di Stefania Buono

I pugliesi che negli anni 80 decisero di tifare Roma: «Non ci siamo mai pentiti»
BARI - Sono gli "sfortunati" del tifo, quei pugliesi che negli anni 80, quando erano bambini ed era arrivato il momento di scegliersi la squadra del cuore, al posto di decidere di tifare per le “classiche” Inter, Juventus e Milan (o magari per il Bari), si innamorarono della Roma.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Una scelta dettata dal fatto che all’epoca, quando il Milan oscillava tra la serie A e la serie B e l’Inter non lottava per le prime posizioni, era proprio la Roma l’unica squadra in grado di fronteggiare la Vecchia Signora in Italia. Erano i tempi del presidente Dino Viola e dell’allenatore svedese Nils Liedholm, che portarono la squadra giallorossa a vincere uno scudetto e tre Coppe Italia e a perdere solo ai rigori, contro il Liverpool, la finale di Coppa dei campioni 83/84.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Solo che passato quel momento “magico” la Roma negli ultimi trent’anni è ritornata ad essere la solita outsider del campionato italiano. Una squadra che continua a vivere all’ombra delle tre grandi e ricche squadre del Nord e che è riuscita solo una volta (nel 2001) a imporsi come prima della classe. E così quei bambini che si innamorarono della Roma sono rimasti soli. In Puglia ad esempio ci sono solo cinque Roma club e i gruppi Facebook raccolgono qualche centinaio di tifosi. Sono dati che fanno sorridere in confronto alle decine e decine di club di Inter, Juventus e Milan che hanno migliaia di sostenitori anche fuori della loro città d’appartenenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Tutti mi hanno sempre chiesto, “ma cosa c’entra un romanista a Bari?”  - ammette  sconsolato Tommaso, 44enne barese -. In tutti questi anni sono stato sempre soggetto a continue “prese in giro” da parte dei tifosi interisti, juventini e milanisti, ma nonostante ciò sono sempre rimasto fedele alla mia scelta. Come si dice, “sono andato oltre il risultato”». «Molti non riescono a capire come si possa diventare tifosi della Roma quando in realtà a un barese-juventino si potrebbe fare la stessa domanda», afferma la 45enne Giulia di Conversano. «E comunque io non mi sono mai pentito della scelta fatta – dice il 38enne barese, tifoso romanista, Michele -. La rifarei altre mille volte. Non nascondo che abbiamo vinto pochissimo rispetto alle “tre squadre del nord”, ma io ho sempre vissuto questa cosa con tranquillità, chiaramente sperando ogni anno in una Roma più competitiva».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Michele ha scelto i colori giallorossi dopo aver assistito alla storica sconfitta della Roma contro il Liverpool in Coppa dei Campioni. Era il 30 maggio del 1984. «Avevo 6 anni - racconta -. Mio padre mi portò a vedere la partita a casa di alcuni suoi amici non romanisti, ma quel giorno mi entusiasmai così tanto nel vedere quella finale che decisi che la Roma sarebbe diventata la mia squadra del cuore. Anche se purtroppo ricordo ancora il mio pianto a dirotto dopo il rigore sbagliato da Ciccio Graziani».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quella gara se la ricorda bene anche il barese Leonardo, classe 72, innamorato della Roma sin da quando aveva 7 anni. «Ricordo che la vidi insieme ai miei familiari juventini – dice - e con solo mio padre ad appoggiarmi (era tifoso del Napoli ma solidale con le squadre italiane in Europa). Saltai al gol di Pruzzo e poi ricordo solo i rigori e la tristezza che provai, anche se non piansi. Gli juventini di casa mi “sfotterono” per tutta la partita ma a fine gara erano dispiaciuti per me».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In casa di Leonardo infatti si tifava Juventus e tutti i parenti hanno cercato sin da subito di fargli cambiare la squadra per cui tifare. «Ma la Roma mi piaceva troppo – afferma Leonardo -. Era una squadra fortissima, che aveva giocatori come Bruno Conti, Sabino Nela, Franco Tancredi, Falcao e se la giocava proprio con la Juve per il primo posto in campionato. Non mi sono mai lasciato convincere dai miei parenti e sono contento della mia scelta».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Al contrario di Leonardo, la 31enne barese Daniela, ha ereditato la passione per i colori giallorossi proprio dalla famiglia, soprattutto da zio Tonio. «Lui era un grande appassionato – racconta -. Seguiva la Roma in trasferta e raccontava dei grandi giocatori del passato. Inevitabilmente tutti ci siamo innamorati di “lei”, oltre mio cugino, anche io e mio fratello. Si può dire quindi che siamo una famiglia di romanisti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E poi sotto sotto, malgrado le continue sconfitte e delusioni, ai romanisti baresi piace sentirsi “diversi”. «Siamo fieri di non aver seguito la massa che ha preferito tifare per le squadre più forti – afferma orgogliosa Giulia -. Noi in Puglia siamo mosche bianche, questo è vero, ma è proprio il fatto di non essere in molti a renderci particolarmente affezionati a questa squadra. Perché noi abbiamo scelto di non sostenere le tre grandi del calcio italiano, ma la nostra, “magica”, Roma»


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