di Annamaria Lacalamita

Fattoruso, paracadutista campione: «Ma nel Sud c'è solo una scuola»
BARI – «Lanciarsi è una sensazione unica al mondo, non si può descrivere, bisogna provare per capire». Sono le parole del tre volte campione italiano Mario Fattoruso, che da dieci anni pratica il paracadutismo sportivo, lanciandosi da un aereo a un’altezza di 4.500 metri. Il salernitano Mario a soli 27 anni ha già realizzato più di cinquemila lanci ed è entrato a far parte della Nazionale italiana. Lo abbiamo intervistato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Mario come si diventa paracadutisti?

Per iniziare a praticare questo sport è necessario frequentare una scuola. Qui si seguono corsi di teoria e di pratica, con lanci di prova che ti permettono di compiere i primi passi nel mondo del paracadutismo. Il problema per noi meridionali è che al Sud c’è solo una scuola aperta tutto l'anno, quella di Salerno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma ci si butta da soli?

Sì, ma si porta insieme una radio che permette di comunicare con l’istruttore, che da terra guida l’allievo nei movimenti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una volta superato il corso si è liberi di lanciarsi ovunque?

Il corso è solo il primo passo. Poi entra in gioco l’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile): da loro bisogna affrontare un esame teorico e cinquanta lanci. Se si supera la difficile prova, si ottiene  la licenza di paracadutista. 

Come si può utilizzare la licenza?

Ci si può lanciare in qualsiasi centro paracadutistico, come amatore, oppure iscriversi a un campionato per gareggiare con altri atleti. E’ sempre però necessario avere con sé un libretto dove sono segnati tutti i lanci effettuati, un certificato medico e anche l’assicurazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Perché comunque si tratta di uno sport pericoloso…

A me è capitato solo un paio di volte di dover aprire il paracadute di emergenza. Comunque bisogna usare la testa: accade tutto molto velocemente e bisogna essere pronti a qualsiasi evenienza. E’ necessario indossare una tuta che copra tutto il corpo, un caschetto di plastica per l’atterraggio, dei guanti e delle scarpe ginniche. E chiaramente oltre al paracadute principale c’è quello di emergenza, nel caso in cui il primo per disgrazia non si dovesse aprire.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Come avviene un lancio?

Ci si butta da 4.500 metri, da un elicottero o un aereo. Nei primi 3.000 metri si va in caduta libera, poi si apre il paracadute. Ognuno di noi possiede un altimetro legato al polso o collocato sul casco: quando mancano 1500 metri per toccare terra, suona per segnalarti che bisogna aprire il paracadute principale.  Il tempo che va dal lancio all’atterraggio varia: un paracadutista esperto ci impiega meno di cinque minuti, ma un allievo può impiegarci anche trenta di minuti. Gli esperti hanno paracadute più piccoli e più veloci.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parliamo del campionato.

Il campionato italiano si svolge ad agosto, dura dieci giorni ed è organizzato dall’Aero Club d’Italia.  Ad esso partecipano circa trecento paracadutisti di entrambi i sessi. Un membro del team con una telecamera riprende il lancio e dopo l’atterraggio consegna il video ai giudici, che valutano la performance. Il punteggio viene dato in base alla pulizia del lancio e alle prese che avvengono in aria tra i membri di una stessa squadra, che compiono in cielo delle vere e proprie coreografie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ed ecco il video di uno dei lanci di Mario Fattoruso:



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