Bari, la storia del più antico edificio del Quartiere Umbertino: la Camera di Commercio
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lunedì 24 ottobre 2022
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di Giancarlo Liuzzi - foto Francesco De Leo
All’epoca della sua costruzione, infatti, non esisteva ancora il Lungomare e la Camera di Commercio sorgeva a ridosso del Molo San Nicola circondato da campagna e spiagge. La stessa corso Cavour era una strada sterrata: una foto di quegli anni mostra le basole di pietra lavica (visibili fino agli anni 60 del 900) in attesa di essere posate sulla carreggiata.
Solo nel secolo successivo furono poi realizzati gli altri edifici che caratterizzano oggi l’Umbertino: quelli pubblici (la Banca d’Italia e l’Acquedotto), i teatri (il Margherita, il Petruzzelli, il Kursaal Santalucia) e gli immobili liberty (Palazzo Atti, Palazzo Colonna, l’Hotel Oriente).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’idea di costituire una Camera di Commercio a Bari risale alla dominazione francese (1806-1815). Il capoluogo pugliese, grazie alla sua posizione sul mare e alla sua vasta rete di affari in tutta Italia, necessitava infatti dell’attivazione di un’istituzione che supervisionasse le compravendite.
L’ente fu così costituito con decreto n.929 del 27 marzo 1849 dal Re Ferdinando II di Borbone col nome di Camera Consultiva di Commercio per diventare, nel 1862, la Camera di Commercio ed Arti. Nel 1863 prese sede in via Melo (con presidente Giuseppe Capriati), per poi spostarsi prima nel Palazzo Lembo in corso Vittorio Emanuele n.78 e poi in via Castello n.3.
Nel 1879, dopo lunghe trattative con il Comune di Bari, furono infine ottenuti i suoli adiacenti al mare per costruire la nuova sede. Nel giugno del 1881 venne pubblicato un avviso di concorso per il progetto, che fu vinto dagli ingegneri Antonio e Mario Moretti di Roma. I lavori iniziarono il 12 dicembre del 1882 per terminare nel 1889, quando gli uffici potettero insediarsi nel nuovo palazzo che ospitò anche la direzione provinciale delle poste e telegrafi e nel 1893 la prima sede del circolo nautico Barion (nato col nome di “Italia”).
In un’immagine di fine 800 è possibile vedere l’immobile da poco ultimato che affaccia sull’allora porticciolo del Molo San Nicola. Si nota l’assenza del Teatro Margherita. Al suo posto vi era una delle tante “baracche” presenti a quel tempo sul litorale: palafitte sopraelevate che permettevano ai baresi di raggiungere più facilmente acque più profonde e pulite.
Alla fine dell’800 invece a fiancheggiare il neonato stabile della Camera di Commercio c’era solo la cosiddetta Chiazze de fììrre fuse (Piazza del ferro fuso): un fabbricato di ferro a struttura piramidale che ospitava, dal 1880, il mercato cittadino nell’area che sarà occupata a partire dal 1932 dalla Banca d’Italia.
Nell’incrocio tra corso Cavour e corso Vittorio Emanuele dominavano invece i verdi Giardini Margherita: una terrazza ricca di alberi e aiuole che affacciava direttamente sulla costa e che fu successivamente “tagliata” per permettere la creazione del primo tratto di lungomare nel 1926.
La Camera di Commercio venne innalzata su tre piani compreso quello basamentale, il quale fu impostato su pianta quadrangolare con un ingresso per ciascuna delle quattro facciate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il prospetto principale, ancora oggi, si differenzia dagli altri per la presenza del torrino dell’orologio (uno degli otto ancora funzionanti in città), elemento distintivo nella maggior parte dei palazzi pubblici ottocenteschi. Spiccano anche gli eleganti particolari e decori a conchiglia sui timpani delle tante finestre che si aprono su ogni piano. L’ingresso è contraddistinto da un ampio portone in legno inquadrato tra larghe colonne tuscaniche.
«Lo stile neo-cinquecentesco ricorda molti simili edifici ministeriali romani d’età postunitaria – ci dice l’architetto Simone de Bartolo -. All’eleganza delle forme rinascimentali si abbina però la semplicità del rivestimento ad intonaco, delle piatte lesene e delle fasce marcapiano lisce».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel novembre del 1946, 15 locali a pianterreno e alcuni del secondo piano dell’edificio furono dati in locazione alle facoltà di Agraria, Scienze, Ingegneria ed Economia e Commercio: aule che rimasero attive fino alle fine degli anni 60.
Il 18 luglio del 1971, a causa di dissesti nelle murature, l’edificio della Camera di Commercio rischiò però di essere abbattuto. Ma essendo vincolato dalla Soprintendenza si decise per la sua ristrutturazione, che ebbe luogo dal 1980 al 1982.
Oggi ciò che è possibile ammirare all’interno dello stabile è frutto dell’accurato restauro. Nell’atrio dell’edificio è presente in una teca di vetro il vecchio meccanismo dell'orologio della torre, sostituito da anni da uno elettrico. Così come sono posizionate le antiche bacheche in legno con le quotazioni delle merci: dalle mandorle ai fichi, dall’olio d’oliva alle carrube. Alcuni gradini portano nell’elegante corte interna utilizzata spesso come spazio eventi. Una serie di bianche arcate segnano il perimetro dell’ampia sala: le stesse presenti nei finestroni del piano superiore caratterizzate da eleganti balaustre.
Sul soffitto un’intelaiatura in ferro sorregge la grande vetrata di copertura che dà luce a tutto l’ambiente dalla quale pende lo stemma della Camera di Commercio: un cerchio grigio con l’effige di San Nicola. Un’immagine ammirata ogni giorno dai tanti imprenditori e professionisti che varcano la soglia di questo tempio istituzionale, che continua ad assistere da decenni alla trasformazione di Bari.
(Vedi galleria fotografica)
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