di Giuseppe Dulcamare e Luca Laudadio

«Vogliamo competere con il Bari». La Sly United: ''bluff'' o progetto ambizioso?
BARI – «Non ci nascondiamo: vogliamo diventare la seconda squadra di Bari e tra qualche anno riuscire a competere con i Galletti». Le ambiziose parole sono di Danilo Quarto, presidente della società di calcio United Sly F.C., nata nel settembre del 2016. La compagine, che disputa le partite casalinghe al Comunale di San Pio, lo scorso anno ha dominato il campionato di esordio in Terza categoria ed è attualmente in testa a quello di Seconda, da imbattuta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

A Bari spesso sono nate squadre minori, ricordiamo ad esempio l’esperienza dell’asd San Paolo o quella dell’Ideale, team sorto nel 2012 e attualmente militante in Seconda Categoria. Ma si è sempre trattato di realtà dilettantistiche, di quartiere, magari pensate per offrire agli appassionati un calcio diverso da quello “moderno”, fatto di diritti tv e tessere del tifoso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel caso della United invece le premesse sono ben altre: basti pensare che alla sua presentazione ai baresi, avvenuta nel Fortino Sant’Antonio nel settembre scorso, erano presenti giornalisti famosi come Pierluigi Pardo e politici come il senatore di Forza Italia Massimo Cassano. La squadra è inoltre dotata di un pullman di proprietà e si sta avvalendo del lavoro dell’ex centravanti Sandro Tovalieri, assunto come team manager e responsabile del settore giovanile. E’ infine di pochi giorni fa la notizia dell’ingaggio dell’ex centrocampista del Bari Daniele De Vezze.

Insomma questa società è stata costruita per vincere, stupire e offrire un’alternativa agli storici biancorossi. Ma la domanda che in città un po’ tutti si fanno è: come farà a “camparsi” questo nuovo club quando arriverà nel calcio professionistico? Il Bari infatti può contare su decine di migliaia di supporter che pagano i biglietti del San Nicola, sottoscrivono abbonamenti, seguono i loro beniamini in televisione (regalando al club ricchi introiti derivanti dai diritti tv) e magari comprano anche magliette e gadget.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel caso del neonato team tutto questo non esiste. Per ora le presenze alle partite casalinghe si attestano sulle mille unità, di cui una grossa percentuale composta da ex Ucn in cerca di una “casa” dopo lo scioglimento dello storico gruppo ultras avvenuto nel 2012. Partite per quali tra l’altro non è previsto nemmeno il pagamento di un biglietto. Dove andrà trovare la United i tifosi che le serviranno per spiccare il salto nelle serie maggiori? E perché mai un barese dovrebbe abbandonare la storica società per cui ha sempre tifato per andare a seguire un giorno la “concorrenza”?


In città c’è quindi chi pensa che la Sly sia un “bluff”, una macchina messa su per fini diversi da quelli sportivi, magari per pubblicizzarsi in vista delle prossime elezioni politiche cittadine. Ma a Quarto questi discorsi non vanno proprio giù. «La gente è brava solo a vedere il male dove invece c'è ambizione – ci riferisce -. Lo sport è sempre stato la mia passione ed è questa la sola cosa che mi ha spinto ad investire nel calcio. Se avessi voluto fare una scelta di comodo o una mossa pubblicitaria non sarei mai partito dalla Terza categoria».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Addirittura c’è chi afferma che i neo tifosi della compagine siano stati perfino “convinti” a sostenere la squadra grazie a incentivi economici. «Non è assolutamente vero – risponde sempre il presidente -. Anzichè sorprendersi del fatto che sia il Bari a non possedere un pullman, si parla di noi, che vogliamo solo investire in maniera trasparente. Chi afferma queste cose probabilmente lo fa per invidia: perché non è abituata a spendere. La realtà è che abbiamo trovato 87 sponsor, dotandoci di due direttori commerciali e di una personalità come Tovalieri: l'organizzazione dei Galletti non è certo alla nostra altezza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Comunque a Quarto i soldi non mancano. Si tratta di un barese di nascita ma trapiantato a Milano che ha fondato la Sly Service Security, agenzia di sicurezza e bodyguard, con sedi in molte città. Sarà la sua ambizione a spingere i baresi a cambiare maglia dopo una vita passata tra stadio della Vittoria e San Nicola? Domande che oggi non possono trovare risposta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Di sicuro c’è che il presidente ha convinto gente del calibro di Tovalieri ad abbracciare il suo progetto. «Mi è bastata una telefonata del patron per capirne la serietà – ci dice il “Cobra” -. Non è da tutti trovare sponsor e investire sui giovani. La squadra sta andando bene e sembra che ci siano le giuste premesse per sperare che si proceda sui binari giusti. In ogni caso, come si suol dire, sarà il campo a parlare».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E’ possibile quindi pensare che un giorno Bari possa avere un derby cittadino, come non avveniva dai lontani tempi di Ideale e Liberty? Chissà. Per ora in effetti a livello dilettantistico la United continua a vincere: può vantare ben 25 successi su 26 gare ufficiali disputate. «E non è un caso – chiosa Quarto -. Sarà proprio questo ad attirare i nostri futuri tifosi: le vittorie, i fatti».


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