Bari, 5 moduli in 11 partite: ma non si diceva ''squadra che vince non si cambia''?
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martedģ 15 ottobre 2013
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di Marco Montrone
Proprio quest’ultimo sistema di gioco sembrava poter rappresentare la soluzione definitiva. I tecnici lo utilizzarono nella sesta giornata di campionato, quella in cui il Bari annientò il ben più quotato Palermo, offrendo anche una manovra convincente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quel modulo permise di poter schierare 4 dei 6 centrocampisti in rosa, lasciandone in panchina solo due. Sottolineamo questo perché ci sembra che il centrocampo sia il reparto di maggior valore di questo Bari: le potenzialità dei giocatori che ne fanno parte andrebbero probabilmente sfruttate di più.
Ancora. Con il Palermo, Daniele Sciaudone offrì una prestazione impeccabile: nel ruolo di centrocampista dietro le punte (quasi finto centravanti), lasciato quindi un po’ più libero, riuscì a mettere in mostra tutti i suoi colpi, quelli che a volte fanno ricordare in lui Kakà.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dopo il Palermo però sono seguiti altri cambi di modulo, che hanno portato a 3 sconfitte consecutive.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non siamo tecnici ed è bene che ognuno faccia il proprio mestiere, ma un consiglio ad Alberti e Zavettieri lo vogliamo dare: per la prossima partita lasciate perdere gli esperimenti. C’è un’antica e sempre valida regola del calcio che recita: “Squadra che vince non si cambia”. A volte il vecchio funziona.
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