Bari, Villa Cioffrese: quella dimora nascosta in un residence che fece la storia del Risorgimento
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venerdì 23 luglio 2021
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di Giancarlo Liuzzi - foto Valentina Rosati
L’edificio in questione è Villa Cioffrese, dimora nobiliare di inizio Ottocento poco valorizzata, non abitata da almeno vent’anni e usata come rimessaggio e laboratorio di riparazione per barche da un affittuario. Un fabbricato come detto nascosto all’interno di un moderno complesso di casette che si affacciano su via Napoli, arteria del rione del capoluogo pugliese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La raggiungiamo portandoci proprio su questa strada, lì dove al civico 6 troviamo un cancello aperto che ci permette di entrare nel “condominio”. Camminiamo quindi lungo un viale alla cui fine si innalza una vecchia recinzione arrugginita che protegge lo stabile, attraverso la quale possiamo scorgere la villa che svetta al centro di un ampio campo ricco di fichi e ulivi. (Vedi foto galleria)
Un varco ci permette di accedere all’interno del terreno e di avvicinarci alla base della struttura realizzata su progetto di Luigi Castellucci, considerato uno dei massimi esponenti dell’architettura meridionale dell’epoca, autore tra l’altro del Museo Jatta di Ruvo e di Palazzo Capitaneo a Palese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il fabbricato, di stampo neoclassico, si innalza su due piani, il primo dei quali contraddistinto da un bianco bugnato liscio su cui si innesta il secondo dal colore rossastro. A dominare la facciata è l’ampio portone in legno iscritto in un arco in pietra ai cui lati sono presenti due finestre entrambe murate. Al di sopra troviamo tre balconi simmetrici con ringhiere, scanditi da una doppia serie di lesene ornamentali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le finestre del secondo piano culminano con degli eleganti architravi con decori a spirale ai bordi, ancora più in alto invece corre lungo tutto il prospetto un fregio marcapiano sovrastato anch’esso da un cornicione modanato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Esauriti i dettagli architettonici è arrivato ora il momento di soffermarci sulla storia della villa, realizzata da quella ricca famiglia Cioffrese di cui faceva parte Marco, esponente della massoneria barese. Siamo negli anni in cui al Sud fervevano i moti rivoluzionari contro i regnanti Borbone di Napoli e gruppi di liberali chiedevano a gran voce l’approvazione di una Costituzione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel 1848 il re Ferdinando II, dopo aver promesso la redazione di una carta costituzionale, revocò la sua decisione, provocando il malcontento in molte città del Mezzogiorno. Fu così che il conte bitontino Giovanni de Ilderis convocò la notte tra il 20 e il 21 giugno di quell’anno i principali carbonari di Bari e provincia, tra cui Bozzi, Sagarriga, Trizio, Di Giesi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il posto scelto per la “vendita” (questo il nome delle riunioni segrete) fu proprio la villa isolata nelle campagne di Santo Spirito. E durante quel vertice venne presa la decisione di indire la cosiddetta “Dieta di Bari”, che il 2 e 3 luglio avrebbe posto le basi per la composizione di un governo provvisorio necessario a gestire il passaggio dall’assolutismo borbonico a un sistema repubblicano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il futuro incontro tra i delegati dei vari comuni pugliesi si svolse realmente nel capoluogo pugliese, ma non portò ai frutti sperati, visto che alla fine del mese le truppe borboniche occuparono Bari arrestando alcuni dei rivoltosi. Il 24 agosto partì anche un’inchiesta giudiziaria sul summit di Villa Cioffrese e fu istituito un processo a carico di 22 imputati accusati di “associazione illecita con vincolo di segreto e costituente setta”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma questi, anche grazie alla difesa del vescovo Nicola Marone, furono quasi tutti dichiarati innocenti, pur passando prima diverso tempo in carcere. Cioffrese venne liberato dalle galere solo nel 1860, mentre Giovanni de Ilderis fu esiliato a Foggia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Di lì a poco però l’Italia venne unita, fu messa fine al Regno delle Due Sicilie ma gli eroi di quei coraggiosi giorni furono pian piano dimenticati, così come avvenuto per Villa Cioffresi, silenziosa dimora in cui si scrisse la storia del Risorgimento pugliese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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I commenti
- Pietro - ma xcaso e stata anche la sede operativa di un ente di formazione professionale in Agricoltura il CNADASA il cui presidente era il DOTT .MARRONE DI BITONTO