Viaggio a Balsignano: nelle campagne di Modugno il millenario borgo ritrovato
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lunedì 28 novembre 2016
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di Eva Signorile
Le prime tracce storiche di Balsignano le troviamo in un documento del 962, ora custodito presso la Basilica di San Nicola. Si tratta quindi di un sito millenario, che però fino a poco tempo fa giaceva abbandonato nella campagne modugnesi. Oggi, dopo lavori di restauro costati 1 milione e 450mila euro (per la maggior parte stanziati dall’Unione Europea), ha riaperto al pubblico (anche se per ora soltanto di domenica). Siamo andati a visitarlo (vedi foto galleria)
Per arrivare a Balsignano è necessario percorrere la provinciale 92 Modugno-Bitritto. Troviamo il sito sulla destra: vi si accede superando un cancello che immette in un campo dominato dalla presenza degli ulivi. Il primo edificio che ammiriamo è la chiesa di San Felice, risalente all’XI secolo: si tratta di uno degli esempi più antichi di romanico pugliese con struttura a cupola. Una chiesa in tufo che il sole accende di sfumature dorate. Tutt’intorno le corrono le mura di cinta, intervallate da feritoie strombate (cioè a imbuto, con la parte larga verso l’interno).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La chiesetta è a navata unica, con pianta a croce contratta, che termina su un’abside semicircolare. La sobrietà delle sue geometrie (si tratta di una struttura ottagonale su cui poggia una cupola) è esaltata proprio da quest’ultima: a botte, chiusa al centro da una stella a sei punte che a sua volta presenta all’interno il disegno di una mano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Usciamo dalla chiesa e attraverso un sentiero raggiungiamo il casale fortificato, di cui restano due torri a pianta rettangolare collegate tra loro da un corpo a due livelli. Entriamo nel cortile attraverso un’apertura ogivale percorsa, sul bordo interno, da un elegante motivo vegetale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una rampa di scale esterne ci porta su una delle torri, caratterizzata da una parete su cui appare un “motivo” ad aperture rettangolari e strette: sono in realtà feritoie. Da qui la vista corre lungo tutta la campagna circostante, mentre nella torre echeggiano le note di un violino suonato da una giovane artista. Una scala interna ci porta al primo piano e ci guida verso l’uscita. Siamo di nuovo nel cortile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A sinistra dell’ingresso si staglia un’altra chiesa in pietra, dedicata a Santa Maria di Costantinopoli e di epoca più recente rispetto alla precedente: risale infatti al XIV secolo. In realtà è formata da due distinti ambienti di pianta rettangolare che costituivano altrettante chiese, l’una addossata all’altra. Sono entrambe a navata unica e presentano al loro interno numerosi affreschi tra cui uno che raffigura Santa Lucia e un vescovo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qui si conclude la nostra visita al ritrovato Balsignano, restituito ai baresi in tutta la sua antica bellezza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Francesca Brattoli - Meravigliosa, io e mia sorella siamo rimaste affascinate. Questo sito merita molto di più, andrebbero fatti altri scavi. Tutti gentilissimi e le signore che ci hanno accompagnato erano estremamente competenti e hanno aiutato mia sorella disabile. Grazie è stata un' esperienza indimenticabile