di Armando Moncelli - foto Nicola Lasalandra

Castelli distrutti, chiese salvate, scoperte miracolose: la leggenda del Crocifisso di Auricarro
PALO DEL COLLE - Una guerra, un castello raso al suolo, una chiesa sopravvissuta e un ritrovamento miracoloso. Sono gli ingredienti di una storia leggendaria che contraddistingue Palo del Colle: quella del Santissimo Crocifisso di Auricarro. Perché il patrono della cittadina a sud-ovest non è un santo o un martire, ma una reliquia in legno che prende il nome dalla contrada del paese in cui fu rinvenuta secoli fa. Appunto, Auricarro: antico borgo protagonista di un duro conflitto che portò nel 1349 alla sua distruzione. (Vedi foto galleria)

Ma andiamo con ordine, partendo proprio dal Crocifisso. Secondo la leggenda, il 3 maggio di tanti secoli fa due contadini (uno di Toritto, l’altro di Palo) intenti a lavorare la terra ad Auricarro, furono attratti da un cespuglio di rose che emanava un forte profumo. Decisero allora di estirpare la pianta dal terreno, ma mentre scavavano riportarono alla luce un Cristo in croce. Iniziarono così a litigare su chi avrebbe dovuto prendere l’oggetto con sé. Si stabilì quindi di caricarlo su un carro trainato da due buoi bendati e gli animali, dirigendosi verso Palo, “scelsero” così che la scultura sarebbe andata proprio in quel paese. E poi avvenne il miracolo: una volta entrati nella cittadina si scatenò un forte temporale che finalmente mise fine a un lungo periodo di siccità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da allora quel cimelio è venerato da tutta Palo e il 3 maggio di ogni anno viene portato in processione dal centro cittadino sino ad Auricarro, dove viene ospitato nella piccola Chiesa del Crocifisso. Qui rimane fino alla terza domenica di settembre, giorno della festa patronale, quando ritorna in paese per essere accolta per i successivi mesi nella Chiesa Matrice di Santa Maria La Porta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

All’interno del tempio trova posto nella navata sinistra. In fondo, nel deambulatorio, una piccola teca in vetro protegge infatti questa grande croce alta 175 centimetri e larga 135. Riproduce il classico Cristo morente, con piccoli motivi dorati che decorano gli assi in corrispondenza delle mani e della testa. Affianco sono stati poi aggiunti due candelabri e al di sotto un mazzo di rose rosse.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma che ci faceva questa enorme scultura sottoterra, prima di essere scoperta da due contadini? Leggenda vuole che sia stata sepolta per salvarla dall’assalto dell’esercito ungherese. Quest’ultimo infatti intervenne nel Sud Italia nel 1347 per vendicare l’assassinio di Andrea d’Ungheria e conquistare il Regno di Napoli. Alcuni centri decisero però di rimanere fedeli alla regina di Napoli Giovanna I d’Angiò e dovettero subire così la ritorsione degli ungheresi. Tra questi il ricco Casale di Auricarrum, chiamato all’epoca “dell’Auriga”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


