di Stefania Buono

Enziteto, lì dove si pratica il tiro con l'arco: «Ma lo spazio è poco»
BARI - Posizionare la freccia, mirare al bersaglio, tirare il più possibile la corda e poi rilasciarla, per far sì che l’arma appuntita colpisca il punto desiderato. E’ il tiro con l'arco, uno degli strumenti più antichi e affascinanti utilizzati nel corso della storia dell'uomo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

L’arco già nel Paleolitico veniva impiegato come arma da caccia per tentare di colpire le prende a distanza e nel corso degli anni sarebbe stato adoperato anche come strumento da battaglia per uccidere i nemici. Il tiro invece venne riconosciuto come sport a partire dal 1900 in occasione dei Giochi Olimpici di Parigi. Escluso dopo il 1920, fu riammesso nel 1972 per i Giochi di Monaco di Baviera. In Italia iniziò ad essere regolamentato dal 1961, grazie alla creazione della Fitarco (Federazione italiana tiro con l'arco). Attualmente il nostro Paese dispone di arcieri tra i più forti al mondo: ha vinto infatti le ultime Olimpiadi nella categoria maschile a squadre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
In Puglia esistono 27 società che praticano il tiro, nove delle quali situate nella provincia di Bari. Noi siamo andati nell’unica che si trova in città: il suo nome è A.s.d. Arcieri Artemide e la sua sede attuale è presso lo stadio comunale di Enziteto, del quartiere San Pio, dove i praticanti si incontrano due volte a settimana, il martedì e il giovedì (vedi video). Vi sono circa una ventina di iscritti che partecipano alle competizioni ufficiali, mentre molti sono gli amatoriali che semplicemente imparano le basi della disciplina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Abbiamo scritto “sede attuale” non a caso: le società pugliesi di tiro con l'arco sono infatti quasi sempre “nomadi”, perché non ci sono nella regione campi di tiro a loro esclusivamente dedicati. Per questo le associazioni sportive chiedono in concessione stabili in disuso agli enti locali, che forniscono ciò che c'è a disposizione per un determinato periodo di tempo. Il locale usato dall'Artemide a prima vista non sembra molto comodo per i suoi atleti: si trova nel deposito della struttura interna dello stadio, molto piccola e stretta, tanto che gli arcieri spesso sono costretti a stare molto vicini uno accanto all'altro, il che li costringe a limitare i loro movimenti. (Vedi foto galleria)
 
