Cuffie e pinne al posto di caschi e pattini: a Bari va in scena l'hockey subacqueo
Letto: 6436 volte
giovedģ 4 febbraio 2016
Letto: 6436 volte
di Stefania Buono
Si tratta di uno sport che si pratica in Italia dalla fine degli anni 90 e che a Bari è arrivato un anno e mezzo fa. Ci si sfida in sei contro sei e ogni giocatore, armato di mazzetta in legno lunga circa 30 centimetri ha l'obiettivo di insaccare nella porta avversaria un disco di piombo rivestito in plastica, cosa che permette allo strumento di restare sul fondo della piscina lunga 25 metri. Gli hockeisti devono quindi immergersi per poter partecipare al gioco e risalire ogni tanto per riprendere fiato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Domenica scorsa siamo andati ad assistere agli allenamenti della squadra barese, che conta 13 elementi (vedi video). Dopo aver indossato le soprascarpe entriamo nella struttura dove gli atleti si allenano due volte alla settimana, il giovedì e la domenica. Oltre alla vasca corta ci sono alcuni gradoni dove potersi sedere per assistere alle partite: ci posizioniamo proprio lì. I ragazzi sono già in acqua e indossano cuffia, maschera, boccaglio, pinne e un guanto con cui tengono la mazza in legno. Riusciamo a intravedere anche un costume intero assieme ai classici slip maschili. Nella squadra infatti c'è anche una ragazza, si tratta della 17enne Claudia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dopo un breve riscaldamento l'allenatore, il 38enne Davide Carluccio, entra in acqua, forma le squadre e fa posizionare sei ragazzi da un lato della vasca e sei nella parte opposta e, una volta raggiunto il centro della piscina, lascia cadere un dischetto arancione che immediatamente raggiunge il fondo. A quel punto dà il "via" ad alta voce: i ragazzi si lanciano verso il disco, prima nuotando in superficie e poi sprofondando verso il loro obiettivo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ed ecco che, sott'acqua inizia il gioco vero e proprio: il primo ad arrivare non perde tempo e passa con la mazzetta il disco (che si solleva leggermente) al suo compagno, che cerca di lanciarsi verso la porta avversaria. Ma qualcuno dell'altra squadra gliene ruba il possesso. L'azione va avanti e diventa piuttosto confusa, perché dalla superficie non riusciamo a vedere bene ciò che avviene, finché finalmente qualcuno fa gol. A quel punto tutti risalgono in acqua, si ristabiliscono le posizioni iniziali e dopo il via ecco si riprende.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si va avanti per un’ora (anche se le partite ufficiali durano trenta minuti), del resto la domenica successiva i ragazzi disputeranno a Parma la loro prima gara di campionato della loro storia e devono farsi trovare preparati. Il torneo si disputa in pochi giorni e vede la partecipazione di una ventina di squadre provenienti da tutta Italia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’allenamento termina e abbiamo finalmente modo di parlare con allenatore e giocatori. «So che non siete riusciti a vedere molto dalla superficie: ma vi assicuro che sott'acqua si apre un mondo che riesce ad appassionare ragazzi di tutte le età», afferma Carluccio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In effetti seppur affascinati da uno sport che richiede un evidente sforzo fisico causato da apnee brevi ma ripetute frequentemente, non siamo riusciti a seguire in maniera chiara il gioco. Ci domandiamo che futuro possa avere una disciplina così poco “spettacolare”. Ma Davide rassicura: «Il problema non si pone durante le competizioni, infatti sott’acqua è in genere installato un sistema di telecamere con le immagini che vengono proiettate su uno schermo a bordo vasca. In caso di assenza di telecamere si utilizza un piccolo espediente, viene inserito meno cloro in acqua, che risulta così più trasparente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci avviciniamo allora ai ragazzi, che hanno un’età media di 16/17 anni e provengono per la maggior parte dal mondo del nuoto agonistico o dell’apnea. Chiediamo loro perché hanno scelto proprio questo sport. «Perché è sì faticoso ma dà risultati, sviluppa tutti i muscoli del corpo – ci dice Claudia. In più si diventa abili sia a nuotare che a stare in apnea». «Non solo – aggiunge il 15enne Gianluca - è uno sport di squadra e quindi è molto più divertente del nuoto». «E poi diciamolo, è insolito e suscita curiosità –conclude il 17enne Giovanni -. Io infatti ho iniziato perché volevo provare una cosa nuova, anche se con il tempo questo gioco “strano” è diventato la mia passione».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Nel video (di Carlo Gelardi e Gianni de Bartolo) gli allenamenti della squadra barese di hockey subacqueo:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Stefania Buono
Stefania Buono