Antiche, belle, sconosciute e abbandonate: le chiese rurali di Bari
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lunedì 20 maggio 2013
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di Eva Signorile
L’Annunziata -Il nostro piccolo viaggio inizia nei pressi del quartiere San Paolo, dove troviamo la chiesa dell’Annunziata, in una zona a ridosso di Lama Balice, dalla quale è separata da un lungo muro che cinge una vecchia cava ormai in disuso. La si raggiunge imboccando la strada che dal rione porta dritti a Bitonto. La chiesetta romanica è costruita in tufo e risale al XII secolo. Tutto sommato, appare ben tenuta. «Appartiene alla Curia», spiega Chiaffarata. Un tempo, i cittadini di Palese, Bitonto, Santo Spirito e Modugno erano soliti venire qui in pellegrinaggio, in occasione della festa dell’ Annunciazione (che ricorre il 25 marzo e che è anche detta “annunziata povera”) e la prima domenica dopo Pasqua (l’”Annunziata ricca”). Ancora oggi, in ricordo di questi riti, la piccola chiesa è aperta al pubblico in quei giorni e vi si celebrano le funzioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’Addolorata - Destino ben peggiore è quello toccato alla Chiesa dell’Addolorata, che rintracciamo proseguendo lungo viale Europa, sempre nel quartiere San Paolo. La costruzione, databile tra il XVI e il XVII secolo, è in evidente rovina. La struttura è molto compromessa: da un lato, alcune assi di fortuna sono poste a chiusura di un buco nel muro, frontalmente, l’ingresso è sbarrato anch’esso da porte e assi abbandonate, mentre l’area antistante è tutto un tappeto di abiti abbandonati. L’interno è governato dagli pneumatici, mentre dell’affresco frontale all’ingresso non resta che qualche traccia di colore impallidito. Ai lati della costruzione compaiono due cartelli che suonano quasi ironici con la loro scritta “divieto di discarica”. La sporcizia che regna fa a pugni con l’ordine in cui è tenuta l’aiuola su cui si trova la chiesetta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Siete venuti a ristrutturarla? – ci chiede un passante in auto– era ora!». L’uomo si chiama Giuseppe e ha un garage proprio di fronte alla chiesa. E’ lui, insieme con i suoi operai, che si preoccupa, volontariamente, di mantenere pulita il più possibile la zona e di curare l’aiuola. «Quando ero piccolo – ci racconta – mia madre mi portava qui a seguire la messa, poi ci siamo trasferiti e ho perso di vista la zona. Sono tornato solo dopo molti anni e ho trovato questo disastro. Non riesco a rassegnarmi e, ogni giorno, cerco di prendermene cura. Sono oltre 50 anni che lo faccio: dal 1960».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Santa Maria del Deserto - Proseguiamo il nostro giro: tra Lamasinata e Lama Lamberti incrociamo la chiesetta di Santa Maria del Deserto. Di questo edificio parla già un documento del 1256. La costruzione è recintata ed è anch’essa in evidente stato di abbandono: la si raggiunge lungo un sentiero a ridosso del quartiere Stanic. Il viottolo è usato come discarica per qualunque oggetto, incluso l’amianto, mentre a terra troviamo anche alcune siringhe: difficile credere che siano lì per qualche improvviso problema di salute. Dall’ingresso si scorgono i resti di un affresco, mentre un grosso topo scuro dà prova di abilità, correndo in alto sulla parete, per poi rifugiarsi in un buco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
San Giorgio Martire -Raggiungiamo poco dopo la chiesa di San Giorgio Martire, che sorge nell’omonima via tra i quartieri Stanic e Picone. Risalente all’ XI secolo è stata poderosamente ristrutturata nel 1920 dalla famiglia Scattarelli che ne è proprietaria: le strisce bianche e azzurre delle pareti interne sono frutto di questo restauro. La chiesa si scorge con fatica nel folto di una vegetazione incontrollata: l’interno è in effetti minacciato dalle radici di un pino che mettono in serio pericolo la resistenza del tetto, mentre l’ipogeo che sorge lì vicino trabocca di rifiuti e pneumatici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Madonna delle Grazie - Cambiamo completamente zona: raggiungiamo via Fanelli, quasi al confine con Valenzano. Qui, c’è la chiesetta della Madonna delle Grazie, raggiungibile anche con un autobus delle linee 18, 21 o 22, che si fermano proprio davanti alla via che collega via Fanelli a via delle Grazie. La si scopre nascosta dietro un gruppo di ville, incastonata tra ulivi e cardi. È un piccolo gioiello che, al suo interno, rivela il quadro della Madonna col fringuello: l’animaletto che ha tra le mani. La visita ci offre la sorpresa di due rondini che hanno fatto il nido all’interno della chiesa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
San Pasquale - Ritorniamo su via Fanelli e proseguiamo verso il centro di Bari: raggiungiamo la chiesetta di San Pasquale, che dà il nome all’omonimo quartiere. Esternamente è ben tenuta, fatta eccezione per il bel portone, che è bucato alla base. Purtroppo, la chiesa è chiusa e non è possibile visitarne l’interno. È compresa in un’area sottoposta a vincoli che va sotto il nome di Villa Sant’Anna e che comprende anche splendide ville, alcune delle quali, purtroppo, disabitate e in stato di abbandono.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Madonna dell’Arco - Il nostro tour si conclude nel quartiere Libertà, davanti alla minuscola chiesetta della “Madonna dell’Arco”, anch’essa chiusa, che si affaccia su piazza Padre De Pergola, nei pressi del convitto universitario. Davanti ad essa, si contrappone il borgo antico di Bari, con l’alto campanile della Cattedrale. Ma da qui, la bianca chiesetta sembra ignorarlo e si erge dignitosa a un lato della piazzetta lastricata a chianche.
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I commenti
- Patrizia - Che peccato! E se si proponesse alle varie associazioni di persone altolocate (tipo Lyon's Club etc.) di adottare una chiesa e sovvenzionare le opere di ristrutturazione???
- Acuto Osservatore Bitontino - Attennzione: la Chiesa dell'Annunziata è in territorio di Bitonto.