L’assalto al borgo avvenne il 16 luglio del 1349, quando aiutati dagli alleati bitontini, i soldati venuti dall’Est misero a ferro e fuoco il luogo, distruggendo tutte le case presenti, compreso il castello. Agli abitanti non restò così che abbandonare le proprie abitazioni per rifugiarsi a Palo. E fu allora che probabilmente, prima di scappare, il crocifisso venne nascosto nelle campagne da qualche aurricarrino devoto, per evitare che fosse trafugato dagli invasori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per approfondire questa intrigante storia non resta quindi che condurci proprio ad Auricarro, lì dove tutto è avvenuto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La contrada, immersa nel verde, è situata a 2 chilometri a sud-ovest del centro di Palo. Simbolo del luogo è la Chiesa del Crocifisso, risalente al XIV secolo, che come detto accoglie la reliquia da maggio a settembre. Parliamo dell’unico edificio sopravvissuto all’assalto degli ungheresi, così come attesta una scritta posta nell’architrave che recita Ecclesia sola salva (“solo la chiesa si è salvata”).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il tempio, circondato dalla campagna, si presenta nel suo semplice aspetto di struttura rurale in pietra bianca, alla quale si affianca un arco che attraversa uno dei contrafforti della fiancata sinistra. Più su, oltre la finestra centrale, si erge un piccolo campanile sormontato da una croce di metallo. La facciata è infine arricchita da un affresco protetto da un vetro che raffigura proprio la crocifissione di Gesù.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma non si tratta dell’unico tesoro dell’ameno luogo. Per quanto non segnalati e valorizzati, ad Auricarro sono rimasti anche i resti del Castello distrutto. Per visitarlo dobbiamo imboccare un sentiero affiancato da un muretto a secco che parte dal lato sinistro della chiesa. Arrivati in prossimità di un’antenna, giriamo a sinistra e dopo aver percorso una stretta curva, saliamo su un’area leggermente sopraelevata denominata Monte della Croce.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ed è qui, circondati tra gli ulivi, che ci ritroviamo davanti a ciò che rimane dell’antica fortezza. Su un ammasso di massi poste in forma quadrangolare, si erge infatti una parete alta 7 metri e larga 2 sulla cui sommità sono presenti dei blocchi squadrati posti su pietra grezza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sul muro si distinguono delle fessure che rappresentavano le vecchie feritoie, mentre la base è contraddistinta da un’apertura ormai ostruita che ricorda una finestra. Una delle tante disegnate un tempo su questo edificio antico e dimenticato, testimone di un passato che ha segnato per sempre la storia di Palo del Colle.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Il patrono di Palo del Colle non è un santo o un martire, ma una reliquia in legno che prende il nome dalla contrada del paese in cui fu rinvenuta secoli fa
Il crodifisso è accolto da settembre a maggio nella Chiesa Matrice di Santa Maria La Porta
In fondo, nel deambulatorio, una piccola teca in vetro protegge infatti questa grande croce alta 175 centimetri e larga 135
Riproduce il classico Cristo morente, con piccoli motivi dorati che decorano gli assi in corrispondenza delle mani e della testa. Affianco sono stati poi aggiunti due candelabri e al di sotto un mazzo di rose rosse
Per approfondire questa intrigante storia non resta quindi che condurci proprio ad Auricarro, lì dove tutto è avvenuto. La contrada, immersa nel verde, è situata a 2 chilometri a sud-ovest del centro di Palo
Simbolo del luogo è la Chiesa del Crocifisso, risalente al XIV secolo, che come detto accoglie la reliquia da maggio a settembre
Si tratta dell’unico edificio sopravvissuto all’assalto degli ungheresi, così come attesta una scritta posta nell’architrave che recita Ecclesia sola salva (“solo la chiesa si è salvata”)
Il tempio, circondato dalla campagna, si presenta nel suo semplice aspetto di struttura rurale in pietra bianca, alla quale si affianca un arco che attraversa uno dei contrafforti della fiancata sinistra
Più su, oltre la finestra centrale, si erge un piccolo campanile sormontato da una croce di metallo
La facciata è infine arricchita da un affresco protetto da un vetro che raffigura proprio la crocifissione di Gesù
Ma non si tratta dell’unico tesoro dell’ameno luogo. Per quanto non segnalati e valorizzati, ad Auricarro sono rimasti anche i resti del Castello distrutto. Per visitarlo dobbiamo imboccare un sentiero di campagna affiancato da un muretto a secco che parte dal lato sinistro della chiesa
Arrivati in prossimità di un’antenna, giriamo a sinistra e dopo aver percorso una stretta curva, ci ritroviamo su un’area leggermente sopraelevata denominata Monte della Croce
Ed è qui, circondati tra gli ulivi, che ci ritroviamo davanti a ciò che resta dell’antica fortezza
Su un ammasso di pietre poste in forma quadrangolare, si erge infatti una parete alta 7 metri e larga 2 sulla cui sommità sono presenti dei blocchi di pietra squadrati posti su pietra grezza
Sul muro si distinguono delle fessure che rappresentavano le antiche feritoie, mentre la base è contraddistinta da un’apertura ormai ostruita che ricorda una finestra



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  • Vito Tricarico - Bello l'articolo riguardante l'antico casale di Auricarro. Personalmente ho raccontato l'intera vicenda di quella lunga guerra che vide re Luigi d'Ungheria contro la cognata Giovanna d'Angiò regina di Napoli nel romanzo CIVITAS INVICTA. E' ambientato fra Bitonto, Palo, Modugno, Balsignano, Bari, da dove vengono i protagonisti del romanzo ambientato nell'anno 1349 e successivi. Il romanzo ha vinto il premio "Il romanzo storico" nell'anno 2019 ed é stato pubblicato nel novembre 2020. Se può interessare posso dare una copia ...


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