La One Soccer League: quel torneo di calcio a 7 in cui a sfidarsi sono i quartieri di Bari
Letto: 1704 volte
lunedì 28 ottobre 2024
Letto: 1704 volte
di Francesco Sblendorio - foto Fabio Voglioso
Nato dall’idea di quattro giovani appassionati è molto di più che un semplice torneo amatoriale, vista l’organizzazione attenta a ogni dettaglio, la comunicazione social divertente e capillare e la presenza di qualche “big” che regala perle di classe, come l’ex capitano del Bari Valerio Di Cesare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Così, in una Bari in cui i quartieri faticano ad avere una loro rappresentanza ai campionati dilettanti della Figc, la One Soccer League riesce a dare spazio alle piccole realtà territoriali. E i baresi apprezzano. Pensate che una pizzeria di Madonnella ha trasmesso nel suo locale la diretta Facebook della partita della squadra del suo rione anziché quella di Champions League.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo andati a conoscere più da vicino questo torneo che si disputa perlopiù sui campi gestiti dalla società sportiva Levante all’interno del centro sportivo Di Palma di Japigia. (Vedi video)
Superato il lungo corridoio di ingresso che fa da parcheggio, arriviamo alla zona bar in cui si riuniscono i giocatori prima delle partite. Dopo poco ognuno si indirizza negli spogliatoi assegnati e ne esce con indosso la divisa della propria squadra.
La sera della nostra visita sono in programma due incontri che seguiamo su altrettanti campi dell’impianto. Il Real Trabattello in maglia nera sfida il Wolf di Japigia, mentre i gialloblu dell’Fc Inda se la vedono con i granata del Gen Z. Mentre le squadre fanno il loro ingresso sul terreno di gioco, un cospicuo nugolo di tifosi inizia da subito ad assieparsi ai suoi lati. I match sono entrambi animati, le azioni si succedono a ritmo serrato e le occasioni da gol sono a ripetizione.
Durante le partite parliamo con Alessio Nitti, Giuseppe Pappagallo, Mirko e Giuseppe Milella, tutti trentenni baresi: le quattro menti del torneo. Originari del quartiere Madonnella (sono tutti cresciuti calcisticamente sul campetto della chiesa di San Giuseppe), dopo aver organizzato una serie di tornei sparsi per Bari, hanno deciso di fare le cose in grande mettendo in piedi la One Soccer League.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ci siamo addirittura costituiti come asd (associazione sportiva dilettantistica) – dichiarano con orgoglio i giovani -. Vogliamo differenziarci dai normali tornei amatoriali: puntiamo a un livello molto alto, sia tecnico che di entusiasmo. La competizione deve però essere sempre animata da due valori fondamentali: l’amicizia e il rispetto per gli avversari».
Tutto è partito l’anno scorso, con una sorta di edizione pilota: un campionato sperimentale (vinto dall’Atletico Bari) senza promozioni e retrocessioni, introdotte invece da questa stagione per dare continuità negli anni al campionato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La formula è infatti piuttosto articolata. Ventidue squadre ai nastri di partenza, divise in un girone A da 12 e uno B da 10: la classifica finale vedrà le migliori 7 del gruppo A e le prime 5 del gruppo B accedere alla One Soccer League vera e propria, mentre le restanti 12 giocheranno una sorta di seconda divisione. Al termine della stagione, tre retrocessioni e altrettante promozioni definiranno gli organici dei campionati per la prossima stagione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tra i team partecipanti molti sono espressione dei quartieri baresi. È il caso del Tam United, con “Tam” che sta per Torre a Mare, dell’Atletico Libertà, del Fc Madonnella e dell’Atletico Madonnella. Il Bonerba poi riunisce solo ragazzi del San Paolo, mentre il Wolf ha base a Japigia e deve il suo nome al soprannome di Saverio Cancellato, un giovane del quartiere scomparso alcuni anni fa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Altre hanno nomi più curiosi, come il Real Trabattello composto da ragazzi di Modugno, il Real Dighidonzo di Sannicandro, l’Fc Inda che richiama la storpiatura di “Inter” pronunciata dal presidente cinese dei Nerazzurri Zhang. Un “alcolico” Aston Birra fa invece il verso alla celebre squadra inglese dell’Aston Villa e può contare addirittura su una formazione “giovanile” chiamata Gen Z.
Insomma, pochi limiti alla fantasia, come dimostra anche la presenza di una squadra di “Scissionisti”. «Sono nostri amici - rivelano gli organizzatori -: in modo goliardico, prima di ogni partita, mettono in scena una simpatica polemica contro di noi, con tanto di finto corteo di protesta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma per tutti la vera squadra da battere è l’Atletico Bari. Schiera nientemeno che l’ex capitano del Bari Di Cesare e l’ex centrocampista dei Galletti Raffaele Bianco, appena ritiratisi dal calcio professionistico. Oltre a Marco Piccinni, che ha vestito le maglie di Andria e Monopoli e al 26enne Giuseppe Scalera, sfortunato difensore barese che ha dovuto interrompere la sua carriera tra i professionisti per un grave infortunio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Il livello tecnico è alto – dichiara l’arbitro Massimiliano Magnifico, ex direttore di gara nelle categorie regionali Figc -: le partite spesso non sono facili da dirigere. Ma a bordo campo sono sempre presenti gli organizzatori che insistono molto sulla sportività e il rispetto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ogni squadra ha una chiara identità: può costituirsi a sua volta in Asd, cercare sponsor che la sostenga economicamente, avere proprie pagine social, completi da gioco e borsoni. Ciascun “club” deve poi avere un presidente e un allenatore e qualcuna può permettersi finanche un preparatore atletico. É possibile arruolare giocatori già tesserati per società affiliate alla Figc, ma solo se impegnate al massimo in campionati di Prima Categoria. Permesso invece inserire ex atleti di categorie più elevate: oltre ai big citati, non mancano infatti vecchie glorie di formazioni di Eccellenza e Serie D.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E tutte hanno anche il loro seguito di tifosi, che spesso si presentano a bordo campo muniti di fumogeni e striscioni. «Alcune partite sono state seguite addirittura da 300 persone», affermano con orgoglio Alessio e soci.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche gli incontri a cui stiamo assistendo sono seguiti a bordo campo da un nutrito gruppo di sostenitori. «Mi sa che sono l’unico tifoso astemio di una squadra che si chiama Aston Birra», dichiara uno dei supporters. Mentre qualcun altro è lì per “dovere famigliare”. «Sono la fidanzata di uno dei bomber del torneo – chiarisce una ragazza -: spero che lui mi dedichi un gol, anche se non mi ricordo neanche in che squadra giochi».
L’aspetto mediatico del resto è una delle chiavi del successo del campionato. «Facciamo una costante attività social – spiegano i quattro ideatori – tra video, reel, highlights delle partite e interviste che diffondiamo sulle varie piattaforme».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma cosa vince chi si aggiudica la One Soccer League? «Nessun premio in denaro – affermano i fondatori -: solo coppe e medaglie». E l’orgoglio di aver portato avanti il nome del proprio quartiere o del proprio gruppo di amici in un torneo animato dalla baresità in salsa calcistica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Nel video (di Fabio Voglioso e Gaia Agnelli) la nostra visita all'One Soccer League:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita