di Giancarlo Liuzzi - foto Antonio Caradonna

La storia del Barion, il circolo nautico ospitato in una "nave" adagiata sul mare di Bari
BARI – Il suo essere adagiato sull’Adriatico, la caratteristica forma che ricorda la prua di una grande nave e la sua importante storia sportiva lo rendono, da 90 anni a questa parte, uno dei simboli di Bari. È il Barion, bianco edificio progettato dall’architetto Saverio Dioguardi che dal 1932 si erge sulla punta estrema del Molo San Nicola (il cosiddetto "N-dèrr’a la lanze").Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

La struttura, che ospita il più antico dei sei circoli nautici baresi oltre alla storica sala ricevimenti Zonno (che un tempo si chiamava "Adriatico"), prese il posto del ristorante Posillipo presente in quel punto dal lontano 1874. Da allora domina l’ansa del vecchio porto cittadino con un lungo pontile che accoglie decine di imbarcazioni. (Vedi foto galleria)

Per raggiungerlo dal tratto iniziale del Lungomare di Crollalanza, basta camminare per una cinquantina di metri sul Molo San Nicola. Ed ecco che il Barion apparirà con la sua struttura semicircolare che rimanda in tutto e per tutto a una nave. Ci sono infatti le finestrelle rotonde simili a degli oblò e la parte retrostante è disegnata come una prua, con un alto palo centrale che fa quasi da “albero” del natante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il club è poi posto su una piattaforma che di fatto “galleggia” sull’Adriatico ed è dotato di varie terrazze delimitate da ringhiere in ferro da cui è possibile godere della vista del mare blu. 

C’è però da dire che la sede del circolo non è stata sempre questa. Tutto ebbe inizio infatti nel 1893, quando Iginio Pampana, medico milanese trasferitosi a Bari, fondò l’“Italia” riunendo un gruppo di giovani appassionati di sport nautici e particolarmente di canottaggio, in un locale della Camera di Commercio. L’anno successivo, il 6 novembre del 1894, assunse il nome di Barion e venne spostato al civico 105 di via Abate Gimma.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Si trattò però di una soluzione temporanea, visto che dopo qualche mese il club prese casa a N-dèrr’a la lanze. In origine si stabilì in un capannone in legno con tetto spiovente posto all’inizio del Molo, fornito di baleniere utili alla preparazione delle attività agonistiche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In quegli anni arrivarono anche i successi iniziali. Nel 1901 i vogatori del Barion (con l’equipaggio dei “Trabaccolanti”) dopo avere vinto i Campionati Italiani a Torino divennero Campioni d’Europa a Zurigo: il primo titolo europeo conquistato nella storia del canottaggio italiano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel 1923 per volere dell’allora presidente Giuseppe Lembo in sostituzione della struttura in legno venne edificata un’elegante palazzina in stile liberty. Un edificio che pareva più una villa che un circolo sportivo. Le facciate erano arricchite da maestosi finestroni ad arco, raffinati fregi e imponenti colonne. E una doppia scalinata permetteva la discesa al pontile e all’Adriatico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Infine fu il podestà della città Araldo di Crollalanza, a seguito della costruzione del lungomare, a stabilire la successiva e definitiva sede che, disegnata da Saverio Dioguardi, sorse nel 1932 sulla punta del Molo San Nicola. Come detto la “nave” prese il posto del ristorante Posillipo, che fu attivo dal 1874 sino alla fine degli anni 20 del 900 all’interno di un ampio fabbricato in legno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Durante il periodo bellico, dal 1943 al 1946, il Barion fu occupato dalle truppe anglo-americane che lo utilizzarono come svago militare per le truppe danneggiando però i raffinati arredi dei saloni interni. Ma finita la guerra il club riprese a macinare successi.

Attualmente conta circa 800 soci e nel 2000, a riconoscimento della sua lunga e gloriosa attività, ha ricevuto dal Coni il “Collare d’Oro d’Onore” al merito sportivo. Tra i suoi atleti più rappresentativi figura il canottiere Ruggero Verroca che, tra il 1980 e il 1986, conquistò per cinque volte il titolo di campione mondiale nella categoria pesi leggeri in coppia con Francesco Esposito.

Non ci resta ora che andare a visitare il club che dal 1984 riunisce in un’unica sede il Circolo Canottieri Barion e lo Sporting Club di Bari (che operava nel vicino teatro Margherita).

Per farlo ci avviciniamo allo stabile introdotto da una pensilina retta da larghe colonne che lascia spazio alla scalinata di ingresso. Il piano centrale è diviso tra i saloni di rappresentanza che ospitano cimeli e riconoscimenti e il ristorante Zonno con la sua terrazza panoramica. Nel piano inferiore invece si svolgono le attività sportive.

