzio e nella tranquillità di questa zona, attraversata da pochissime macchine di passaggio. Sulla sinistra troviamo la più austera villa Palmieri in attuale fase di ristrutturazione. Nonostante sia coperta dalle impalcature, riusciamo comunque a notare l’aspetto compatto e imponente della dimora, ingentilita dal grazioso parco, appartenuta ad alcuni rappresentanti ecclesiastici dei Palmieri, una famiglia di spicco di Monopoli che ha posseduto anche la poco distante villa Visciglio, costruita nella seconda metà XIX secolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo quasi giunti al termine della contrada, quando un cartello ci indica una via secondaria e stretta che conduce a villa Indelli. Ma una volta arrivati sul posto scopriamo che in realtà gli edifici sono due: uno posto innanzi all’altro e appartenuti entrambi alla stessa casata. Sulla sinistra si trova quello più antico, risalente al XVIII secolo e conosciuto come “Villa del supplente”.
Accanto al cancello d’ingresso svetta un piccolo campanile che appartiene a una cappella privata: è inserito in un cortile che apre alla dimora. La struttura, dalla linea più classica, è tendente al grigio e all’ocra ed è impreziosita dall’elegante cornicione del balcone che divide i due piani. Quello superiore è contraddistinto dalle ampie finestre del loggiato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Di tutt’altro genere è invece la villa di fronte, sul cui cancello è inciso l’anno di edificazione: 1909. Lo stemma della famiglia Indelli, un grifo d’oro, è possibile ammirarlo sopra il possente portone in legno. In evidente stile liberty, vede come colore predominante un rosa accesso mitigato a tratti dal bianco e dal verde chiaro delle persiane. Il sontuoso giardino è ricco non solo di palme e alte querce, ma anche di fini statuette che aggiungono grazia alla struttura. Sono loro a salutarci mentre abbandoniamo Cozzana, oasi di verde e bellezza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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I commenti
- Gianpiero - Complimenti Ilaria, se vuoi vedere altre bellissime ville di Monopoli sempre in Cozzana, ti posso aiutare, complimenti x l'articolo complimenti , se vuoi fatti sentire , complimenti e brava
- nino melillo - brava
- Viviana - Buongiorno sarei interessata ad una villa che ho visto abbandonata dalle parti della Madonna del rosario è in una stradina interna. Sempre stile così. Però è disabitata da molto. Se qualcuno conosce la sua storia.