di Gabriella Quercia

Il Bike Polo, sulle bici cercando di ''segnare'': a Corato c'è una squadra
CORATO – E’ come il Polo, solo che al posto dei cavalli ci sono le biciclette. Parliamo dell’ Hardcourt Bike Polo, uno sport poco diffuso, che al Sud presenta delle squadre solo a Catania, Taranto e Corato, in provincia di Bari. «Sebbene questo sia uno sport nuovo e originale al Sud non sono in molti a praticarlo», spiega il 23enne Michele Pellegrino, giocatore della squadra Corato Bike Polo, l’unica esistente in provincia di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il Polo è uno sport in cui dei giocatori in sella a dei cavalli e muniti di lunghe stecche di bambù si affrontano con lo scopo di mandare una palla di legno tra due pali. Il Bike Polo ha delle piccole differenze. Al posto dei cavalli si usano le biciclette (vedi foto galleria) e al campo in erba si preferisce una superfice dura e liscia, asfaltata o in cemento. Si pratica in campi lunghi 40 metri e larghi 20. Ogni squadra è composta da 3 giocatori con l’obiettivo di segnare un goal nella porta avversaria. Di norma le partite durano 10 minuti, ma possono durare anche meno se una delle due squadre raggiunge i 5 punti. La difficoltà sta nel non poter mettere i piedi a terra mentre si gioca, altrimenti si viene espulsi (e per rientrare bisogna fare “tap out” , ovvero colpire con la mazza un oggetto messo ai due lati del campo).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma come è nato questo sport a Corato? «In paese è presente il gruppo dei “Ciclabili” – spiega Pellegrino - costituito da persone che amano andare in bici. A un certo punto ci è venuta l’idea di usare la bicicletta, ma per uno sport che diverso dal semplice ciclismo. E così è nato il Corato Bike Polo, attivo già da due anni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


La squadra al momento ha sei giocatori, tutti coratini e tutti uomini. «Abbiamo età diverse  - sottolinea Michele -. Non ci sono requisiti anagrafici particolari per giocare. Io per esempio ho 23 anni, ma c’è chi ne ha anche 38. Questo sport è aperto a tutti, anche alle donne, anche se finora nessuna di loro ci ha chiesto di entrare in squadra. So che nel resto d’Italia ci sono donne negli altri team, quindi chissà che un giorno non capiti anche qualche ragazza da noi. Per chi volesse iscriversi non ci sono costi né requisiti fisici particolari – continua -. L’unica spesa da sostenere è quella per il casco e per la manutenzione della bici, che è adattabile alle necessità di ognuno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ad oggi non esiste una Federazione del Bike Polo, tutto è organizzato dalle squadre di ogni città che organizzano tornei e competizioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Purtroppo qui a Corato la mancanza di un posto “nostro” in cui allenarci è un problema che stiamo cercando di risolvere – afferma Pellegrino -. Vorremmo un luogo che si adatti alle esigenze di questa disciplina, in modo da migliorarci tecnicamente e sportivamente. Adesso ci alleniamo nei parcheggi delle periferie, come il piazzale del mercato comunale e il parcheggio di un supermercato».  

«Siamo comunque fiduciosi sulla diffusione di questo sport e sulla crescita della nostra squadra – conclude Michele -. Ad oggi contiamo la partecipazione a due tornei nazionali che sono stati organizzati dai nostri “cugini” tarantini. Magari un giorno ne vinceremo anche uno, chissà».


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Due ragazzi coratini che giocano a Bike Polo, sport che riprende il Polo usando le bici al posto dei cavalli
Il Corato Bike Polo mentre gioca
Un giocatore del Corato Bike Polo e la porta in cui si segnano i punti
Un altro gruppo del Corato Bike Polo



Gabriella Quercia
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