«Siamo costretti ad adattarci a ciò che ci viene concesso - ci spiega Chiara Maggi, presidente dell'Artemide nonché delegata di provinciale del tiro con l'arco-. Qui ogni volta dobbiamo smontare e rimontare i paglioni battifreccia, i supporti realizzati in paglia intrecciata dove vengono posizionati i bersagli per evitare che venga bucato un muro e per facilitare la rimozione della freccia dopo il tiro. Mi rendo conto che non c'è molto spazio per tutti noi, ma d’altra parte siamo fortunati perché sono otto anni che non ci muoviamo da qui. Peccato che non siate venuti a trovarci in estate: in quel periodo ci alleniamo in un campo più grande all'aperto con tanto di vista sul mare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Nella sede interna vengono preparate le gare per la specialità indoor con il bersaglio posto a 18 metri dal tiratore. Ci sono anche gare al chiuso con il centro lontano 25 metri dall'arciere, ma nel piccolo deposito non è possibile allenarsi a questa distanza. La sede estiva invece serve per esercitarsi outdoor. Nelle competizioni all’aperto, dette anche “Fita”, le distanze bersaglio/atleta possibili sono quattro: 30, 50, 70 e 90 metri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Una cosa che ci colpisce molto è la diversità degli archi che sono presenti nella sede: alcuni sono dotati di mirino e un sistema di blocco centrale all’altezza dell’impugnatura e sono chiamati archi olimpici perché utilizzati nella massima competizione sportiva mondiale. Altri sono più piccoli e presentano due carrucole laterali che svolgono tutto il lavoro di messa in tensione della corda al momento del lancio della freccia (sono gli archi compound), altri ancora non possiedono elementi accessori (perciò  vengono definiti archi “nudi”), e ricordano maggiormente gli antichi archi da caccia. «Sono i tre diversi tipi che si possono utilizzare durante le gare», chiarisce il presidente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Gare che vanno dalla competizione interregionale fino alle Olimpiadi. «In ogni regione ci sono campionati ed in base ai risultati raggiunti viene creato il ranking nazionale –continua la Maggi-. I primi 20 o 30 della classifica italiana partecipano poi ai campionati nazionali, gli atleti da podio poi provano a qualificarsi alle competizioni internazionali». L’obbiettivo di una gara è ovviamente quello di colpire il bersaglio il più possibile vicino al centro, in modo da raggiungere il punteggio più alto alla fine delle 20 volée (ovvero le sessioni di tiro) da tre frecce ciascuna nelle gare indoor (per un totale di 60 frecce) o al termine delle sei volée da sei frecce ciascuna (per un totale di 36 frecce) nelle gare outdoor.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nelle manifestazioni sportive vengono adoperate frecce di alluminio o carbonio (o di una lega di entrambi i materiali) e bersagli di carta rinforzati con fili di nylon, fissati tramite graffette sui paglioni, con cerchi concentrici di colori diversi a seconda dei punti ottenuti con una freccia tirata in quella sezione del bersaglio: giallo (dieci o nove punti), rosso (otto o sette punti), blu (sei o cinque punti), nero (quattro o tre punti) e bianco (due o un punto). Al di fuori del cerchio bianco più esterno si hanno 0 punti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Notiamo però che tra i bersagli fissati ai paglioni della sede ce ne sono altri di soli due colori: giallo e nero. «Sono quelli utilizzati durante le gare di campagna: il punteggio qui va da uno a sei: il nero vale dall'uno al quattro, il giallo cinque o sei», chiarisce la delegata regionale. Il tiro con l’arco di campagna è un altro tipo di disciplina (non olimpica) della Fitarco. Le competizioni si svolgono durante tutto l'anno in uno scenario naturale (campi, boschi, colline eccetera) in cui sono state disposte dalle 24 alle 48 piazzole di tiro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nella società Artemide non ci sono molti giovanissimi, anche se una di loro si è imposta a livello nazionale: si tratta di Maria Grazia D’Aquino, 15enne barese che nel 2012 è arrivata seconda ad una competizione nazionale giovanile, il trofeo Pinocchio. «Ho cominciato a praticare il tiro con l’arco a 9 anni in maniera casuale, perché mio padre ne era appassionato ed è riuscito a coinvolgere anche me. Mi piace perché è uno sport in cui la competizione è con me stessa, più che con gli altri. In quel momento penso solo a me e al mio arco», ci racconta visibilmente emozionata. Oltre alla ragazzina c'è anche un altro atleta di valore nell’Artemide: l’insegnante Antonio De Mola, che ancora compete nella categoria Master e ha partecipato a molti campionati italiani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Il tiro con l’arco è uno sport aperto a tutte le età, a entrambi i sessi e ad ogni tipo di fisico, tanto che vi sono anche molti atleti disabili. Aiuta a tenersi in forma perché sviluppa l’elasticità dei muscoli superiori del corpo (spalle, braccia e busto) e permette di migliorare la postura, l’equilibrio e la concentrazione. Ma non solo. «Mentre nelle altre discipline si scarica la tensione, qui si impara a gestirla, perché l’ansia sale in maniera notevole–conclude Chiara-. Inoltre il tiro con l’arco dà benefici anche a livello mentale: per i timidi ad esempio è utile per aumentare la propria autostima, senza doversi, per forza, cimentare con gli altri o con l’agonismo di una squadra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel video (di Gianni De Bartolo) gli allenamenti di tiro con l'arco a Bari, presso lo stadio Comunale del quartiere San Pio:



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