Il circolo è introdotto da un’insegna bianca con scritta celeste, superata la quale ci ritroviamo sul pontile che sul quale sono attraccate imbarcazioni a vela e a motore. Sulla sinistra sono invece presenti i locali di rimessaggio segnati da due lunghi remi: all’interno decine di snelle canoe vengono utilizzate dagli iscritti per le preparazioni atletiche.

Nella struttura è anche presente una palestra attrezzata sulla cui porta di ingresso è presente l’effige del club. Bianca e azzurra, richiama l’iconografico “Barione”: quello che per alcuni storici sarebbe il primo e più antico stemma della città di Bari. Si tratta di un cherubino in piedi su una barca nell'atto di scoccare una freccia, naturalmente circondato dal mare: emblema che descrive al meglio il legame dello storico Barion con l’Adriatico.

(Vedi galleria fotografica)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Il suo essere adagiato sull’Adriatico, la caratteristica forma che ricorda la prua di una grande nave e la sua importante storia sportiva lo rendono, da 90 anni a questa parte, uno dei simboli di Bari
È il Barion, bianco edificio progettato dall’architetto Saverio Dioguardi...
...che dal 1932 si erge sulla punta estrema del Molo San Nicola (il cosiddetto "N-dèrr’a la lanze")
Da allora domina l’ansa del vecchio porto cittadino con un lungo pontile che accoglie decine di imbarcazioni
Per raggiungerlo dal tratto iniziale del lungomare di Crollalanza...
...basta camminare per una cinquantina di metri sul Molo San Nicola
Ed ecco che il Barion apparirà con la sua struttura semicircolare che rimanda in tutto e per tutto a una nave
Ci sono infatti le finestrelle rotonde simili a degli oblò...
...e la parte retrostante è disegnata come una prua, con un alto palo centrale che fa quasi da “albero” del natante
Il club è poi posto su una piattaforma che di fatto “galleggia” sull’Adriatico...
...ed è dotato di varie terrazze delimitate da ringhiere in ferro da cui è possibile godere della vista del mare blu
C’è però da dire che la sede del circolo non è stata sempre questa. Nel 1894 il club prese casa a N-dèrr’a la lanze...
...ma in origine si stabilì in un capannone in legno con tetto spiovente posto all’inizio del Molo...
...fornito di baleniere utili alla preparazione delle attività agonistiche
Nel 1923 per volere dell’allora presidente Giuseppe Lembo in sostituzione della struttura in legno venne edificata un’elegante palazzina in stile liberty
Un edificio che pareva più una villa che un circolo sportivo. Le facciate erano arricchite da maestosi finestroni ad arco, raffinati fregi e imponenti colonne. E una doppia scalinata permetteva la discesa al pontile e all’Adriatico
Infine fu il podestà della città Araldo di Crollalanza, a seguito della costruzione del lungomare, a stabilire la successiva e definitiva sede...
...che, disegnata da Saverio Dioguardi, sorse nel 1932 sulla punta del Molo San Nicola
La “nave” prese il posto del ristorante Posillipo, che fu attivo dal 1874 sino alla fine degli anni 20 del 900 all’interno di un ampio fabbricato in legno
Durante il periodo bellico, dal 1943 al 1946, il Barion fu occupato dalle truppe anglo-americane che lo utilizzarono come svago militare per le truppe danneggiando però i raffinati arredi dei saloni interni. Ma finita la guerra il club riprese a macinare successi
Non ci resta ora che andare a visitare il club...
...che dal 1984 riunisce in un’unica sede il Circolo Canottieri Barion e lo Sporting Club di Bari (che operava nel vicino teatro Margherita)
Per farlo ci avviciniamo allo stabile introdotto da una pensilina retta da larghe colonne che lascia spazio alla scalinata di ingresso
Il circolo è introdotto da un’insegna bianca con scritta celeste...
...superata la quale ci ritroviamo sul pontile sul quale sono attraccate imbarcazioni a vela e a motore
Sulla sinistra sono invece presenti i locali di rimessaggio segnati da due lunghi remi...
...all’interno decine di snelle canoe vengono utilizzate dagli iscritti per le preparazioni atletiche
Nella struttura è anche presente una palestra attrezzata sulla cui porta di ingresso è presente l’effige del club...
...bianca e azzurra, richiama l’iconografico “barione”: quello che per alcuni storici sarebbe il primo e più antico stemma della città di Bari. Si tratta di un cherubino in piedi su una barca nell'atto di scoccare una freccia, naturalmente circondato dal mare...
...emblema che descrive al meglio il legame dello storico Barion con l’Adriatico



Giancarlo Liuzzi
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  • Gigi De Santis - Complimenti al giornalista Giancarlo Liuzzi e al fotografo Antonio Caradonna, per l'interessante articolo e per il piacere, finalmente, di leggere correttamente il nome in barese del luogo caratteristico, a due passi dal circolo Bario . Complimenti davvero.
  • michele iannone - una storia molto interessante ! Grazie e complimenti !


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