La più bella vista di Bari dall'alto: è quella che si ammira dalla Torre della Marina del Castello
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giovedì 5 gennaio 2023
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di Marco Montrone - foto Francesco De Leo
Il panorama descritto purtroppo non è però fruibile a tutti. Le tre torri del Castello sono infatti chiuse al pubblico, perché non garantiscono quella necessaria sicurezza che permetterebbe a migliaia di persone di visitarle.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ma il nostro obiettivo è quello di ristrutturarle e renderle agibili - afferma l’architetto Alessandra Mongelli, direttrice del Castello -. Pian piano faremo in modo di “rivelare” tutti gli angoli oggi inaccessibili della fortezza. C’è tanto ancora da fare: del resto risale solo al 2017 la fine della ristrutturazione del piano nobile, oggi pienamente fruibile».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Parliamo comunque di un edificio enorme, di 15mila metri quadri, che nasconde tra le sue mura quasi novecento anni di storia: sorto per volere di Ruggero II il Normanno veglia infatti sulla città dal lontano 1131.
Noi, accompagnati proprio dalla direttrice, abbiamo però avuto il permesso di visitare la Torre della Marina (detta anche del Semaforo). Posta sul lato sud-ovest della fortezza, fu impiegata dai militari della Marina come punto di avvistamento sino alla Seconda guerra mondiale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una volta entrati nel Castello accediamo al cortile interno per salire la scalinata in stile rinascimentale che conduce al piano nobile, in questi giorni occupato dalla mostra “Antichi Popoli di Puglia”. Da qui, attraverso un passaggio “segreto”, ci immettiamo in una sala lì dove una porticina permette l’ingresso nella torre.
Ci ritroviamo così di fronte a una scalinata a chiocciola di 88 gradini che porta sul tetto, posto a 34 metri di altezza. Con fatica cominciamo così a inerpicarci, aiutati nella salita da un ingegnoso corrimano in ferro degli anni 20 del 900 che affianca tutto il percorso della scala.
A interrompere la claustrofobica ma intrigante “arrampicata” c’è solo una finestrella e una buia e vuota stanza posta al terzo piano che presenta una piccola feritoia.
La direttrice ci invita però a prestare attenzione ai muri in pietra, che qui, è il caso di dire, “parlano”. Su una parete notiamo infatti un particolare affresco che pare assomigliare a un gonfalone con una croce, ma la cui origine e datazione sono incerte. E poi ci appare una sorprendente incisione che reca il nome del suo autore (Mario Fanello, "sindaco del popolo" all’epoca di Bona Sforza) e l’anno di realizzazione: 1524.
E finalmente eccoci davanti alla porticina che permette di accedere al terrazzo ricoperto di chianche. Da qui possiamo ammirare l’intero impianto trapezoidale della fortezza, con i suoi bastioni, il ponte sospeso sul manto verde del fossato, le zone ancora da ristrutturare e le altre due torri rimaste: dei Minorenni (o Viscontina) e del Monaco (o di San Francesco). Perché la quarta (dei Venti), adibita a deposito di polveri da sparo, crollò nel 500 a causa di un’esplosione.
Ma a colpirci è soprattutto il magnifico panorama che si spiega davanti ai nostri occhi: la Bari che si affaccia sul mare. C’è il Porto con la colmata di Maribella in via di completamento e le sue navi da crociera attraccate, ma anche il Teatro Margherita e lo skyline del lungomare monumentale. E poi tanta Bari Vecchia, anzi tutta Bari Vecchia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Riconosciamo l’Arco Alto e l’Arco Basso, la Chiesa di Santa Chiara, Santa Scolastica, la torre dell’Annunziata, la Basilica di San Nicola, il campanile di San Giacomo e il cupolone di Santa Teresa dei Maschi. Si notano persino le arcate dell’abbandonato Palazzo Casamassimi. Anche se a farla da padrone è la vicinissima e magnifica Cattedrale di San Sabino, con il suo bianco prospetto e l’alto campanile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una vista splendida, la più bella possibile, che condividiamo con voi attraverso il nostro articolo e le nostre fotografie, ma che si spera un giorno possa divenire patrimonio di tutta la città di Bari.
(Vedi galleria fotografica)
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